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Quando l’arte incontra la scienza: l’intervista a Donatella Sforzini

Marco Barotti, FUNGI. Armonie Simbiotiche

Marco Barotti, FUNGI. Armonie Simbiotiche

Nel panorama dell’arte contemporanea, l’integrazione tra tecnologia, scienza e creatività è sempre più essenziale per affrontare tematiche complesse e attuali come la crisi climatica. L’opera “FUNGI. Armonie Simbiotiche” di Marco Barotti, realizzata durante la residenza S+T+ARTS GRIN e curata da CINECA e Kilowatt, è un esempio di come l’arte possa dialogare con le più avanzate tecnologie e la ricerca scientifica per generare consapevolezza. L’installazione “FUNGI. Armonie Simbiotiche” di Marco Barotti ci accompagna ad esplorare e conoscere la “rete sociale sotterranea” dei funghi, investigando l’ecosistema dei funghi micorrizici attraverso sculture, suoni, parole e un oracolo alimentato dall’intelligenza artificiale.

L’intervista agli scienziati coinvolti offre un’opportunità – e un prezioso approfondimento –  per comprendere come le sinergie arte/scienza possano amplificare il potenziale espressivo e comunicativo dell’arte, mantenendo intatto il suo valore estetico e di riflessione critica. Grazie alla collaborazione con CINECA abbiamo quindi avuto l’opportunità di intervistare professionisti come la dottoressa Donatella Sforzini e approfondire il suo contributo – e punto di vista a seguito della collaborazione con l’artista Marco Barotti per la realizzazione dell’opera “FUNGI. Armonie Simbiotiche”.  Buona lettura.

INTERVISTA a Donatella Sforzini

In che modo la tua expertise scientifica ha contribuito alla realizzazione dell’opera?

DS: Essendo un data scientist non reputo che il mio contributo sia immediatamente visibile nella realizzazione dell’opera, tuttavia ritengo che il confronto avuto con l’artista abbia favorito la sua riflessione sull’uso dell’intelligenza artificiale e in particolare sull’analisi dei dati che ha portato alla selezione di un dataset di variabili diverso da quello ipotizzato inizialmente indirizzando la realizzazione finale che si è in parte discostata dal progetto iniziale.

Quali sono i benefici reciproci di una collaborazione tra scienza e arte?

DS: L’argomento è molto interessante e ho avuto modo di affrontarlo anche in una recente pubblicazione – ( link al video della conferenza Memorie della Saitmemsait.it/videomemorie/volume-2-2024/VIDEOMEM_2.2024.38.mp4). Quello che ho appreso è che mentre io, in quanto analista di dati rappresenterei la connessione attraverso modelli statistici avanzati, l’artista lo fa in modo completamente diverso, anche se entrambi partiamo dallo stesso insieme di dati. La bellezza sta proprio in questi diversi punti di vista: ci permettono di interagire con i dati in modi differenti e di ottenere una comprensione più ampia del fenomeno. Il lavoro collaborativo è stato fondamentale, perché permette di unire mentalità e approcci diversi, creando un continuo scambio di idee che arricchisce l’analisi.

Marco Barotti, FUNGI. Armonie Simbiotiche

Quali contenuti scientifici (data-set, metodologie, algoritmi, tools) sono stati forniti o elaborati come contributo preparatorio alla realizzazione dell’opera darte e quali strumenti o tecnologie scientifiche sono stati utilizzati?

