Continua il nostro approfondimento sulla tematica delle “nuove applicazioni dell’Intelligenza Artificiale nel mondo dell’Arte“. Un tema molto attuale ed interessante – oggi oggetto di riflessione e ricerca.
Esplorando ed analizzando le nuove applicazioni dell’AI all’Arte, ci siamo rivolti ad Andrea Concas, fondatore e CEO della startup dell’arte Art Backers e di Art Rights, piattaforma per la gestione e certificazione delle opere d’arte con tecnologia Blockchain, per la tutela di artisti, collezionisti, gallerie d’arte, musei, archivi d’arte. Andrea Concas ha inoltre creato il primo ChatBOT del mondo dell’Arte e pubblicato il primo libro ChatBOT (e il secondo è in arrivo) .
L’intervista ad Andrea Concas: tra AI e Arte
- Qual è oggi la dimensione dell’AI nel mondo dell’Arte?
Sembra essere ancora presto per tirare le somme su quanto stia incidendo l’AI nel mondo dell’arte e di conseguenza nel mercato. Non è un segreto tuttavia che si sta manifestando una crescente attenzione nei confronti di soluzioni in grado di rispondere alle tradizionali sfide del settore: trasparenza, valutazione, autenticità, gestione del rischio. Big data, Intelligenza Artificiale e Blockchain hanno iniziato a lasciare la propria impronta nel mondo dell’arte e sulle modalità di investimento nei beni artistici da collezione. La tecnologia sta già svolgendo un ruolo fondamentale nell’evoluzione dei servizi legati alla gestione dei patrimoni artistici, attraverso nuovi modelli di business a supporto dei servizi tradizionali per incrementare, tra gli altri aspetti, la trasparenza e migliorare la metodologia di valutazione dei dati. Sono nati strumenti che possono essere utilizzati per la valutazione e la provenienza, aumentando così la trasparenza e la fiducia nel mercato dell’arte, dando così una nuova forma al panorama degli investimenti. Nel 2018 l’Intelligenza Artificiale ha fatto il suo ingresso nel mondo dell’arte, con un impatto sensibile nella produzione di opere d’arte originali da parte di algoritmi, quale strumento nella ricerca visiva, nel riconoscimento di caratteristiche delle opere d’arte, nell’image recommendation e nella valutazione delle performance economiche di un’opera tramite l’analisi dati delle repeat sales a favore dei tre principali attori del mercato: artisti, galleristi e collezionisti. Ma l’AI diventa anche strumento, ancora in via di definizione, per l’individuazione dei falsi d’arte. Grandi potenzialità che lasciano spazio all’immaginazione nel suo utilizzo.
- AI nella produzione artistica: un nuovo metodo o un nuovo linguaggio?
Si direbbe entrambi, seppure io credo che sia più corretto pensare a un nuovo medium dell’artista. L’Intelligenza Artificiale permette all’artista di realizzare fondamentalmente due tipologie di opere: lavori realizzati con l’ausilio dell’Intelligenza Artificiale e opere create autonomamente dall’Intelligenza Artificiale. Nel primo caso la tecnologia viene vista come uno strumento che l’artista utilizza per creare le opere; nel secondo caso invece, le opere d’arte definite come “computer generated works” nascono autonomamente dall’Intelligenza Artificiale e tramite algoritmi di machine learning. I dati forniti, vengono poi rielaborati dalla macchina, che realizza nuove opere inedite. La tecnologia AI pone delle importanti sfide nel ripensamento del ruolo dell’artista, che sembrerebbe andare via via a ridimensionarsi; tuttavia ciò che sembra imprescindibile è che la creatività umana sarà individuabile nei codici dei programmi creati dall’uomo, ma utilizzati di fatto dalla macchina. Dietro di essi, almeno per ora, c’è sempre la visione e ricerca a monte dell’artista.
- Quando un algoritmo sostituisce il processo creativo di un artista. Cosa pensi del dipinto “Ritratto di Edmond de Belamy” la prima opera d’arte creata attraverso l’intelligenza artificiale (battuta da Christie’s per 432.000 dollari)?
