Quando la Tecnologia e le Neuroscienze incontrano l’Arte e la Fotografia, possono nascere dei progetti di grande interesse che portano da una parte un progresso nella ricerca scientifica e dall’altra ci proiettano verso una nuova dimensione estetica. In questa direzione vi invito ad approfondire e scoprire “NEFFIE”, acronimo di “Neuroestetica Fotografica”, un progetto interdisciplinare volto a esplorare le possibilità offerte dall’applicazione dell’Intelligenza Artificiale al mondo dell’esperienza neuroestetica – e non solo. NEFFIE ha come obbiettivo la creazione di un laboratorio esperienziale e sperimentale in cui possano convergere Fotografia, Neuroscienze, Intelligenza Artificiale, Realtà Aumentata, Realtà Virtuale, NFT e Metaverso. Dietro a questo tanto pionieristico quanto interessante progetto in continuo divenire, incontriamo Alberto Sanna, Direttore del Centro di Ricerca Advanced Technology in Health and Well-Being dell’Ospedale San Raffaele di Milano – e Francesca Pola, professoressa associata di storia dell’arte contemporanea all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Ho avuto il piacere di conoscere l’ing. Sanna e la Prof.ssa Pola e da questo incontro è nata l’idea di fare questa intervista per raccontare ed approfondire il loro lavoro e – ovviamente – NEFFIE – www.neffie.eu -.
NEFFIE è curato e sviluppato dalla collaborazione tra il Centro di Ricerca Tecnologie Avanzate per la Salute e il Ben-Essere dell’Ospedale San Raffaele, e ICONE, Centro Europeo di Ricerca in Storia e Teoria dell’Immagine dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
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L’intervista ad Alberto Sanna e Francesca Pola
RP: Quando nasce il progetto NEFFIE e con quale scopo?
AS: le mie prime idee e intuizioni riguardo a ciò che ora è il progetto NEFFIE hanno iniziato a sedimentarsi circa una decina di anni fa, quando decisi di riprendere ad occuparmi di fotografia, mia grande passione giovanile, dopo averla abbandonata proprio nel momento in cui le nuove tecnologie digitali stavano sostituendo l’analogico in concomitanza ad un’intensa attività di ricerca in campo tecnologico e medicale all’Ospedale San Raffaele. Ormai Direttore del Centro di Ricerca Advanced Technology in Health and Well-Being dell’Ospedale San Raffaele di Milano, pensai che dovevo trovare un modo per recuperare tale vocazione, reinventando e reinterpretando la mia linea autoriale di gioventù, alla luce delle conoscenze e delle competenze acquisite nel corso dei miei anni da ricercatore. La risposta mi si presentò davanti agli occhi sotto forma di due mie fotografie di graffiti metropolitani, la prima era “Ama il tuo muro”, copertina di un catalogo che non ho mai realizzato, la seconda recitava “Voglia di te”: la scritta era posta accanto ad un’immagine sfocata del Duomo di Milano, in relazione alla quale cambiava il proprio significato, diventando una dichiarazione d’amore per l’icona della città lombarda. I due elementi metropolitani venivano correlati dall’occhio e dalla mente dell’osservatore, anticipando il senso del progetto NEFFIE e del suo meccanismo neuro-estetico. Ad oggi, la Neuroestetica Fotografica è un linguaggio visuale codificato in grado di stimolare in noi una serie di meccanismi emotivo-cognitivi che vengono raccolti attraverso specifiche tecnologie e biosensori, quindi elaborati da un algoritmo di Intelligenza Artificiale ed interconnessi tra loro in un Metaverso collettivo. Il progetto è stato presentato in diversi contesti internazionali con l’obiettivo di rendere consapevoli gli individui rispetto alle proprie esperienze visuali, ormai assuefatte dal continuo bombardamento di stimoli visivi di ogni tipo ai quali ci sottopone la nostra “società dell’immagine”. I riscontri ampiamente positivi ricevuti in tali occasioni ci hanno condotto a pianificare la nostra più recente Esposizione Virtuale in tempo reale n. 4 di fine ottobre, presso la prestigiosa Galleria Beatrice Burati Anderson di Venezia, e con la collaborazione di Annamaria Orsini, come omaggio esplicito all’iconica operazione artistica di Franco Vaccari alla Biennale del ’72 nella sua Esposizione in tempo reale n. 4: lascia su queste pareti una traccia fotografica del tuo passaggio.
