Mao Xuhui a Venezia: la prima retrospettiva italiana a Palazzo Grimani

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Mao Xuhui - Xunjin Street in Summer
Mao Xuhui - Xunjin Street in Summer

Mao Xuhui. Emergence of the Patriarch
Palazzo Grimani, Venezia | 28 novembre 2025 – 1 febbraio 2026
A cura di Lü Peng, Li Guohua, Carlotta Scarpa

L’autorità come eredità e tensione visiva

Con Emergence of the Patriarch, il Museo di Palazzo Grimani accoglie la prima grande retrospettiva italiana dedicata a Mao Xuhui (Kunming, 1956), figura centrale dell’avanguardia cinese contemporanea. La mostra, curata da Lü Peng, Li Guohua e Carlotta Scarpa, propone una selezione di 43 opere che attraversano cinquant’anni di pratica pittorica, tracciando un percorso coerente e stratificato attraverso i principali nuclei tematici dell’artista.

Il progetto si inserisce all’interno del ciclo di approfondimenti dedicati agli artisti cinesi attivi prima e dopo il movimento dell’‘85 New Wave – una stagione dirompente che ha segnato l’emancipazione dell’arte cinese da canoni accademici e ideologici, aprendo la via a una pluralità di linguaggi. Mao Xuhui, tra i cofondatori del Southwestern Art Research Group di Kunming, è tra i protagonisti indiscussi di questa svolta. La sua pratica si distingue sin dagli esordi per una riflessione visiva che coniuga tensione emotiva e struttura simbolica, in cui si sovrappongono dimensioni biografiche, culturali e politiche.

Mao Xuhui – October and Cat on Roof: diptych

Il potere delle forme quotidiane

Elemento cardine della produzione di Mao è il ciclo Will / Scissors, che ha reso riconoscibile la sua poetica a livello internazionale. Le forbici – oggetto ordinario, familiare – diventano emblema di autorità, controllo, ma anche fragilità e trasformazione. È proprio attraverso l’impiego reiterato di questa forma che l’artista dà corpo a una riflessione più ampia sulla funzione degli oggetti nella costruzione del potere simbolico, in una pittura che, pur attingendo alla tradizione della natura morta, si allontana radicalmente da ogni intento descrittivo per approdare a una dimensione concettuale.

L’emergere del patriarca

Il titolo della mostra allude a una delle serie più dense e complesse dell’artista: Patriarch. Qui la figura del padre non è mai semplicemente ritratta, ma evocata attraverso forme geometriche, composizioni severe, tonalità cupe. Il patriarca, simbolo di una struttura gerarchica tradizionale, viene investigato da Mao con ambivalenza: rispetto e conflitto, soggezione e resistenza, si mescolano in una pittura che assume la funzione di dispositivo critico. L’autorità si fa materia visiva, mentre il linguaggio formale – ormai distante dall’espressionismo degli esordi – si affina fino a divenire una grammatica rigorosa del potere.

Come sottolinea il critico e storico Lü Peng, l’opera di Mao Xuhui “rappresenta una chiave privilegiata per comprendere le profonde trasformazioni della società cinese dagli anni Settanta a oggi”. Non si tratta solo di un percorso individuale, ma di una narrazione che interroga i meccanismi della memoria collettiva e della costruzione identitaria in un paese sospeso tra tradizione e modernità.

Mao Xuhui – Scissors Accompanying Your Troubles

Dialoghi con la storia

L’allestimento al secondo piano di Palazzo Grimani amplifica le stratificazioni del progetto. Il dialogo tra la pittura di Mao e l’architettura rinascimentale del palazzo – con la sua collezione di statue classiche e la decorazione parietale firmata da Giovanni da Udine, Salviati e Zuccari – produce un cortocircuito culturale che mette in tensione due sistemi di rappresentazione del potere: quello dell’antico e quello del contemporaneo. Un confronto che non mira a risoluzioni, ma a far emergere domande. A corredo della mostra, verrà presentata per la prima volta in Italia la biografia illustrata dell’artista, edita da Skira e curata dallo stesso Lü Peng. Il volume, costruito attraverso documenti privati, diari, lettere, dipinti e appunti, propone una narrazione inedita e stratificata del percorso di Mao, rafforzando l’intento curatoriale di offrire una lettura d’autore di una figura-ponte tra epoche e paradigmi.

Emergence of the Patriarch non è solo una retrospettiva: è un’indagine sulla pittura come strumento di interpretazione storica e culturale. Mao Xuhui, attraverso un linguaggio visivo consapevolmente introspettivo, elabora un lessico che affronta le relazioni di potere, le derive dell’autorità, le eredità familiari e sociali, restituendo alla pittura una funzione critica, in un tempo in cui l’immagine rischia di essere mero simulacro.