La notizia è stata di quelle che nessuno si sarebbe mai aspettato e invece, è avvenuto. Il caso che si è verificato a New York il 25 ottobre del 2018 è davvero importante, quando la casa d’aste Christie’s ha battuto per la prima volta un’opera d’arte creata interamente dall’Intelligenza Artificiale, sancendone l’ingresso in qualità di nuovo attore nel panorama artistico. L’algoritmo che ha dato vita a 11 ritratti si è basato sulle Generative Adversarial Networks (GAN), reti generative avversarie alimentate con un insieme di immagini relative a 15.000 ritratti storici, realizzati tra il XIV e il XX secolo. Il mercato internazionale, come si è visto, è stato aperto e pronto ad accogliere il nuovo “artista”; infatti quell’unico ritratto battuto a favore di un acquirente anonimo ad un hammer price di $432.000, ha superato di ben 43 volte la base d’asta che era tra i $7.000 e i $10.000. Tuttavia non tutti hanno accolto bene il clamore che si è creato intorno all’opera e al risultato, probabilmente perché alcuni artisti che da anni lavorano con l’AI non ne hanno riconosciuto l’innovazione nella sua realizzazione; ciò che ha fatto certamente la differenza è stato nella scelta da parte del collettivo francese Obvius, che senza alcun background artistico, ha invece usato quale firma dell’opera la funzione matematica, attribuendo così all’algoritmo la creazione dell’opera e confermando la sua creatività. Una mossa che si è rivelata essere vincente, visto il risultato. Ma non dimentichiamo, che qualcuno, sempre a monte, ha deciso che l’output sarebbe stata un’opera d’arte!
- Compreresti un’opera d’arte interamente realizzata dall’Intelligenza Artificiale? Perché?
Certamente, la mia visione è che comunque dietro un’opera d’arte AI ci sia sempre un’artista, un programmatore, qualcuno che ha deciso che quella macchina, rete neurale, algoritmo, facesse qualcosa, se poi il risultato è stato inatteso, beh anche questa è arte, e nella storia dell’arte e del mercato di casi simili nati da errori o coincidenze ne abbiamo tanti. Il mondo del collezionismo è di per sé vario e articolato, gli appassionati d’arte sono davvero aperti a tutto, paradossalmente anche a comprare opere d’arte che non esistono (il collezionista Giorgio Fasol è un pioniere in questo caso). Ma come tutte le opere, anche quelle realizzate con l’Intelligenza Artificiale devono essere collezionate con raziocinio e sempre tenendo in considerazione la pratica di due diligence, che vede il collezionista impegnato a raccogliere quante più informazioni possibili sull’opera. Documento che non deve mai assolutamente mancare è proprio il Certificato di Autenticità, che va ad attestare la paternità dell’opera; al momento le modalità per collezionare arte AI sono ancora incerte, ma resta un fatto: il Certificato di Autenticità rimane il documento che dovrà sempre accompagnare anche le opere più innovative, e la sfida in questo caso è di tipo legale e tecnologica!
- Il 30 maggio hai partecipato come relatore al workshop “EXPLORING ARTIFICIAL INTELLIGENCE IN ART” . Su quali specifiche tematiche si è svolto il tuo intervento?
Sono stato veramente felice di contribuire al workshop in qualità di professionista ed esperto di tematiche legate all’Arte & Innovazione, ma soprattutto apprezzo che una grande istituzione di ricerca come il CRS4, si avvicini alla sperimentazione artistica; è un segno di grande apertura e concreta opportunità verso gli artisti ed operatori del settore. Per questo nel mio intervento sono partito proprio dal risultato dell’asta di Christie’s che abbiamo citato poco fa, quale nuovo strumento o medium per gli artisti, per poi proseguire sui diversi utilizzi dell’Intelligenza Artificiale nel mondo dell’arte. Infatti questa nuova tecnologia può supportare altri settori del sistema e del mercato dell’arte, come Business Solutions, ad esempio; infatti, se in possesso dei dati giusti, potrebbe divenire un vero e proprio Art Advisor per i collezionisti di un futuro non troppo prossimo, per garantire veri e propri investimenti in opere d’arte con rischi sempre più bassi, o ancora più performanti e su misura, secondo i gusti del collezionista o in riferimento alla sua collezione. O ancora l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella fase della due diligence, e quindi legato alla certificazione di autenticità delle opere d’arte, anche quelle digitali ovviamente, che non deve mai essere tralasciato dai collezionisti e degli operatori del settore.
Al momento la tecnologia sembra essere molto più avanti rispetto al mondo dell’arte e per gli artisti in particolare, anche se oggi trova sempre di più un impiego nell’ambito della fruizione dell’arte a favore degli appassionati, come è stato quando ho voluto utilizzare ArteConcasBOT, il primo ChatBOT del mondo dell’arte per raccontare un Leonardo da Vinci assolutamente inedito. Un aspetto che mi ha particolarmente colpito è che, durante l’evento, c’è stata una grande discussione con i partecipanti, proprio sul ruolo dell’artista, in questa rivoluzione tecnologica e culturale, e come si rapporterà anche a questa nuova sfida. Seppure siano ancora pochi gli artisti ad utilizzare l’AI e le nuove tecnologie per creare arte, da evidenziare come quest’anno proprio alla 58. Biennale di Venezia è possibile vedere le opere dell’artista tedesca Hito Steyerl con la monumentale installazione “This is the Future” che ha davvero colpito nel segno ed è il risultato della nostra contemporaneità. Un ottimo segno e dimostrazione di come l’Arte e l’Innovazione siano sempre più vicine.