FP: vorrei ricollegarmi al concetto di immagine introdotto dall’Ingegner Sanna per motivare la collaborazione tra il Centro di Ricerca Advanced Technology in Health and Well-Being e ICONE, Centro Europeo di Ricerca in Storia e Teoria dell’Immagine dell’Università Vita-Salute San Raffaele, che ha permesso di unire all’innovazione tecnologica una riflessione storico-teorica strutturata, in grado di cogliere la specificità delle grandi trasformazioni tecnologiche ed espressive portate in atto dalla rivoluzione digitale non solo a livello strumentale, ma nella stessa concezione dell’immagine e del suo pensiero. È sul dialogo fecondo tra queste due polarità, solo apparentemente irrelate ma in realtà profondamente interconnesse, che si basa il progetto NEFFIE nella sua natura autenticamente multidisciplinare e collaborativa, configurandosi come un unicum nel panorama di ricerca contemporaneo. Il suo obiettivo è la creazione di un laboratorio esperienziale e sperimentale in cui possano convergere Arte, Fotografia, Tecnologia e Neuroscienze, producendo una consapevolezza sempre più diffusa e condivisa delle nostre esperienze cognitivo-emotive, dove l’immagine non è una componente accessoria, ma è essenziale e fondante il Benessere umano nel suo significato più ampio e autentico. La Neuroestetica Fotografica, pertanto, dà forma tangibile ed esperienziale alla missione condivisa dell’Ospedale e dell’Università Vita-Salute San Raffaele di promuovere e garantire la salute dell’Essere Umano intesa come uno stato di Ben-Essere fisico, mentale e relazionale, strettamente intrecciato allo sviluppo culturale e creativo e finalizzato al miglioramento della qualità della vita individuale e collettiva.
NEFFIE è un progetto tanto affascinante quanto innovativo e si sviluppa su tre macrolivelli: le metapictures, la piattaforma tecnologica NEFFIE che trasforma le “metapictures Neffie” in “metapicures Coffie” ed infine un programma culturale dedicato. Per quanto concerne le NEFFIE, parliamo di fotografie che hanno delle particolari caratteristiche: potete spiegarcele?
AS: le fotografie che ho realizzato per NEFFIE sono frutto di un’attività sedimentata nel tempo, il risultato di una ricerca fotografica intensa che mi accompagna fin da quando sono giovane. Si tratta di scatti fotografici assolutamente unici e particolari, senza alcun tipo di post-produzione, che colgono quel preciso istante temporale in cui un’immagine effimera si crea su una superficie riflettente e traslucente, generando meccanismi imprevisti di aggregazione semantica che stimolano l’occhio e la mente dell’osservatore. Mi piace definirle “metapictures”, termine che ho mutuato da W.T.J. Mitchell, uno dei padri della cultura visuale contemporanea, per definire una sorta di “annidamento” di un’immagine dentro l’altra. Il primo esempio che mi viene in mente, essendo appena stato a Venezia per la nostra Esposizione Virtuale in tempo reale n. 4, è la fotografia intitolata The Schrödinger’s Lover, dove il riflesso del canale veneziano sulla vetrina di un negozio d’abbigliamento crea una meta-immagine effimera che è quella della mano del manichino che sembra afferrare la gondola, allontanandola da sé oppure trattenendola: le interpretazioni possono essere molteplici e ricombinanti. Tali ambiguità visuali sono ulteriormente arricchite da altre caratteristiche quali la relazione della metapicture con il proprio testo e la propria grafica, la sua relazione con le altre metapictures, il loro testo e la loro grafica e la relazione tra le ambiguità del linguaggio visuale e quelle del linguaggio testuale. In questo caso, il titolo dello scatto richiama un famoso paradosso di fisica quantistica, illogico e contro-intuitivo, basato su alcuni concetti chiave come quello di sovrapposizione quantistica e di multiverso, che trovano nella fotografia una loro espressione visiva e artistica. The Schrödinger’s Lover è, infatti, una metapicture generatrice di molteplici storie, di molteplici multiversi narrativi tutti basati sull’interazione tra la mano del manichino, la gondola nel canale veneziano ed un confine tanto immaginario quanto reale. La sovrapposizione semantica dell’immagine genera interpretazioni che sono tutte contemporaneamente e potenzialmente vere fino al momento in cui l’osservatore non ne sceglie una (o più di una) attualizzandola con il proprio sguardo in relazione all’interpretazione emotivo- cognitiva derivante dal proprio vissuto. Anche la grafica del titolo è evocativa: la “ö” di Schrödinger è posta in perfetta corrispondenza con l’asse di simmetria dell’immagine e, dunque, dialogante con essa nell’amplificare l’ambiguità interpretativa tra continuità e separazione. Il mio auspicio è che questo tipo di immagini semanticamente complesse ci “insegnino” a leggere la realtà in profondità, con occhi sempre nuovi, correlando i suoi elementi visuali per creare delle narrazioni.
