Il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale – TPC di Monza presenta i risultati dell’attività operativa dell’anno 2021

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Il TPC di Monza presenta i risultati dell’attività operativa del 2021 - “Venere e Amore”, attribuito all’artista napoletano Domenico MORELLI
“Venere e Amore”, attribuito all’artista napoletano Domenico MORELLI

Il TPC di Monza presenta i Il TPC di Monza presenta i risultati dell’attività operativa dell’anno 2021risultati dell’attività operativa dell’anno 2021

Il 2021 non sarà ricordato solamente come l’anno in cui tutta l’Italia ha reso omaggio al Sommo Poeta Dante Alighieri, nei 700 dalla morte, per la strenua lotta al coronavirus o per i 450 anni dalla nascita di Caravaggio, ma anche per il 200° anniversario della morte di Napoleone a Sant’Elena e per la caduta di Kabul in mano ai Talebani.

Oltre a tutto ciò, tra i tanti eventi per cui dovrebbe essere ricordato il 2021 vi è anche la silenziosa e diuturna attività condotta dal Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale. Tra i 16 Nuclei distribuiti sul territorio nazionale, il Nucleo TPC competente sull’intera regione Lombardia trova la sua sede, sin dal 1996, presso la Villa Reale di Monza. Il Nucleo Carabinieri TPC di Monza nel corso del 2021, nell’ambito delle molteplici attività investigative avviate su una regione che conta quasi 10.000.000 di abitanti disseminati su un territorio di poco meno di 24.000 km2 ha deferito in stato di libertà 92 persone tra cui 36 per ricettazione, 12 per furto e ben 31 per contraffazione di opere d’arte. Un anno che ha sì registrato un aumento dei furti di beni culturali (26 nel 2020 e 51 nel 2021), ma in cui si è riusciti a sottoporre a sequestro oltre 200 beni antiquariali, archivistici e librari nonché 416 beni archeologici.

Il Maggiore Claudio Sanzò, comandante del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Monza, tiene a precisare che anche il settore dell’arte contemporanea è oggetto delle attenzioni di malintenzionati tant’è che in questo ambito sono stati sequestrati 114 falsi per un valore stimato di oltre 4 milioni di euro qualora i beni fossero stati immessi sul mercato come autentici.

Un territorio vasto ed eterogeneo caratterizzato da ben 11 siti UNESCO, 3 riserve della biosfera ed altrettante Città creative nonché da un patrimonio immateriale da tutelare come i “Saperi e saper fare liutario della tradizione cremonese”, “l’arte dei muretti a secco” in Valtellina e la “Transumanza alpina”. Una regione ricca di arte e cultura che ha visto nel corso dell’anno passato, i carabinieri del TPC impiegati non solo in attività repressiva, ma anche e soprattutto in quella preventiva: sono stati 19 i sopralluoghi per l’accertamento dello stato di sicurezza di musei/biblioteche/archivi, 33 alle aree archeologiche; 60 i controlli ad aree tutelate da vincoli paesaggistici / monumentali ed oltre 300 i controlli ad esercizi antiquariali e commerciali.

Risultati possibili grazie all’impegno ed alla professionalità del personale specializzato, ma anche merito della stretta collaborazione con i reparti dell’Arma territoriale e degli altri Reparti Speciali, i funzionari delle Soprintendenze, le Diocesi nonché con i privati, Archivi e le Fondazioni degli artisti.

Una continua attività di controllo del mercato, delle attività commerciali, fisse, ambulanti e dell’ormai diffuso mercato online; attività che ha visto oltre 2000 beni culturali sottoposti ad accertamento fotografico mediante la comparazione con le informazioni contenute nella “Banca Dati dei Beni Culturali Illecitamente sottratti”, la banca dati di opere d’arte rubate più grande del mondo e strumento investigativo fondamentale nella quotidiana attività di tutela del Nostro patrimonio culturale.

“Questi sono però dati freddi che rappresentano solo un modo per illustrare, attraverso i numeri, uno spaccato della attività che svolge il Comando TPC da quel lontano 3 maggio 1969; infatti a prescindere dalle attività di controllo dei livelli di sicurezza dei luoghi della cultura, le perquisizioni, i sequestri e gli eventuali deferimenti che poi trovano spazio nelle pagine della cronaca nazionale e internazionale, ritengo che il miglior strumento di prevenzione e sicurezza sia l’investimento sul fattore umano che sicuramente permette di realizzare in concreto le funzioni di tutela, conservazione, valorizzazione e protezione del bene culturale”.