- Che cos’è “ArteConcasBOT” il primo ChatBOT del mondo dell’Arte?
ArteConcasBOT è il mio personale ChatBOT del mondo dell’arte che racconta e risponde alle tue domande sui grandi artisti grazie a contenuti interattivi, video, approfondimenti, curiosità e molto altro, “quando vuoi e dove vuoi”. Il ChatBot è un sistema di messaggistica automatizzata, programmato per rispondere a domande prestabilite attraverso l’impiego di applicazioni di messaggistica, sito web e gli assistenti vocali. Le potenzialità del “machine learning” e Intelligenza Artificiale applicate al settore dell’arte, consentono ad un vasto pubblico di accedere alla conoscenza di un mondo considerato “specialistico” con un linguaggio contemporaneo, facilitato, senza perdere di qualità e contenuti. L’interazione con ArteConcasBOT interpreta i nuovi meccanismi della fruizione digitale stimolando l’utente verso un continuo interrogare, aumentando in modo esponenziale la conoscenza, l’approfondimento, la curiosità sull’artista, sulle sue opere e su tutto quello che lo riguarda proprio come nei miei video, o nei miei convegni o lezioni.
- Hai appena pubblicato il primo libro ChatBOT su Leonardo da Vinci. Qual è la differenza tra un libro e un libro ChatBOT?
Credo che la migliore definizione sia una “VISIONE”, quella di poter raccontare i grandi artisti e l’arte in una chiave unica e innovativa; l’attenzione è rivolta ai più giovani, utilizzando gli strumenti, anche tecnologici, che ogni giorno tutti noi abbiamo tra le nostre mani per andare oltre le pagine del libro stampato. Nasce così il primo Libro ChatBOT al mondo edito da Mondadori Electa, un libro interattivo, che grazie ad ArteConcasBOT, guida l’utente tra contenuti interattivi, video, approfondimenti, curiosità e molto altro, tutto a portata di smartphone con l’utilizzo delle principali “app” di messaggistica istantanea quali Facebook Messenger, Telegram, Whatsapp, Sito Web e gli innovativi assistenti vocali Google Assistant e Amazon Alexa. Grazie alle parole chiave inserite tra le pagine del libro, il lettore ha accesso, tramite ArteConcasBOT, a oltre 300 contenuti esclusivi come video, foto, quiz, link, notizie, citazioni e persino “fake news” di approfondimento. Un libro che non finisce mai di stupire, che va oltre la fisicità delle pagine e crea costantemente interazione con il lettore, una vera e propria piccola rivoluzione dell’editoria, che permette addirittura di poter chattare con l’utente e di aggiornare, o integrare, quotidianamente i contenuti speciali. Un libro che aldilà dell’innovazione tecnologica, ha un preciso studio e narrativa, in quanto la parte cartacea, comunque funziona, sotto forma di domande e risposta, da qui il titolo “100 Domande 150 Risposte” e l’artista viene raccontato in tre inedite prospettive, grazie alle domande e alle risposte sulla sua vita con #ARTIST, sulle sue opere con #ARTWORKS e sulle storie, aneddoti e il mercato con #ARTWORLD, per una nuova visione interattiva-esperienziale sul mondo dell’arte, messaggiando e ricevendo entro pochi secondi l’accesso ai contenuti speciali. Sono davvero felice di dirvi in anteprima che il 17 settembre uscirà il prossimo Libro ChatBOT, e dopo il maestro dei maestri, arriva lo street artist più famoso al mondo, BANKSY!
- L’AI può aiutare il riconoscimento dei falsi sul mercato o agevolare il lavoro di esperti e fondazioni nel riconoscimento delle opere originali?
