Anish Kapoor: la grande mostra a Palazzo Strozzi

0
477
Anish Kapoor Svayambhu 2007 cera, vernice a base di olio dimensioni variabili Photo: Wilfried Petzi ©Anish Kapoor. All Rights Reserved SIAE, 2023
Anish Kapoor Svayambhu 2007 cera, vernice a base di olio dimensioni variabili Photo: Wilfried Petzi ©Anish Kapoor. All Rights Reserved SIAE, 2023

Anish Kapoor. Untrue Unreal
Firenze, Palazzo Strozzi, 7 ottobre 2023 – 4 febbraio 2024

Il celebre artista Anish Kapoor propone un originale dialogo con gli spazi di Palazzo Strozzi a Firenze attraverso una grande mostra che include una nuova opera immersiva per il cortile rinascimentale

La Fondazione Palazzo Strozzi presenta Anish Kapoor con la mostra “Untrue Unreal”, un nuovo grande progetto realizzato in collaborazione con il celebre maestro che ha rivoluzionato il concetto di scultura nell’arte contemporanea. La cura della mostra è affidata a Arturo Galansino, Direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi. Questa straordinaria esposizione offre un percorso attraverso imponenti installazioni, ambienti più riservati e forme affascinanti, creando così un dialogo originale e coinvolgente tra l’arte di Anish Kapoor, l’architettura di Palazzo Strozzi e il suo pubblico. Grazie a opere storiche e recenti, inclusa una nuova produzione appositamente concepita per interagire con l’architettura del cortile rinascimentale, la mostra offre l’opportunità di entrare in contatto diretto con l’arte di Kapoor, esplorandone la sua versatilità, la sua discordia, la sua entropia e la sua fugacità. Palazzo Strozzi si trasforma così in un luogo che è allo stesso tempo convesso e concavo, integro e frammentato, invitando i visitatori a mettere in discussione i propri sensi.

Nell’arte di Anish Kapoor, l’irreale si fonde con l’inverosimile, sfidando o negando la nostra comune percezione della realtà. Egli ci invita a immergerci in un universo in cui i confini tra vero e falso si dissolvono, aprendo la porta alla dimensione dell’impossibile. La peculiarità distintiva delle sue opere risiede nel modo in cui queste superano la loro stessa materialità. Materiali come pigmenti, pietra, acciaio, cera e silicone, solo per citarne alcuni, vengono manipolati, scolpiti, levigati, saturati e trattati per mettere in discussione il confine tra la consistenza fisica e l’immateriale. Nel lavoro di Kapoor, il colore non è semplicemente una sostanza con determinate tonalità, ma diviene un fenomeno immersivo, dotato di volume, che si manifesta in uno spazio sia reale che illusorio allo stesso tempo.

Anish Kapoor
Angel
1990
ardesia e pigmento
dimensioni variabili
Photograph: George Rehsteiner
©Anish Kapoor. All Rights Reserved SIAE, 2023

Le opere di Anish Kapoor combinano spazi vuoti e pieni, superfici assorbenti e riflettenti, forme geometriche e biomorfe. L’artista rifiuta di essere categorizzato e si distingue per un linguaggio visivo unico che unisce elementi di pittura, scultura e architettura. Kapoor esplora il concetto di spazio e tempo, l’idea di interno ed esterno, incoraggiandoci a sperimentare i limiti e le possibilità del nostro rapporto con il mondo circostante e a riflettere su dualismi come corpo e mente, natura e artificio. Le sue opere suscitano meraviglia e inquietudine, mettendo in discussione ogni certezza e spingendoci a abbracciare la complessità. In un’epoca in cui la realtà sembra sempre più sfuggente e suscettibile di manipolazione, Anish Kapoor ci invita a cercare la verità al di là delle apparenze, esortandoci a esplorare il territorio dell’inverosimile e dell’irreale.

La parola a Arturo Galansino, Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi e curatore della mostra.

“Anish Kapoor ha lavorato a Palazzo Strozzi realizzando un progetto espositivo totalmente nuovo. Sulla scia della nostra serie di esposizioni dedicate ai maggiori protagonisti dell’arte contemporanea, Kapoor si è confrontato con l’architettura rinascimentale. Il risultato è totalmente originale, quasi una sorta di contrapposizione dialettica, dove simmetria, armonia e rigore sono messi in discussione e i confini tra materiale e immateriale si dissolvono. Nelle geometrie razionali di Palazzo Strozzi, Kapoor ci invita a perdere e ritrovare noi stessi interrogandoci su ciò che è untrue o unreal”.

