“Il mio lavoro non riguarda la forma.
Si tratta di vedere.
Sono entusiasta di vedere le cose,
e mi interessa il modo in cui pensi che le altre persone abbiano visto le cose” R. Lichtenstein
Chi è Roy Lichtenstein
Nasce a New York il 27 ottobre 1923. Si diploma alla New York’s Franklin School for Boys, frequenta l’Art Students League di New York, e si iscrive ad un corso di Arte all’Università dell’Ohio. Dal ’43 al ’46 si arruola come tecnico e partecipa alla Seconda Guerra Mondiale e una volta rientrato riprende gli studi e frequenta i corsi di pittura di Hoyt Sherman e si iscrive alla Scuola di specializzazione in Belle Arti. Roy Lichtenstein ha dimostrato fin da giovane il suo interesse per l’arte e per l’immagine seriale.
I suoi primi lavori sono stampe (xilografie e litografie) firmate e numerate che riprendono la lezione concettuale di Walter Benjamin secondo cui “L’opera d’arte riprodotta diventa inmisura sempre maggiore la riproduzione di un’opera d’arte predisposta alla riproducibilità”. È in queste sue prime opere degli anni ’50 che troviamo la radice POP del suo lavoro. Lichtenstein si muove tra astrattismo, Modernismo ed Espressionismo, verso una nuova personale ricerca formale.
“Non sono contro l’industrializzazione, ma deve lasciarmi qualcosa da fare. Non disegno un’immagine per riprodurla, ma per ricomporla”. R. Lichtenstein
Riprende l‘immaginario degli indiani d’America e dei cow-boy – pionieri della cultura americana e ci spiega il perchè: “Picasso ha usato elementi africani, l’America ha usato quelli dei suoi indiani”. I suoi “puntini” – che lo hanno reso celebre in tutto il mondo è un punto di arrivo nella sua ricerca formale di una nuova espressività artistica.
“I puntini possono rappresentare una superficie stampata e quindi “piana”, ma, di contro, diventano atmosferici e intangibili – come il cielo”. R. Lichtenstein
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Dai puntini, nel 1965, arriva all’uso del Rowlux, un tipo di plastica lenticolare che rimanda alle forme del puntinato Ben-Day verso la definizione di un nuovo linguaggio artistico industriale. “Il Rowlux è proprio un materiale interessante, ha una qualità riflettente in grado di simulare il cielo, o l’acqua, sia l’uno sia l’altro,poiché è amorfo. È una specie di natura già pronta. Sembra avere profondità, il che lo rendesimile all’acqua vera o al cielo reale. Dato che fa convergere la luce, si ottengono riflessi brillanti che fanno sì che le immagini siano più simili a paesaggi reali che a superfici dipinte… come acqua vera, che riflette la vera luce del sole. Un modo molto conveniente di riprodurre il cielo o acqua”.
Se la pennellata era simbolo e strumento della pittura del passato, il puntinato Ben-Day diventa il mezzo della riproduzione meccanica dell’opera di Lichtenstein. Ed è il successo: le suo opere sono oggi emblemi della Pop-Art, esposte nei grandi musei e in prestigiose collezioni e protagoniste di grandi mostre.
In breve, io sono interessato al modo in cui il mio lavoro può trasporre queste tecniche classiche, solo che non è classico, sembra un fumetto.
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