RP: Dalle NEFFIE alle “Coffie”: qui il passaggio è decisamente molto interessante – è il cuore del progetto. Ci spiegate come vengono generate le “metapictures Coffie” e quale tecnologia viene impiegata per realizzarle?
AS: il processo di generazione delle metapictures Coffie coinvolge la piattaforma tecnologica NEFFIE, cioè una cabina per fototessere tecnologicamente rivisitata e adibita a piattaforma d’arte, al cui interno si svolge l’esperienza attiva di colui che io definisco “Autore di Secondo Livello” o “Osservatore Secondario”. Nella pratica, l’osservatore entra nella cabina e indossa una serie di biosensori non invasivi che estrapolano le risposte cerebrali, emotive e cognitive provenienti dall’attività elettroecenfalica (EEG), dal movimento oculare (Eye Tracking), dall’attività elettrodermica (EDA), dalla frequenza cardiaca (PPG) e dalle espressioni facciali (FER). A questa persona viene mostrata, a sua scelta, una delle metapictures Neffie scattate dal cosiddetto “Autore di Primo Livello” o “Osservatore Primario”. Successivamente ha luogo il processo di osservazione e di interpretazione dell’immagine, durante il quale i biosensori – EEG, EDA, PPG, FER e Eye tracking – acquisiscono una serie di dati neurofisiologici, che sono poi rielaborati da un algoritmo di Intelligenza Artificiale. L’algoritmo ricostruisce il processo neurofisiologico e genera una reinterpretazione dell’immagine osservata che è risultato tangibile della nostra esperienza neuroestetica, nonché della nostra identità visiva: la metapicture Coffie (acronimo di “Fotografia Cognitiva”). Ciascuna metapicture, oltre ad essere fisicamente disponibile nelle mani dell’osservatore, è poi indicizzata sulla piattaforma Ethereum associata a un NFT e connessa alle altre nel Metaverso NEFFIE.
FP: credo che di tutta la grandissima produzione di fotografie offerta dal panorama contemporaneo, le metapictures Coffie rappresentino certamente un genero unico. Rispetto alle macchine fotografiche digitali “tradizionali”, basate semplicemente sulla rilevazione dei parametri di densità e colore, la cabina delle fototessere NEFFIE aggiunge un maggiore livello di complessità e di profondità rappresentato da sensori che estrapolano informazioni soggettive cognitive, rielaborate poi dall’Intelligenza Artificiale. La tecnologia alla base è complessa, ma i suoi scopi sono semplici: riconsegnare nelle mani del singolo individuo la sua identità di sfaccettata e irripetibile esperienza visuale, dando forma tangibile a quel punctum di cui parlava Roland Barthes ne La camera chiara, quel dettaglio che “punge” proprio me e nessun altro in virtù della sua capacità di rievocare storie e avvenimenti personali, indice di una modalità di percezione della realtà che è unica per ciascuno di noi. Ognuna di queste fotografie cognitive è poi interrelata alle altre nel Metaverso NEFFIE, dando vita a un luogo di condivisione e di scambio reciproci, il cui scopo principale è il riconoscimento e l’arricchimento individuale e collettivo, dando vita a un’estetica “generativa” di relazioni e non semplicemente rappresentativa, che consente di ripensare a nuove forme di socialità inclusiva, partecipativa e digitale, nonché a nuove forme di intelligenza “connettiva”, invece che semplicemente “collettiva”, così come definite rispettivamente da Derrick de Kerckhove e Pierre Lévy.
RP: Quali studi a livello scientifico e neuroscientifico sono stati messi in campo per riuscire a tradurre la risposta emotiva e cognitiva di un’immagine a più livelli di lettura in una nuova immagine?
