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Tre dipinti di Sandro Botticelli: tre capolavori meno noti al grande pubblico

Botticelli, Sant'Agostino nello studio

Sandro Botticelli: oltre la Nascita di Venere

La “Primavera”, la “Nascita di Venere”, “La Madonna del Magnificat” ” La Madonna della Melagrana” sono quattro dei capolavori più noti di Sandro Botticelli (Firenze, 1º marzo 1445 – Firenze, 17 maggio 1510) insieme ancora agli affreschi della Cappella Sistina al bellissimo dipinto su tavola “Marte e Venere”. Oltre a queste opere, molto conosciute nel mondo, Botticelli ha prodotto altri dipinti di altissimo livello. Andiamo a scoprire tre capolavori meno noti del Maestro Fiorentino.

1 – La Fortezza

La Fortezza, Sandro Botticelli (1470), Tempera grassa su tavola © Uffizi

Partiamo dal primo dipinto in assoluto: “La Fortezza” è la prima opera documentata di Sandro Botticelli. Raffigura la personificazione della Fortezza attraverso una giovane donna che veste un’armatura e impugna uno scettro del potere. La Fortezza è una delle sette Virtù cardinali ed rimanda alla forza e alla volontà di perseguire il bene.

L’opera è una tempera grassa su tavola ed appartiene ad un ciclo pittorico dedicato alle Virtù che era stato commissionato a Piero del Pollaiolo nel 1469 (Botticelli ne dipinse una – appunto la Fortezza). Questo ciclo – oggi conservato alle Galleria degli Uffizi- era stato commissionato per la sala dell’Udienza nel Tribunale di Mercanzia in piazza della Signoria a Firenze. Un’opera giovanile (in cui si vede l’influenza di Filippo Lippi e del Pollaiolo) che stupì tutti – in primis i committenti – per la sua bellezza.

2 – Sant’Agostino nello studio

Sant’Agostino nello studio è un affresco staccato (200×120 cm) che Sandro Botticelli ha realizzato nel 1480 circa e conservato nella chiesa di Ognissanti di Firenze. L’opera è stata commissionata dalla famiglia fiorentina dei Vespucci. Questa è un’opera giovanile del Botticelli ma già si denota chiaramente il suo stile – che negli anni si affinerà sempre più-. L’espressione che il Maestro è riuscito a dare al Sant’Agostino è da ammirare: esprime compostezza, consapevolezza e illuminazione.

Sant’Agostino, vescovo di Ippona, è qui raffigurato come un umanista proprio nel momento dell’illuminazione divina. Lo studio è ricco di preziosi libri e di altri oggetti come un calendario solare e una sfera armillare. Questa grande attenzione al dettaglio nella raffigurazione di tutti (e dei tanti) gli oggetti della stanza di Sant’Agostino – in particolare certi riflessi degli oggetti – rimandano al realismo dei pittori fiamminghi. Botticelli ha dipinto un’altra versione del soggetto, conservata agli Uffizi.

3 – La serie di Nastagio degli Onesti

Nastagio degli Onesti, Botticelli, © Museo del Prado, Madrid

Davvero eccezionali sono i quattro episodi che rappresentano la storia di Nastagio degli Onesti che Botticelli ha realizzato nel 1483. La famiglia dei Medici commissionò al Maestro Fiorentino la realizzazione di quattro pannelli da cassone che narrassero la novella di Nastagio degli Onesti, tratta dal Decameron. Questa seria voleva essere il regalo per il matrimonio  tra Giannozzo Pucci e Lucrezia Bini.

La trama della novella racconta la storia di Nastagio che respinto dalla figlia di Paolo Traversari, incontra un suo avo che si era suicidato dopo essere stato respinto dalla donna che amava. La punizione di questo avo è atroce – e Nastagio invita la sua amata e la sua famiglia per mostrargliela. La giovane donna – che lo aveva rifiutato – impaurita dalle conseguenze del suo “no”, acconsente a sposarlo.

La storia di Nastagio è ricca di elementi naturali e soprannaturali e Botticelli è riuscito qui a coniugare il suo stile con un nuovo registro narrativo fantastico (ben inusuale per lui). Sebbene a queste quattro opere abbiamo contribuito anche alcuni aiuti di bottega – questa serie è una tra le più originali della produzione artistica di Botticelli.

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