A Montecatini Terme, città delle acque, è iniziata ufficialmente l’ultima settimana di “Sorgenti digitali”, progetto espositivo inaugurato lo scorso 24 aprile al Palazzo del Turismo. La mostra è curata da Simone Sensi e presenta le opere di Michelangelo Bastiani, MiTch Laurenzana, Alessandro D’Aquila e Paolo Treni, quattro artisti legati dall’innovativo utilizzo degli strumenti digitali e dalla sperimentazione di nuove tecniche.
L’arte è un punto in movimento al passo con i tempi ed è per tal motivo che, con l’introduzione delle nuove tecnologie digitali, oggigiorno si parla di iper-contemporaneo. L’utilizzo dei nuovi media permette una diversa accessibilità e fruibilità dei beni culturali, dando spazio anche a nuove sfide per la loro valorizzazione e conservazione. I visitatori possono più frequentemente partecipare in maniera interattiva alla co-creazione delle opere d’arte, modificandole o reagendo ai loro stimoli. È un nuovo modo per gli artisti di dialogare con i fruitori, coinvolgendoli attivamente alla realizzazione di un patrimonio condiviso, un bene che sia al passo con i gusti e la curiosità del pubblico contemporaneo.
“Phygital Dreamscapes: dipingere con la luce” è la sezione dedicata alle opere di Paolo Treni che per l’occasione ha progettato una performance in due atti per Dynamo Art Factory. Partendo da una scultura in plexiglas a forma di nuvola ha poi invitato il pubblico a girarci intorno per illuminarla e “dipingere” la volta celeste con la luce delle torce.
Le fotografie esposte in mostra, realizzate su lightbox 120×80 cm, sono il risultato di un’azione performativa in cui i partecipanti si sono immersi in una vera e propria sessione di light painting. Muniti di torce speciali, hanno creato proiezioni luminose sul soffitto a volte della Dynamo Art Gallery. La fusione dei riflessi generati dalla scultura, unita all’interazione degli stessi riflessi con le pareti arcuate dello spazio architettonico, ha dato vita a soggetti completamenti nuovi, come il suggestivo camaleonte che si mimetizza su un ramo stagliato dinanzi a un cielo turchese.
A ogni immagine è associata un’opera digitale che è stata realizzata da Paolo Treni tramite l’allenamento di un’intelligenza artificiale “image to video”. La macchina è stata stimolata da oltre duecento foto scattate durante l’esperienza con le torce nella sala delle volte. L’artista ha poi dato indicazioni attraverso un testo, sia su come sciogliere le immagini di partenza per trasformarle in macchie di colori tridimensionali, sia sulla regia, scrivendo come eseguire i movimenti di camera. Il risultato riporta idealmente al moto degli inchiostri fluttuanti sull’acqua del laboratorio preliminare.
Le opere di Treni sono dei simulacri, i cui colori si trasformano in base alle condizioni luminose del momento in cui vengono osservati. Le visioni interiori dello spettatore si fondono con l’immaginario collettivo. I colori e le forme innescano un processo di immersione interiore e il conseguente trasporto in una dimensione contemplativa, in cui l’artista ricerca da sempre un contatto profondo con le energie vitali della natura e i fenomeni del cosmo. Così, comuni lastre di plexiglas si trasformano nell’ideale supporto per la trascrizione materica dei suoi sogni.
Presenza significativa è anche quella di MiTch (Michele) Laurenzana, artista phygital modenese che lavora con l’intelligenza artificiale. In mostra per “Sorgenti digitali” vi sono i suoi in-Human: entità e volti privati della perfezione estetica, al pari dell’animo umano, che si sviluppano sia su grandi tele che attraverso strumenti digitali di vario tipo, come schermi e proiezioni.
Guardando attraverso il lato positivo dell’errore e aggirando incertezze e caos, MiTch crea un corpus di opere provocatorie e stilisticamente ibride che traducono contraddizioni e tensioni sociali. Nascono messaggi spontanei e introspettivi basati sul concetto del “pensare ad alta voce”, un vero e proprio invito a trarre beneficio dagli stati di disordine, approfittando dei propri impulsi intellettivi. Una demitizzazione della vita quotidiana che affronta, oltre i confini della pittura, la pelle sociale dell’individuo.
Non poteva mancare la firma locale toscana, tratteggiata in questo caso da Michelangelo Bastiani. L’artista, originario di Bibbiena, lavora da tempo con la tecnologia degli ologrammi e la riproduzione realistica degli elementi del fuoco e dell’acqua attraverso proiezioni iperrealistiche. Infine, Alessandro D’Aquila, nato in Abruzzo ma attualmente residente a Milano, utilizza il linguaggio Braille come protagonista della sua ricerca artistica. La scelta di adottare un linguaggio non pensato per essere visto ma dalle potenti proprietà grafiche, nasce dalla volontà di portare alla luce temi che sono spesso dimenticati. Da qui nasce la profonda necessità di portare nuova attenzione a questi argomenti attraverso la fantasia e l’intuito, andando oltre le parole e trovando risposte dentro ciò che, apparentemente, può sembrare solo un limite.
Il Comune di Montecatini Terme ha da tempo destinato largo spazio a espressioni della cultura del territorio pure estranee ai circuiti accademici. Dopo aver costruito un “Gabinetto delle Arti Grafiche e del Disegno” e aver innalzato la qualità della collezione permanente del Moca (Montecatini Contemporary Art), esplora per la prima volta l’universo digitale con questa mostra che rimarrà visitabile fino a domenica 19 maggio al Palazzo del Turismo, in viale Giuseppe Verdi 68.