Mao Xuhui – Patriarch

NOTE BIOGRAFICHE

MAO XUHUI è nato a Kunming dal 1956 e si è laureato presso la Yunnan Art Academy nel 1982. È considerato una figura iconica nella storia dell’arte contemporanea cinese. Inserito nella lista China Art Power 100, è stato uno dei protagonisti della scena artistica d’avanguardia della Cina sudoccidentale negli anni Ottanta. Tra il 1985 e il 1989 ha riunito numerosi giovani artisti, principalmente provenienti dallo Yunnan e dal Sichuan, sotto l’etichetta di “New Figurative”, dando vita al Southwest Art Research Group. I membri del gruppo hanno espresso nelle loro opere una consapevolezza esistenziale intensa, tipica delle regioni sud occidentali della Cina, tanto da diventare una componente fondamentale dell’“’85 New Wave”, il movimento d’avanguardia dell’arte contemporanea cinese. Questi risultati gli hanno assicurato un ruolo di primo piano nella storia dell’arte contemporanea del Paese. Mao Xuhui ha esposto ampiamente nelle principali città dell’area euro-pan-asiatica, tra cui Shanghai, Pechino, Hong Kong, Singapore, New York, San Francisco, Barcellona, Bologna, Parigi e Londra. Le sue opere sono state incluse in numerose mostre di rilievo, tra cui la mostra fondamentale nella storia dell’arte contemporanea cinese Inside Out: New Chinese Art (1998), co-organizzata dall’Asia Society di New York, dal Museum of Modern Art di San Francisco e dall’Hong Kong Museum of Art. Le sue opere sono state acquisite da importanti gallerie e musei nazionali e internazionali, diffuse dai media di tutto il mondo e pubblicate in libri di storia dell’arte e riviste accademiche.

LÜ PENG

Lü Peng, è un curatore, critico e storico dell’arte cinese.È nato a Chongqing, nel Sichuan, nel 1956 e si è laureato in Studi Politici alla Sichuan Normal University nel 1982. Nel 1992 è stato direttore artistico della prima biennale d’arte cinese: Guangzhou Biennial Art Fair. Tra i suoi successi curatoriali: Global Painting. La Nuova pittura cinese al Mart di Rovereto, una restituzione composita dell’arte contemporanea cinese che traccia un importante passaggio storico (2024); Passage to History: 20 Years of La Biennale di Venezia and Chinese Contemporary Art, co-curata con Achille Bonito Oliva alla 55. Biennale d’Arte (2013); la Biennale di An’ren del 2011; Pure Views: New Painting from China (Asia Art Museum, San Francisco, 2011); Pure Views: New Painting from China (Louise Blouin Foundation, Frieze, London, 2010); Reshaping History (Pechino, 2010), una mostra su larga scala che presentava più di mille opere di quasi duecento tra gli artisti cinesi più innovativi del primo decennio del 21° secolo; A Gift to Marco Polo, un evento collaterale per la Biennale di Venezia del 2009 che ha messo in mostra otto dei più importanti artisti contemporanei cinesi. Lü è attualmente direttore del Museo di arte contemporanea di Chengdu, direttore di CHINART, agenzia di gestione delle istituzioni d’arte cinesi, ed è professore associato delDipa rtimento di Storia e Teoria dell’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Hangzhou, Zhejiang. Dal 2017 è Presidente della L-Art University e Professore del Sichuan Fine Arts Institute e Xi’an Academy of Fine Arts. A Gennaio 2024 ha pubblicato con Rizzoli, “Storia dell’arte cinese del XX al XXI secolo” già edito in cinese nel 2006 da Peking University Press ed inglese nel 2010 dalla casa editrice Charta. Con questa pubblicazione storica, Lü Peng analizza in modo incisivo ed appassionato gli sviluppi dell’arte cinese dalla fine della dinastia Qing fino agli anni di apertura del XXI secolo tracciando abilmente questa evoluzione, non solo nella Cina continentale, Taiwan e Hong Kong, ma anche in centri importanti come Parigi e Tokyo. Questa narrazione completa è un punto di riferimento per conoscere la storia dell’arte cinese del XX e XXI secolo.

Informazioni utili
Inaugurazione e anteprima stampa: 27 novembre 2025, ore 17.00
Date: 28 novembre 2025 – 1 febbraio 2026
Sede: Museo di Palazzo Grimani, Venezia
Orari: martedì – domenica, 10.00 – 19.00