AS: le attuali ricerche sui meccanismi neurali alla base delle nostre esperienze percettive devono molto al lavoro pionieristico di studiosi quali Changeux, Ramachandran, Hirstein e Zeki, che sono punti di riferimento anche per lo sviluppo del nostro progetto. Ad oggi possiamo dire che l’esperienza estetica coinvolge aree cerebrali deputate a diverse funzioni: partendo dalle regioni occipito-temporali per l’analisi visiva e il riconoscimento dell’identità degli stimoli, si passa alle regioni fronto-parietali associate al cosiddetto “sistema-specchio” per l’analisi degli aspetti cinematici, arrivando fino alle regioni cerebrali meso-limbiche quali insula, amigdala e corteccia orbifrontale per l’analisi degli aspetti “edonici” dell’esperienza estetica. Spesso, tuttavia, l’utilizzo della risonanza magnetica funzionale per l’identificazione di tali aree cerebrali presenta alcuni limiti fisici e temporali, come ad esempio l’impossibilità di presentare le immagini per tutto il tempo necessario all’osservatore per garantire un’accurata contemplazione o la particolarità delle condizioni in cui il soggetto si trova ad osservare tali immagini. Il progetto NEFFIE utilizza invece nuove tecnologie e sensori indossabili capaci di misurare dinamiche fisiologiche che riguardano aspetti cognitivi ed emotivi. Con l’elettroencefalografia (comunemente nota come EEG) è possibile rilevare l’attività elettrica prodotta da popolazioni di neuroni sulla corteccia cerebrale. L’eye- tracking, invece, consente di rilevare i movimenti oculari e i punti di fissazione, per identificare quali aspetti dell’immagine catturano l’attenzione dell’osservatore e arrivano alla sua coscienza. Grazie al facial expression recognition è invece possibile catturare le emozioni espresse dal volto, misurando il grado di contrazione dei muscoli facciali associati all’espressione di emozioni specifiche, come felicità, paura, rabbia o disgusto. Inoltre, misurando la risposta galvanica della pelle si può rilevare il livello di attivazione emotiva di una persona. Questa tecnica misura le variazioni delle caratteristiche elettriche della pelle, come ad esempio la conduttanza, causate dal livello di sudorazione. Infine, con la fotopletismografia (comunemente nota come PPG) è possibile misurare i cambiamenti di volume nel sangue, rilevando le variazioni di flusso sanguigno all’interno dei vasi sanguigni. L’insieme delle informazioni acquisite vengono quindi elaborate attraverso un complesso algoritmo di Intelligenza Artificiale, che ricostruisce il processo neurofisiologico generando una reinterpretazione tangibile dell’immagine osservata come risultato della nostra esperienza neuro-estetica.
RP: Da Franco Vaccari al Metaverso: il passo non è così scontato. Ci raccontate il vostro Metaverso?
FP: Il Metaverso NEFFIE si ispira, esplicitamente quanto attivamente, all’iconica operazione artistica di Franco Vaccari nella sua Esposizione in tempo reale n. 4: Lascia su queste pareti una traccia fotografica del tuo passaggio presentata cinquant’anni fa alla Biennale di Venezia del 1972. La sua opera consisteva nel mettere a disposizione dei visitatori una cabina per fototessere, accanto a una parete vuota con la scritta “Lascia su queste pareti una traccia fotografica del tuo passaggio”. I visitatori venivano invitati a inserire una moneta e a scattarsi una strip di fotografie, e ad appenderle sul muro. Chi entrava nella cabina poteva esprimersi in maniera libera e attiva, decidendo di condividere pubblicamente e istantaneamente la propria presenza. Eclissandosi come autore, Vaccari elimina la sacra triade di fotografo-macchina-soggetto e lascia all’inconscio tecnologico della macchina il compito di produrre le immagini e l’opera stessa. Come scriverà alcuni anni dopo riferendosi al suo impiego del meccanismo fotografico:
“Una volta innescato il processo, l’inconscio tecnologico della macchina, sollecitato dall’ambiente, produceva una realtà nuova che obbediva a una propria necessità; proprio il suo sottrarsi alla manipolazione, la sua resistenza a un uso personalistico, garantiva che alla fine si sarebbe visto qualcosa di nuovo e di inaspettato”. (F. Vaccari, 1979).