Anish KapoorTo Reflect an Intimate Part of the Red
1981
tecnica mista, pigmento
dimensioni variabili
Photograph Oliver Santanaue
© Anish Kapoor. All rights reserved SIAE, 2023
Anish Kapoor
To Reflect an Intimate Part of the Red
1981
tecnica mista, pigmento
dimensioni variabili
Photograph Oliver Santanaue
© Anish Kapoor. All rights reserved SIAE, 2023

Anish Kapoor. Untrue Unreal si sviluppa negli spazi di Palazzo Strozzi tra le sale del Piano Nobile e il cortile rinascimentale, in un viaggio attraverso la variegata pratica artistica di Kapoor, che mette in discussione le nozioni di forma e informe, finzione e realtà. Al centro del cortile si erge Void Pavillion VII (Il padiglione del vuoto VII, 2023), nuova opera di Anish Kapoor specificatamente ideata per il cortile di Palazzo Strozzi e realizzata grazie al sostegno della Fondazione Hillary Merkus Recordati. Il grande padiglione si pone allo stesso tempo come punto di partenza e di approdo nel dialogo tra l’arte di Kapoor e Palazzo Strozzi. Entrando in questo spazio, i visitatori si trovano di fronte a tre ampie forme rettangolari vuote in cui lo sguardo è invitato a immergersi, in un’esperienza meditativa su spazio, prospettiva e tempo, che sconvolge la razionale struttura geometrica e l’emblematica armonia dell’edificio rinascimentale.

Al Piano Nobile la mostra inizia con l’iconica opera Svayambhu (2007), termine sanscrito che definisce ciò che si genera autonomamente, corrispettivo delle immagini acheropìte cristiane non dipinte da mano umana. Il lavoro propone una riflessione dialettica tra vuoto e materia: un monumentale blocco di cera rossa si muove lentamente tra due sale di Palazzo Strozzi, plasmando la sua materia informe nel rapporto con l’architettura che attraversa. Quest’opera si pone in dialogo con Endless Column (Colonna infinita, 1992), che fa esplicito riferimento alla celebre omonima scultura di Constantin Brâncuși. La colonna in pigmento rosso di Kapoor sembra oltrepassare i limiti del pavimento e del soffitto della sala, creando una sensazione di fisicità architettonica eterea, metafora del legame tra terra e cosmo. Su una diversa scala, ma con lo stesso effetto spaziale e architettonico, si pone To Reflect an Intimate Part of the Red (Per riflettere una parte intima del rosso, 1981), opera fondamentale nella carriera di Kapoor nella sua affermazione sulla scena internazionale come una delle più originali voci nell’arte contemporanea: un suggestivo insieme di forme in pigmento giallo e rosso che emergono dal pavimento, fragili, quasi ultraterrene ma potentemente presenti.

Anish KapoorThree Days of Mourning
2016
silicone, tecnica mista, vernice cm250×120×70
Photograph: Dave Morgan
©Anish Kapoor. All Rights Reserved SIAE, 2023
Anish Kapoor
Three Days of Mourning
2016
silicone, tecnica mista, vernice cm250×120×70
Photograph: Dave Morgan
©Anish Kapoor. All Rights Reserved SIAE, 2023

In Non-Object Black (Non-oggetto nero, 2015) – caratterizzato dall’uso del Vantablack, materiale altamente innovativo capace di assorbire più del 99,9% della luce visibile – Kapoor mette in discussione l’idea stessa di oggetto fisico e tangibile, presentandoci forme che si dissolvono al passaggio dello sguardo. In questi lavori rivoluzionari e di forte impatto, Kapoor ci spinge a interrogarci sulla nozione stessa dell’essere, proponendo una riflessione non solo sull’oggettualità ma sull’immaterialità che permea il nostro mondo. Questa forte esperienza del non-oggetto continua in Gathering Clouds (Nuvole che si addensano, 2014), forme concave monocrome che assorbono lo spazio circostante in una oscurità meditativa. L’arte di Kapoor offre infatti un nuovo modo di vedere e pensare a come viviamo la “realtà”, grazie al suo uso unico di forma e saturazione, in opere permeate da una profonda connotazione psicologica.

La carne, la materia organica, il corpo e il sangue costituiscono temi centrali e ricorrenti nella ricerca artistica di Kapoor. All’interno della mostra, una sala intera è dedicata a opere in cui l’artista esplora ciò che sembra essere un’intimità profondamente disturbata e devastata, immergendosi in una dimensione entropica e cruda del corpo. Una delle sculture più imponenti, realizzata in acciaio e resina nel 2018, è intitolata “A Blackish Fluid Excavation” (Scavo con fluido nerastro) e richiama l’immagine contorta di un utero che si snoda attraverso lo spazio, coinvolgendo i sensi dello spettatore. Nelle opere appese alle pareti, Kapoor fonde pittura e silicone per creare forme fluide che appaiono come masse viscerali, vibranti di vita propria. Queste strutture si contorcono, espandono e contraggono, suggerendo un senso di movimento e trasformazione in continua evoluzione, mentre al contempo emanano una forte sensualità tattile, che emerge dall’interazione tra sensazioni di morbidezza e solidità, organicità e linearità. Anche i titoli delle opere evocano queste suggestioni, come “First Milk” (Primo latte, 2015), “Tongue Memory” (Ricordo della lingua, 2016), “Today You Will Be in Paradise” (Oggi sarai in paradiso, 2016) e “Three Days of Mourning” (Tre giorni di lutto, 2016).