Il personale del Nucleo TPC di Monza ha infatti partecipato a numerosi incontri con gli studenti delle scuole lombarde -sia online che in presenza- nell’ambito dei contributi dell’Arma dei Carabinieri alla formazione della “Cultura della legalità”, proprio per divulgare e sottolineare l’importanza della tutela dei beni culturali e del paesaggio in quanto espressivi della nostra identità.

Tra gli eventi maggiormente significativi del 2021 si segnalano:

  • –  la restituzione, al Libano, di una lastra contenente 13 pesci fossili (diplomystus), risalente al periodo Cretaceo libanese (145,5 – 65,5 milioni di anni fa)
  • –  il sequestro e la restituzione dell’opera intitolata “Loth avec ses deux filles lui servant à boire”, razziata nel 1944 dai Nazisti ai danni una famiglia di ebrei residenti in Alsazia, a Strasburgo
  • –  Il dipinto a olio su tela “Venere e Amore”, attribuito all’artista napoletano Domenico MORELLI (1826-1901), è stato recuperato dai Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Monza. Il recupero dell’opera, delle dimensioni di 22×42,5 cm, è stato possibile grazie alle attività di controllo e alle mirate verifiche che il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) svolge sui cataloghi d’asta nazionali ed esteri. L’indagine era stata avviata il 2 marzo 2020 dai Carabinieri monzesi su segnalazione dei militari della Sezione Elaborazione Dati del Comando TPC, che gestisce la “Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, il più grande database di opere d’arte rubate al mondo.

I Carabinieri del Reparto specializzato dell’Arma avevano individuato il bene in vendita presso una casa d’aste romana. I primi accertamenti condotti dallo speciale Nucleo brianzolo hanno permesso di appurare che il bene era effettivamente quello trafugato, insieme ad altri, la notte tra il 17 ed il 18 gennaio 1996 da un esercizio antiquariale milanese. Nel corso delle investigazioni è quindi emerso che un privato romano aveva commissionato la vendita del bene d’arte alla casa d’aste capitolina.

Il dipinto, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, è stato restituito al legittimo proprietario.

la “Madonna con Bambino” attribuita all’artista Marco D’Oggiono (1470:1524)
la “Madonna con Bambino” attribuita all’artista Marco D’Oggiono (1470:1524)
  • –  la “Madonna con Bambino” attribuita all’artista Marco D’Oggiono (1470/1524) trafugata nella metà del XX sec. dalla pinacoteca della “Veneranda Biblioteca Ambrosiana è stata recuperata e restituita al legittimo proprietario
  • –  Il dipinto a olio su tela raffigurante “Santa Margherita da Cortona” è stato restituito dai Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Monza. L’indagine era stata avviata nel decorso mese di aprile, quando il bene è stato individuato in un esercizio di commercio antiquariale di Cremona nel corso di uno dei consueti controlli amministrativi. I militari del Nucleo brianzolo hanno immediatamente provveduto a verificare la presenza del dipinto nella “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, il più grande database di opere d’arte rubate al mondo. L’esito positivo dell’accertamento ha consentito di verificare che il dipinto era parziale provento di furto consumato il 22 gennaio 1985 nella Chiesa di San Bassano di Pizzighettone (CR). Le conseguenti investigazioni hanno permesso di deferire alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cremona uno dei soci dell’attività commerciale ispezionata che lo aveva acquistato in un mercatino antiquariale milanese. La tela, su disposizione dell’autorità giudiziaria che ha coordinato l’attività investigativa, è stata restituita all’Ente ecclesiastico di appartenenza.

– dopo 75 anni è stato restituito ai legittimi eredi il disegno attribuito all’artista emiliano Giacomo Cavedone (1577 –1660), realizzato a gessetto su due lati e intitolato “A study of a priest holding a book” (recto) e “a study of the standing figure of a young soldier” (verso), recuperato dai Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Monza, con la preziosa collaborazione dell’ Holocaust claims processing office di New York e Federal Bureau of Investigation (FBI). Il disegno fu sequestrato da una villa a Brno nel 1939, poi venduto a un’importante casa d’aste londinese nel 1946, acquistato in seguito da un mercante d’arte finlandese e da uno veneziano poi. l’opera insieme ad altre settecento appartenenti alla collezione di disegni di antichi maestri era custodita in una casa privata a Brno. nella primavera del 1939 l’abitazione fu confiscata dalla Geheime Staatspolizei (Gestapo) che, secondo quanto è stato possibile ricostruire, trasformò lo stabile in alloggi per i soldati. secondo le deposizioni di diversi testimoni, l’intera collezione di disegni, che si trovava nella villa, vi rimase anche dopo lo sfratto dei proprietari, ma il destino della maggior parte delle opere della collezione non è del tutto noto.