L’esposizione in tempo reale prendeva forma come un organismo in crescita, dando vita ad una parete piena di migliaia di strisce prodotte dal mezzo fotografico, non più considerato come un dispositivo tecnologico di controllo (la cabina che produce fototessere destinate ai nostri documenti di riconoscimento), ma come uno strumento artistico di consapevolezza ed emancipazione estetica. La Neuroestetica Fotografica recupera questo approccio nel contesto della nostra società post- digitale, eliminando la polarità fotografo-spettatore per lasciare il ruolo di “inconscio neuroestetico” all’Intelligenza Artificiale, e dando vita all’Esposizione Virtuale in tempo reale: un’azione collettiva non mediata da alcuna autorialità, che è una ipotesi di riattualizzazione contemporanea dell’iconico muro di Vaccari. Ad oggi, il Metaverso NEFFIE è un luogo di integrazione e di scambio tra differenti culture visuali, che si relazionano sulla base di queste che possiamo definire vere e proprie “immagini conversazionali”, ovvero immagini che utilizziamo per articolare i nostri dialoghi interpersonali (così le ha definite da André Gunther). In questo, i NFT (cui è associata non solo ogni singola NEFFIE, ma anche e soprattutto ogni singola COFFIE) giocano un ruolo chiave nel garantire sia l’unicità delle singole esperienze co-creative sia l’autenticità delle relazioni interpersonali tra i co-autori.
AS: per aggiungere qualche dettaglio tecnico all’ottima descrizione appena fatta dalla Prof.ssa Pola, il Metaverso NEFFIE, realizzato in collaborazione con ETT e accessibile tramite il nostro website www.neffie.eu disegnato da Engitel, è uno spazio d’esposizione virtuale nel quale si intrecciano le esperienze neuroestetiche individuali che si creano e si ricreano tra le metapictures NEFFIE e i Metadati dell’Osservatore Primario e le metapictures COFFIE e i Metadati dell’Osservatore Secondario, generando un inconscio neuroestetico collettivo. Quest’ultima parte del Codice NEFFIE dedicata al Metaverso è chiamata “Nef-tie”, dove “tie” in inglese significa propriamente “legame” e fa riferimento alle relazioni che si creano e si ricreano tra gli individui, tutti accomunati simbolicamente dal riferimento alla metapicture NEFFIE originaria. Da un punto di vista più tecnico, ciò è possibile grazie a logiche e circuiti blockchain-based: il nostro progetto ha sviluppato con il Politecnico di Milano un playground, una catena di test sulla piattaforma Ethereum che consente la tokenizzazione delle immagini in NFT, che vengono poi depositate autonomamente nel Metaverso.
RP: Il progetto NEFFIE è un progetto estremamente multidisciplinare: dalla percezione emotiva alla blockchain, dagli algoritmi di Intelligenza Artificiale al metaverso, per realizzare questo grande lavoro avete messo insieme molte “realtà” che confluiscono insieme. Avete un programma culturale dedicato – e aggiungerei necessario – per raccontare ed approfondire diverse tematiche. Potete darci qualche informazione? Quali i prossimi incontri?
FP: il nostro programma culturale multidisciplinare nasce e si fonda sull’intreccio dinamico tra innovazione tecnologica, esperienza co-creativa e riflessione storico-teorica di ambito artistico. Nel corso degli anni si è declinato in una serie di conferenze e tavole rotonde volte ad approfondire le possibili convergenze future della fotografia e delle arti visive con le neuroscienze e le nuove tecnologie: dai diversi cicli di incontri nel corso delle tre edizioni di MIA Milan Image Art Fair 2019, 2021 e 2022, fino ad arrivare al nostro più recente dialogo culturale dello scorso 26 ottobre a Venezia, presso gli spazi di Palazzo Vendramin Grimani a Venezia, sede della Fondazione dell’Albero d’Oro, che abbiamo dedicato a La transizione post-digitale tra immagine e nuove tecnologie. Fulcro della riflessione sono state le relazioni complesse e ramificate che oggi connettono immagine e tecnologie, nel panorama sensoriale e immateriale espanso dell’orizzonte post-digitale, che sta mutando e ridefinendo regole, relazioni, immaginari e sensazioni. Di fronte a tali mutamenti, la Neuroestetica Fotografica si delinea come laboratorio antropologico di sperimentazione per nuovi modi di pensare, di immaginare e di progettare, creando un fecondo terreno di dialogo tra diversi professionisti e accademici, che possano elaborare ipotesi di orientamento riguardo a tutte quelle tecnologie d’avanguardia che stanno ridefinendo, in tempo reale, l’immagine e le sue coordinate di esperienza, quali Intelligenza Artificiale, NFTs, Blockchain, Metaverso. Il programma culturale integrato al progetto NEFFIE è per noi insieme un modo di sviluppare ricerca su queste coordinate contemporanee di esperienza in divenire delle immagini e uno spazio privilegiato per poterla condividere, testare, verificare “in tempo reale”. In entrambi gli aspetti, l’obiettivo è di articolare un pensiero sull’immagine carico di consapevolezza teorica e storica, che si mette in relazione diretta con la società e il mondo presente, per costruire un futuro autenticamente e profondamente umano, proprio nel suo avanzamento tecnologico. È una vocazione attiva che accomuna il nostro centro di ricerca ICONE anche alla sua declinazione didattica più immediata, che è il nostro Corso di Laurea Magistrale in Teoria e Storia delle Arti e dell’Immagine dell’Università Vita-Salute San Raffaele, dove cerchiamo di sviluppare una formazione sulle arti che sia progettualmente e attivamente consapevole delle proprie radici storiche e teoriche, ma anche delle proprie sfide presenti e future.