DS: La riflessione è stata operata su dati forniti dall’Università di Tartu in Estonia. EcoBank è un metadatabase per l’archiviazione, l’elaborazione e l’analisi di campioni biologici di diverse specie tra i funghi AM (arbuscular mycorrhizal). Nel Data Base sono presenti tantissime informazioni, 525 variabili, tuttavia l’opera di Marco Barotti ne utilizza solo una parte. Oltre a quelle “anagrafiche” come l’identificativo del campione prelevato, il paese, il sito, l’ecosistema, il bioma, l’habitat, latitudine longitudine e altitudine del punto di prelievo, utilizza una serie di elementi chimici e di indicatori riguardanti il suolo e le sostanze organiche ed inorganiche in esso presenti quali: pHKCL, P, K, Ca, Mg, Cu, Mn, B, pH, NO3-N, N, Org C, Pb, As, Hg. Si tratta di elementi e parametri misurati per valutare la qualità del suolo, la sua fertilità e la presenza di inquinanti. A queste si aggiunge il conteggio delle specie rilevate. Su tali dati l’Università di Tartu ha eseguito una sintesi attraverso il Multi Dimensional Scaling (MDS), una tecnica statistica di riduzione della dimensionalità e visualizzazione di dati multivariati. L’obiettivo del MDS è quello di rappresentare le relazioni/distanze tra oggetti in uno spazio più semplice a minore dimensionalità (spesso 2D o 3D), mantenendo però le relazioni iniziali tra gli oggetti. Tale operazione rende i dati originali più facili da interpretare visivamente per cui trova comunemente applicazione quando si vuole visualizzare le relazioni tra dati complessi o non lineari. In particolare in bioinformatica è utile per studiare le relazioni tra diverse specie o campioni biologici.

Il contatto e la collaborazione con un artista hanno influenzato in qualche modo il tuo approccio alla ricerca?

DS: Cosa c’è di creativo nel lavoro di una data analyst/data scientist? Addizionare, dividere, calcolare medie e percentuali… Sembra tutto molto sterile, asettico, quasi banale eppure il lavoro dello statistico è quello di raccontare una storia a partire da una raccolta dati. Ha esigenza di essere creativo quando deve comunicare ma questo livello di creatività può essere ancora maggiore.Gli stessi dati possono raccontare più storie laddove vengono utilizzati per analizzare i diversi aspetti di un fenomeno o più fenomeni. Scegliere gli algoritmi più appropriati per i database disponibili, selezionare i dati veramente importanti, verificarne la qualità e la coerenza prima di applicare un algoritmo richiede sensibilità scientifica ma anche una visione creativa delle informazioni da estrarre. Ho sempre pensato che lo statistico sia “un lavoro creativo”…ma ora ho scoperto che puo’ esserlo ancora di più. Collaborare con Marco e vedere il risultato finale della sua opera mi ha dimostrato come sia possibile avere più flessibilità nell’approccio scientifico e questa esperienza ha favorito in me il desiderio di adottare una visione più ampia stimolando una nuova consapevolezza.

Come vede il futuro delle collaborazioni tra scienziati e artisti?

DS: Bellissimo e molto proficuo. Ho già attiva una nuova collaborazione nel progetto European Digital Deal e spero di poter partecipare anche ad altre iniziative di questo tipo in quanto esperiente estremamente arricchenti. Il brain storming con gli artisti è sempre una sorpresa e dal confronto reciproco nascono idee nuove per cui nell’opera finale può non esserci un mio contributo materiale diretto ma l’opera stessa nasce da questo confronto continuo. Si ha una crescita reciproca per cui possiamo dire che l’opera stessa è il frutto dell’evoluzione (anche scientifica) di un’idea, intuizione iniziale.

serra madre a place for ecological imagination – Marco Barotti_photo credits Lorenzo Burlando

BIOGRAFIA: Donatella Sforzini

Donatella Sforzini è una data scientist senior con una solida base statistica e una vasta esperienza in diversi settori. Le sue competenze comprendono l’analisi dei dati, il data mining e il text mining, il machine learning e deep learning fino ai più recenti algoritmi di Intelligenza Artificiale. Gli ambiti di applicazione sono molto trasversali e comprendono l’elaborazione del linguaggio naturale (NLP), la profilazione dei clienti aziendali e di utenti di biblioteche, la manutenzione predittiva, l’analisi dei weblog e delle audience televisive, le scienze della vita, l’analisi di microarray per lo studio delle cellule tumorali, la correzione dei dati di rilevazioni censuarie, le analisi economico-finanziarie. Negli ultimi 10 anni ha approfondito le sue conoscenze delle tecniche e degli strumenti per la linguistica computazionale e semantica e l’analisi delle immagini applicata al settore del patrimonio culturale.

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