La tradizionale nozione di confini e la dicotomia tra soggetto e oggetto sono temi centrali invece in opere specchianti come Vertigo (Vertigine, 2006), Mirror (Specchio, 2018) e Newborn (Neonato, 2019), ispirato ancora una volta alle sperimentazioni formali di Brâncuși. Attraverso le riflessioni di queste opere, ciò che si specchia entra in una dimensione illusoria che sembra smentire le leggi della fisica. Queste grandi sculture, infatti, riflettono e deformano lo spazio circostante e lo ingrandiscono, riducono e moltiplicano, creando una sensazione di irrealtà e destabilizzazione e attirando lo spettatore nello spazio indefinito che emanano. Conclusione del percorso espositivo al Piano Nobile è la sala dedicata all’opera Angel (Angelo, 1990), grandi pietre di ardesia ricoperte da strati di pigmento blu intenso. Questi pesanti massi appaiono in contraddizione con il loro aspetto incorporeo: sembrano infatti solidificare l’aria e suggerire la trasformazione di lastre di ardesia in pezzi di cielo, trasfigurando così l’idea di purezza in un elemento fisico. Kapoor altera la forte materialità dell’opera ed evoca così un senso di mistero che risponde all’ambizione di matrice esoterica di raggiungimento della fusione degli opposti.

La mostra è promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi. Main Supporter: Fondazione CR Firenze. Sostenitori: Comune di Firenze, Regione Toscana, Camera di Commercio di Firenze, Comitato dei Partner di Palazzo Strozzi. Main Partner: Intesa Sanpaolo. Con il contributo di Città Metropolitana di Firenze. Con il supporto di Maria Manetti Shrem e Fondazione Hillary Merkus Recordati. Si ringrazia Galleria Continua. La mostra si inserisce nell’ambito della Florence Art Week, iniziativa promossa dal Comune di Firenze in programma dal 28 settembre all’8 ottobre 2023.

Anish Kapoor
Angel
1990
ardesia e pigmento
dimensioni variabili
Photograph: George Rehsteiner
©Anish Kapoor. All Rights Reserved SIAE, 2023

Who’s Who: Anish Kapoor

Anish Kapoor è uno dei più influenti artisti del nostro tempo. Nato a Mumbai, in India, nel 1954, Anish Kapoor ha vissuto e lavorato a Londra a partire dalla metà degli anni Settanta studiando presso l’Hornsey College of Art e il Chelsea College of Art. Attualmente vive e lavora tra Londra e Venezia.
Le sue opere sono esposte nelle più importanti collezioni permanenti e nei musei di tutto il mondo, dal Museum of Modern Art di New York alla Tate di Londra, alla Fondazione Prada di Milano, ai Musei Guggenheim di Venezia, Bilbao e Abu Dhabi. Recenti mostre personali si sono tenute presso: Galleria dell’Accademia e Palazzo Manfrin, Venezia (2022); Modern Art Oxford (2021); Houghton Hall, Norfolk (2020); Pinakothek der Moderne, Monaco (2020); Central Academy of Fine Arts Museum and Imperial Ancestral Temple, Pechino (2019); Fundación Proa, Buenos Aires (2019); Serralves, Museu de Arte Contemporânea, Porto (2018); Museo Universitario Arte Contemporáneo (MUAC), Città del Messico (2016); Reggia di Versailles, Francia (2015); Jewish Museum and Tolerance Center, Mosca (2015); Walter Gropius Bau, Berlino (2013); Sakip Sabanci Muzesi, Istanbul (2013); Museum of Contemporary Art, Sydney (2012).

Anish Kapoor ha rappresentato la Gran Bretagna alla 44. Biennale di Venezia nel 1990, dove ha ricevuto il Premio Duemila. Nel 1991 ha vinto il Premio Turner e in seguito ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali. Noto anche per le sue opere architettoniche, tra i progetti pubblici che ha realizzato ricordiamo: Cloud Gate (2004), Millennium Park, Chicago, USA; Leviathan (2011) esposto a Monumenta 2011, Parigi; Orbit (2012), Queen Elizabeth Olympic Park, Londra; Ark Nova, sala da concerto gonfiabile creata per il Lucerne Festival in Giappone (2013); Descension (2014) installata al Brooklyn Bridge Park, New York, USA (2017); le fermate della metropolitana di Napoli (Traiano e Università-Monte S. Angelo) in completamento nel 2024.