RP: Le persone – e le loro percezioni – sono parte attiva nel progetto NEFFIE. Durante le mostre ed eventi in cui avete presentato NEFFIE, come ha reagito il pubblico chiamato a partecipare a quello che potremmo definire un progetto artistico sulla percezione della fotografia?
AS: la partecipazione attiva delle persone e del loro bagaglio esperienziale e percettivo è un elemento fondamentale del progetto, che vive delle singole esperienze neuroestetiche individuali. Ciò che attrae maggiormente è proprio l’idea – concretizzata attraverso la tecnologia – di entrare a far parte del processo creativo e di dare forma tangibile alle proprie reazioni emotivo-cognitive davanti ad un’immagine, molto spesso difficilmente traducibili o concettualizzabili in parole. Le singole esperienze assumono un valore artistico collettivo grazie al Metaverso, che mette in relazione un target di visitatori molto ampio: dai giovani adolescenti agli adulti, dagli esperti di innovazione e Hi-Tech a galleristi del sistema dell’arte contemporanea, dai fotografi professionisti agli amatori, tutti accomunati da un comune denominatore: il coinvolgimento attivo che NEFFIE propone. Circa 580 persone hanno sperimentato con entusiasmo la Piattaforma NEFFIE, popolando il Metaverso nel corso di eventi quali il World Artificial Intelligence Cannes Festival (WAICF) di Cannes, il MIA Milan Image Art Fair di Milano, l’esposizione alla Galleria Catherine Issert di Saint Paul de Vence, e adesso nell’occasione in corso a Venezia, presso la Galleria Burati Anderson, l’Esposizione Virtuale in tempo reale n. 4, presentata contestualmente alla 59. Esposizione Internazionale d’Arte Biennale come omaggio esplicito all’Esposizione in tempo reale n. 4 di Franco Vaccari.
RP: Scienza, arte e nuove tecnologie si stanno sempre più unendo per raccontarci da una parte l’innovazione 3.0 e i risultati di molte ricerche scientifiche e dall’altra nuovi scenari estetici che hanno la nostra attenzione. Quali le vostre riflessioni su queste interazioni in considerazione anche di possibili sviluppi futuri?
FP: per rispondere alla tua domanda vorrei fare riferimento al concetto di “ambiente tecno-estetico”, introdotto nel 2016 dal filosofo Gilbert Simodon per descrivere tutti quegli ambienti in cui individuo e società si formano reciprocamente attraverso un intreccio di sensibilità, tecnica e natura. Ad oggi, si può affermare che tutta la nostra società contemporanea è una società tecno- estetica, cioè essenzialmente ibrida e simbiotica, dove le tecnologie sono diventate non soltanto vere e proprie “estensioni dell’uomo”, come già avevano predetto le intuizioni anticipatrici di McLuhan in un suo celeberrimo saggio del 1964, ma componente imprescindibile di ogni nostro orizzonte esperienziale. D’altra parte, anche l’Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia di quest’anno, intitolata Il latte dei sogni, ha tra le sue principali tematiche la relazione tra gli individui e le tecnologie, immaginando un futuro post-umano caratterizzato da esseri ibridi e molteplici. Su questa linea, la Neuroestetica Fotografica vuole indagare ed esplorare a livello multidisciplinare questo nostro stratificato orizzonte tecno-estetico, attraverso una sperimentazione creativa delle nuove tecnologie, creando cornici di senso in cui l’Arte diviene guida e orientamento per il futuro dell’uomo negli Ecosistemi Socio-Tecnologici, nonché strumento di consapevolezza e di emancipazione culturale, individuale e collettiva.
