Museo Novecento presenta Camilla Alberti | Anouk Chambaz WONDERFUL!
direzione artistica Sergio Risaliti a cura di Stefania Rispoli
8 dicembre 2022 – 8 gennaio 2023
Sala D’Arme di Palazzo Vecchio e Museo Novecento – Firenze
In occasione del festival Green Line, il Museo Novecento presenta WONDERFUL! un progetto nato nel 2020, volto a raccontare gli sviluppi più recenti dell’arte in Italia dando voce a una generazione di nuovi artisti, ai loro linguaggi e a loro sguardo sulla contemporaneità.
Camilla Alberti | Anouk Chambaz al Museo Novecento
Confermando il suo impegno nella valorizzazione delle nuove generazioni di artisti, quest’anno WONDERFUL!, giunto alla sua terza edizione, si lega alle tematiche al centro del festival Green Line, come il cambiamento climatico e la sostenibilità, e presenta una doppia personale, curata da Stefania Rispoli con la Direzione artistica di Sergio Risaliti, dedicata alle due giovani artiste Camilla Alberti (Milano, 1994) e Anouk Chambaz (Losanna, 1993), dislocata tra la Sala d’Arme di Palazzo Vecchio e il Museo Novecento. Le opere esposte nelle due sedi – tra sculture, video, disegni e ricami – tematizzano la crisi ecologica e sociale in atto, immaginando nuovi scenari a partire dal superamento dell’antropocentrismo, dall’osservazione della natura e dal dialogo tra specie diverse. Se l’arte può contribuire alla definizione di un orizzonte futuro per il pianeta lo fa agendo come un catalizzatore sociale, sensibilizzando le nostre coscienze. Le artiste indagano così, attraverso la loro pratica, la complessità del nostro stare sulla Terra, mettendo al centro la relazione con l’altro in una logica di ecosistema dove le problematiche di ordine strettamente ambientale sono interconnesse a quelle sociali ed etiche, al rapporto del sé con l’altro.
“Il nuovo festival progettato per celebrare le festività natalizie riparte da Green Line, concentrandosi sull’emergenza climatica e la crisi energetica senza dimenticare il valore della meraviglia e dello stupore che sempre accompagna questo periodo tanto quanto la manifestazione di ogni vera e genuina opera d’arte” dichiara Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento. “La Sala d’Arme ospita il progetto WONDERFUL! giunto alla sua terza edizione, e sempre dedicato a giovani artisti residenti in Italia. Le opere di Camilla Alberti e Anouk Chambaz dialogano perfettamente tra loro grazie alla sensibile e attenta scelta della curatrice Stefania Rispoli e assieme a una indubitabile bellezza di immagini e forme offrono alla nostra stupita percezione forti contenuti di carattere etico e sociale, centrando perfettamente l’orizzonte di senso dell’intero festival Green Line”.
“I lavori di Camilla Alberti e Anouk Chambaz riflettono sulla crisi ecologica da due prospettive molto diverse ma che ci pongono davanti alla stessa domanda: quale posizione vogliamo assumere nel presente e quale ruolo vogliamo avere nel futuro della Terra?” spiega Stefania Rispoli, curatrice della mostra. “Nei ricami e nelle sculture di Camilla non c’è traccia di vita umana, l’artista guarda al mondo vegetale e ai suoi metodi di organizzazione e sopravvivenza immaginando creature che resistono e avanzano aldilà della nostra presenza. Anouk mette invece al centro dei suoi lavori l’uomo, unico responsabile e unica possibilità di salvezza per sovvertire l’ordine attuale delle cose. I bambini che campeggiano nelle arcate della Sala d’Arme sono a tratti solenni, il loro sguardo non ci abbandona, sono il futuro ma anche il presente del nostro pianeta, come testimoniano le tante battaglie che portano avanti dimostrando una sensibilità e una lungimiranza maggiore di noi adulti. Qualsiasi futuro ciascuno di noi immagina non può che partire da un’ammissione del nostro fallimento”.
Le opere esposte all’interno della Sala d’Arme nascono da una rilettura del passato di questo luogo, un tempo la sede dedicata al corpo di guardia e all’armeria del Palazzo. Camilla Alberti schiera così al centro dello spazio un esercito di sculture, creature ibride e aliene immaginate per sopravvivere ai confini della realtà, che si inseriscono all’interno di una ricerca che combina l’osservazione delle rovine contemporanee all’immaginario mitologico e fiabesco dei mostri. In The Adoubement: Ceremony for Extremophile Bodies (La Vestizione: cerimonia dei corpi estremofili). Attraverso un processo di ‘archeologia urbana’, l’artista recupera oggetti abbandonati o scarti industriali per assemblarli insieme a elementi naturali (come arbusti e tronchi) e ad altri materiali (tra cui alluminio e gesso) creando figure stranianti, affilate e intricate, allo stesso tempo respingenti ma affascinanti, che procedono non curanti della nostra presenza. Sempre negli spazi dell’antica armeria di Palazzo Vecchio, Anouk Chambaz presenta una videoinstallazione dal titolo Le Sentinelle, undici ritratti di bambini posti alla guardia di un tesoro misterioso, immersi in un silenzio a tratti assordante. Come personaggi di frontiera i bambini sono i guardiani del nostro futuro e nella loro calma ci osservano, rivolgendo i loro volti al presente. Stanno, resistono, manifestano e urlano. È difficile rimanere indifferenti, il loro sguardo innocente diviene sovversivo, pronto a sfidare i confini definiti dagli adulti per entrare nell’ambito del magico oltre la razionalità, immaginando e pretendendo un Futuro.
La mostra prosegue all’interno delle sale del Museo Novecento, dove Camilla Alberti presenta una serie di ricami realizzati con macchine industriali multi-teste. Collegandosi alla tradizione tessile di famiglia – che da oltre trent’anni guida un ricamificio nella provincia di Varese – l’artista realizza opere ispirate al mondo vegetale e fungino, focalizzandosi sui processi che li attraversano e gli organismi che li abitano. L’osservazione delle capacità di organizzazione, flessibilità, adattabilità e co-esistenza di questi ecosistemi non possono che sollevare domande su cosa siano in realtà l’intelligenza, il dialogo, la vita.
Un linguaggio sottile e poetico connota la produzione artistica di Anouk Chambaz, che ci porta a riflettere sul complesso rapporto tra la fascinazione per una natura selvaggia e il nostro desiderio recondito di poter addomesticare la bellezza. Marica – ninfa dell’acqua e signora degli animali – è il ritratto di Donatella di Cola, nata come apicoltrice e poi diventata allevatrice di farfalle dopo che una di loro aveva attaccato l’habitat delle sue api. Invece che combattere il parassita, l’allevatrice ne fa il motore di una nuova esperienza, trasformando un fallimento in opportunità. Un forte legame unisce la donna ai suoi insetti. Questi vengono curati con attenzione e protetti per salvaguardarne l’estinzione, eppure come ogni demiurgo Donatella decide il loro ciclo vitale: le uova si schiudono, i bruchi perdono la pelle e le crisalidi si trasformano solo quando lei decide di farle crescere nel suo laboratorio, come un moderno Frankenstein.
Un dialogo che intende porre l’accento sull’ecologia, la sostenibilità e il cambiamento climatico, attraverso lo sguardo di due giovani artiste protagoniste, per la prima volta, a Firenze.
*La mostra aprirà al pubblico l’8 dicembre in Sala d’Arme e il 9 dicembre al Museo Novecento.