Italia e Spagna, odi et amo. I due Paesi hanno dato i natali ad artisti simbolo di vaste generazioni. Oggi, le due penisole dialogano in occasione della mostra “Per la seta – da Napoli a Valencia”, a cura di Salvador Torres e di Enzo Trepiccione, inaugurata venerdì 3 maggio a Napoli in via Duomo 290/c (Piazza Filangieri), nello spazio dell’associazione culturale Movimento Aperto.
Quindici artisti italiani e spagnoli sono intervenuti sui damaschi della Real Fabbrica di San Leucio di Caserta, il setificio voluto da Ferdinando I di Borbone, figlio di Carlo, nel 1778. Intorno alla manifattura di seta leuciana vi era un rigido statuto con un codice di leggi molto avanzato, una colonia di operai, quartieri modello, un ospedale e coltivazioni eterogenee che ne consentivano l’autonomia alimentare. E vi era perfino una fabbrica di maccheroni. La manifattura ha così continuato a produrre, sopravvivendo ai mutamenti politici e istituzionali, e ancora oggi realizza stoffe seriche di gran pregio, sempre nel rispetto della tradizione. Sono proprio i damaschi, generosamente donati dalla Real Fabbrica di San Leucio, a costituire lo spago che unisce in questa mostra quindici artisti che hanno lasciato la propria traccia identitaria su un tessuto ricco di storia.
La lavorazione della seta è un’arte assai antica anche a Napoli ed ebbe un impulso notevole nel 15esimo secolo grazie al re Ferrante D’Aragona, succeduto al padre Alfonso, che conquistò il Regno di Napoli strappandolo agli Angioini. Nel 1477 peraltro fu istituita la Corporazione dell’Arte della Seta, di cui la chiesa dei Santi Filippo e Giacomo a “Spaccanapoli” ne è uno dei modelli più iconici di rappresentazione.
Ma la seta non ha una storia solo italiana. È, infatti, protagonista in Spagna nelle popolari “Las Fallas di San Josè”, le feste più importanti della città di Valencia. Mentre è bene ricordare che la Lonja de la Seta (Borsa della Seta) è l’edificio gotico civile più importante della città e si trova a pochi passi da un altro notevole edificio del 15esimo secolo, il Museo della Seta. Così Napoli e Valencia sono poste l’una di fronte all’altra sulle sponde del Mediterraneo e la loro storia comune lega i popoli che lo hanno abitato.
Il filo di prezioso tessuto che unisce le due metropoli nasce a San Leucio e confluisce nelle impronte artistiche di questa collettiva. Gli artisti in mostra: Alberto Balaguer, Virginia Bernal, Antonio Ciraci, Carlo De Lucia, Xavi Ferragut, Peppe Ferraro, Kraser, Marcello Gallo, Mario Lanzione, Battista Marello, Salvador Torres, Enzo Trepiccione, Ilia Tufano, Vittorio Vanacore e Vidal Maiquez. Ciascuno di loro lascia sulla seta il segno della propria immaginazione e del proprio tempo.
La mostra resterà visitabile nella città partenopea fino a mercoledì 22 maggio, per poi spostarsi al Museo Valencià de la Festa ad Algemesí dal 4 al 31 ottobre.