AS: per integrare la risposta della Professoressa Pola, aggiungerei che promuovere e garantire la salute dell’uomo intesa come uno stato di Ben-Essere fisico, mentale e relazionale è alla base della missione condivisa dell’Ospedale e dell’Università Vita-Salute San Raffaele. L’Essere Umano è un unicum biologico, psicologico e spirituale, tre elementi intrinsecamente correlati che si declinano nelle tre facoltà dell’Università Vita-Salute San Raffaele: medicina, psicologia e filosofia. In tutti i miei progetti applico il modello dell’Ingegneria della Consapevolezza basato proprio sull’interrelazione tra Funzione (Corpo), Emozione (Psiche) e Relazione (Anima). Per rispondere alla tua domanda, il nostro è da sempre un pensiero integrato, multidisciplinare e transdisciplinare: già da molti anni utilizzo tecnologie avanzate come sensori, Intelligenza Artificiale e blockchain in contesti diagnostici e terapeutici. Con NEFFIE sto applicando questa stessa tecnologia al mondo dell’arte per sperimentarne limiti e potenzialità, dimostrando il potere dell’arte e dell’immaginazione come potere creativo, costruttivo e predittivo del futuro.
RP: Quali i prossimi progetti, mostre o eventi in programma?
AS: nel corso del 2022, il progetto NEFFIE è stato presentato in diverse occasioni: dal World Artificial Intelligence Cannes Festival (WAICF) di Cannes, alla Galleria Catherine Issert di Saint Paul de Vence, al Mia Milan Image Art Fair di Milano e al Computer Art Congress di Ginevra (CAC.7). Tali eventi hanno “preparato il terreno” per l’Esposizione Virtuale in tempo reale n. 4 di fine ottobre a Venezia, che è stata arricchita dall’incontro culturale presso gli spazi di Palazzo Vendramin Grimani, sede della Fondazione dell’Albero d’Oro, e da ulteriori dialoghi tenutisi parallelamente alle attività e iniziative di VeniSIA e Strategy Innovation Forum. Attualmente abbiamo in agenda il finissage dell’Esposizione Virtuale in tempo reale n. 4 in Galleria Burati Anderson, dove la cabina rimarrà fino al 24 novembre. Per quanto riguarda i prossimi progetti, posso anticiparti che stiamo lavorando alla Neuroestetica Letteraria. L’idea mi è nata da una citazione di Italo Calvino riportata da Marco Belpoliti nel suo libro L’Occhio di Calvino, dove vi è scritto che all’origine di ogni racconto calviniano “c’era un’immagine visuale”. La dimensione testuale, come quella visuale, si rivela ricca di potenzialità semantiche, interpretative e relazionali. Per questo motivo, ho in mente un progetto che ha come obiettivo l’utilizzo dei modelli di machine learning GPT-3 e GPT-J per sperimentare le enormi potenzialità creative offerte dalla generazione artificiale di un testo scritto: il Metatesto. Il progetto avrà una forte impronta autoriale ed esplorerà le nuove modalità di scrittura permesse dalla creatività computazionale tramite l’interazione, la co- creazione e il rimescolamento tra figura dello spettatore e quello dell’artista. Website NEFFIE: www.neffie.eu
Who’s Who: Alberto Sanna
Laureato in Ingegneria Nucleare al Politecnico di Milano, Alberto Sanna è Direttore del Centro di Ricerca Advanced Technology in Health and Well-Being dell’Ospedale San Raffaele di Milano. Responsabile di programmi di ricerca e coordinatore di progetti internazionali finalizzati alla promozione di comportamenti più sani e consapevoli, individuali e collettivi, negli ecosistemi socio-tecnologici: Smarter and Safer Hospital, Smarter and Healthier Life, Smarter and Healthier City, Dependability of Critical Infrastructures, con le relative attività Tech Transfer e Business Development. Ha presentato le sue attività di ricerca in oltre 150 congressi internazionali di alto livello ed è Professore di Health Informatics presso l’Università Vita- Salute San Raffaele di Milano. Tra le molteplici attività lavorative e di ricerca, è Co-fondatore di Memooria.org, piattaforma che offre servizi di archiviazione digitale e acquisizione fotografica delle opere d’arte. Fotografo d’avanguardia, nei suoi lavori convergono Arti Visive, Neuroscienze Cognitive, Intelligenza Artificiale, NFT e Metaverso, insieme alla Letteratura e ai Videogame. L’Ingegneria della Consapevolezza, TEDx Trento: https://www.youtube.com/watch?v=TMhj4Q30q0U
Who’s Who: Francesca Pola
