La bellezza delle parole
In occasione dell’anniversario della nascita di William Butler Yeats (Dublino, 13 giugno 1865 – Roccabruna, 28 gennaio 1939), poeta insignito del premio Nobel per la letteratura (1923), vi proponiamo quattro tra le sue poesie più belle e famose.
«Per la sua poetica sempre ispirata, che con alta forma artistica ha dato espressione allo spirito di un’intera nazione.» |
(Motivazione del Premio Nobel, 1923) |
Le poesie di William Butler Yeats
Pena d’amore
Il clamore d’un passero sulle grondaie,
La luna brillante e tutto il latteo cielo,
E tutta quella famosa armonia di foglie,
Avean cancellato l’immagine dell’uomo ed il suo grido.
Una fanciulla sorse che aveva labbra rosse e dolenti
E sembrava la grandezza del mondo in lacrime,
Condannata come Odisseo e le navi travagliate
E orgogliosa come Priamo assassinato con i suoi pari.
Sorse, e sull’istante le grondaie piene di clamore,
Una luna che si arrampicava su un vuoto cielo,
E tutto quel lamento delle foglie,
Potevano soltanto comporre l’immagine dell’uomo e il suo grido.
Quando sarai vecchia
Quando sarai vecchia e grigia e di sonno onusta,
e sonnecchierai vicino al fuoco, prendi questo libro
e lenta leggi, e sogna il dolce sguardo
che avevano un tempo i tuoi occhi, e la loro ombra profonda.
In molti amarono i tuoi attimi di felice grazia
e amarono la tua bellezza con amore falso o vero,
ma un uomo solo amò la tua anima pellegrina,
e amo le pene del viso tuo che incessante mutava.
Piegati ora accanto all’ardente griglia del camino
e sussurra, con qualche tristezza, come l’amore scomparve,
e vagò alto sopra le montagne,
e nascose il suo viso in uno sciame di stelle.
I vecchi che si ammirano nell’acqua
Ho udito i vecchi, i vecchissimi, dire:
‘Tutto muta,
E a uno a uno noi scompariamo’.
Avevano mani simili ad artigli, e le ginocchia
Contorte come i pruni antichi
Presso le acque.
Ho udito i vecchi, i vecchissimi, dire:
‘Tutto ciò che è bello trascorre via
Come le acque’.
La seconda venuta
Turbinando nel cerchio che si allarga
Il falcone non può sentire il falconiere
Le cose cadono a pezzi, il centro non può tenere.
Pura anarchia dilaga nel mondo
La marea insanguinata s’innalza e dovunque
La cerimonia dell’innocenza è annegata.
I migliori mancano di ogni convinzione mentre i peggiori
Sono pieni di intensità appassionata.
Certo è imminente una rivelazione
Certo è imminente la seconda venuta
La seconda venuta! Difficile pronunciare queste parole
Un ampio squarcio fuor dallo Spiritus Mundi
Tormenta la mia visione;
Da qualche parte nelle sabbie del deserto
Una forma con il corpo di leone e la testa di uomo
Bianco lo sguardo e senza pietà come il sole
Muove le sue cosce lente. Tutto intorno
Spirali fosche di uccelli del deserto.
La tenebra discende: adesso intendo
Che venti secoli di granitico sonno
Erano condannati all’incubo da una culla ondeggiante
E quale bestia orrenda, ora che alfine è venuta la sua ora
Striscia verso Betlemme per venire al mondo?