Francesca Pola è professoressa associata di storia dell’arte contemporanea all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, dove è membro del consiglio direttivo di CRISI – Centro di Ricerca Interdisciplinare di Storia delle Idee e di ICONE – Centro Europeo di Ricerca di Storia e Teoria dell’Immagine. Insegna inoltre all’Università Cattolica di Milano e a IES Abroad, The Institute for the International Education of Students. È stata Fulbright Distinguished Lecturer Chair in Italian Studies alla Northwestern University di Chicago (2016), corrispondente italiana per “Artforum” (2015-20), curatrice di MACRO Museo Arte Contemporanea Roma (2009-2012), degli itinerari multimediali di Gallerie d’Italia (2011-2016), delle mostre Arte Contemporanea a Villa Pisani (2007-2018), e ad oggi del Museo d’Arte Contemporanea all’Aperto di Morterone. È membro del comitato scientifico dell’Archivio Cesare Zavattini di Reggio Emilia, del comitato scientifico internazionale della ZERO foundation di Düsseldorf e del comitato strategico della Fondation Walter et Nicole Leblanc di Bruxelles; ha collaborato a vari progetti espositivi ed editoriali della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia (2007-2016). Curatrice di mostre e autrice di pubblicazioni per numerosi musei, editori e istituzioni artistiche, in Italia e all’estero, ha tra i suoi principali filoni d’indagine storico- critica: l’arte italiana dagli anni ’50 agli anni ’70 e le sue connessioni internazionali, l’opera di Piero Manzoni, l’arte americana del XX secolo e le sue relazioni con il contesto italiano ed europeo, il sistema artistico contemporaneo come entità complessa e dinamica, la fotografia di Ugo Mulas, la scultura e le ricerche astratte del XX secolo; le relazioni tra arte, nuovi media e orizzonte digitale. https://www.unisr.it/docenti/p/pola-francesca
Centro di Ricerca di Tecnologie Avanzate per la Salute e il Ben-essere dell’IRCCS Ospedale San Raffaele
Il centro di ricerca diretto dall’Ing. Alberto Sanna è focalizzato sulla prevenzione delle malattie e sulla promozione del benessere con applicazioni informatiche in ambito Salute: gli eServices for Life and Health. Attraverso l’Information Technology, l’Automazione e la Robotica e in collaborazione con le principali industrie dei mercati medicale, farmaceutico, alimentare, ICT, istituti di ricerca scientifica e policy maker, si propone di abilitare e promuovere stili di vita più sani ed ecosostenibili e consapevoli, abbassando le invisibili barriere culturali, organizzative, economiche e ambientali che ostacolano lo sforzo degli stakeholders verso comportamenti più responsabili nella vita di tutti i giorni. Website https://research.hsr.it/en/centers/advanced-technology-in-health-and-wellbeing.html
ICONE – Centro Europeo di Ricerca di Storia e Teoria dell’Immagine
Il Centro Europeo di Ricerca di Storia e Teoria dell’Immagine (ICONE) dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano si prefigge di promuovere lo studio della dimensione figurale e simbolica intesa come veicolo di quel vasto patrimonio di allegorie, metafore e forme espressive che costituisce il cuore della civiltà europea, della sua identità e della sua autocomprensione, nonché il serbatoio culturale da cui attinge il pensiero nella sua continua attività critica e creativa. Indaga sia le forme espressive tradizionali della cultura dell’immagine (le arti plastiche e figurative, l’architettura, il teatro, la danza, la musica) sia l’interrogazione teorica sulla fotografia, il cinema e i nuovi mezzi espressivi elettronico-digitali. È il fulcro ideativo da cui è nato il Corso di Laurea Magistrale in Teoria e Storia delle Arti e dell’Immagine della Facoltà di Filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, che offre un percorso di formazione inedito nel panorama universitario nazionale, fondato sull’intreccio della storia delle arti con le conoscenze teoriche e gli strumenti critici delle discipline di area filosofica ed estetica. Dall’a.a. 2022/2023, il corso prevede l’avvio di un innovativo progetto di didattica digitale. Website ICONE https://www.unisr.it/ricerca/centri/icone – Corso di Laurea Magistrale in Teoria e Storia delle Arti e dell’Immagine https://www.unisr.it/offerta-formativa/filosofia/corso-di-laurea-magistrale-in-teoria-e-storia-arti-immagine