Nel 2014, il Fine Art Expert Institute di Ginevra ha stimato che, più della metà delle opere d’arte in circolazione, sono false o di errata attribuzione. Per questo gli operatori del sistema e del mercato dell’arte sono sempre di più alla ricerca di nuove tecnologie quali soluzioni finali alla problematica dei falsi, che da sempre colpisce i collezionisti. Così anche l’AI diventa strumento per l’individuazione dei falsi d’arte. La soluzione, ancora in fase di sperimentazione, è stata sviluppata dal Prof. Ahmed Elgammal della Rutgers University, Direttore del Laboratorio di Arte e Intelligenza Artificiale, insieme al suo Team e ai ricercatori dell’Atelier for Restoration and Research of Paintings. Il processo ha previsto che invece di asportare parti dell’opera e focalizzarsi sull’analisi dei materiali, ci si sia concentrati sull’analisi di immagini ad alta risoluzione che racchiudono al proprio interno migliaia di singoli tratti e pennellate che caratterizzano l’opera d’arte originale. I particolari di un’opera, considerati tutti insieme, vanno così a formare l’impronta digitale dell’artista. Ogni caratteristica distintiva viene pertanto analizzata, archiviata e resa disponibile a un confronto con tratti e pennellate provenienti da opere d’arte la cui autenticità risulti sospetta. Nonostante i risultati di grande rilievo, il Prof. Elgammal ha sottolineato come il sistema sia ancora acerbo e ben lontano dall’essere infallibile: composizioni artistiche complesse, evoluzioni stilistiche e la presenza di possibili strati di restauro e sovra-verniciature rappresentano ancora dei limiti. Ma i passi in avanti sono davvero notevoli, e anche noi con Art Rights il primo passaporto del mondo dell’arte, stiamo lavorando in tal senso!
- Hai fondato “Art Rights”, la prima piattaforma di supporto alla gestione e certificazione delle opere d’arte basato su tecnologia Blockchain. Ci puoi spiegare di cosa si tratta?
In un mondo complesso come quello dell’Arte, fatto di regole non scritte e di zone d’ombra, le nuove tecnologie rappresentano un supporto e un’opportunità per i suoi differenti player. Art Rights è la prima piattaforma, a valenza legale ed utente certo, di supporto alla gestione e certificazione delle opere d’arte a tutela di Artisti, Collezionisti e Professionisti del mondo dell’arte. Art Rights offre l’opportunità di gestire, tracciare e valorizzare la propria raccolta d’arte, in completa sicurezza e privacy anche grazie alla tecnologia Blockchain e all’intelligenza artificiale. La piattaforma, rivolta ad Artisti, Collezionisti, Galleristi, Archivi, Musei e Fondazioni, nel rispetto dei ruoli e del diritto d’autore, consente al singolo utente, in totale privacy, di creare un certificato digitale con tutte le informazioni relative alle caratteristiche tecniche, valore, autentiche, condition report, pubblicazioni e ogni altro dettaglio a corredo documentale dell’opera, creando così un vero e proprio “passaporto dell’opera d’arte”. Queste informazioni potranno poi essere validate anche dagli altri utenti verificati, che in qualche modo sono stati coinvolti nella vita dell’opera, che confermando o meno le informazioni, daranno vita ad una vera catena di valore a supporto dell’autenticità dell’opera d’arte, creando inoltre un’opportunità di guadagno per gli stessi. Maggiori saranno le validazioni ricevute, maggiore sarà la possibilità che quell’opera effettivamente sia autentica o attribuibile all’artista. Art Rights supporta artisti, collezionisti e operatori del settore, nella gestione quotidiana della collezione e racchiude in un unico documento tramite computer, app o email, tutte le informazioni cruciali per la movimentazione, protezione, fruizione o vendita di un’opera d’arte, mettendoti in contatto con archivi e professionisti del settore.
- Seconde te, quale sarà il futuro dell’AI applicata all’arte e in quale settore troverà maggior impiego?
Credo che la domanda da porsi sarà più in generale, in quale settore, aldilà dell’arte, non sarà presente l’AI o la tecnologia? L’arte per sua peculiarità di sistema, mercato e player, oggi non è digitalizzata e quello che avviene in altri settori, nell’arte, almeno per le dinamiche di business solutions, avviene mediamente con cinque anni di ritardo. Questo processo di digital innovation e trasformation è assolutamente attuale, ed il fatto che siamo qui a parlarne è un chiaro sintomo di una volontà al cambiamento e all’innovazione. Quindi credo che anche l’arte sarà coinvolta in questa rivoluzione digitale, e l’AI giocherà un ruolo interessante quale medium o ricerca per gli artisti, per le analisi di mercato ed infine per la fruizione, gestione e valorizzazione delle collezioni proprio come il nostro lavoro di ricerca con Art Rights. Proprio in questi giorni ho girato alcune interviste video a professionisti del mondo dell’arte ed ho deciso di farle a bordo dell’auto elettrica Tesla, la macchina più innovativa del mondo che tra le sue innumerevoli funzioni presenta anche la guida automatica grazie al sapiente utilizzo dell’AI. Fino a qualche anno sembrava impensabile, e invece quest’anno mi sono ritrovato a girare a Milano a bordo di una macchina che guidava da sola mentre scambiavo due chiacchiere per i miei #ArteConcasTALKS.
Ringraziamo molto Andrea Concas per la sua disponibilità e per il tempo che ci ha dedicato per questa intervista. Per approfondimenti sul lavoro di Andrea Concas: https://www.andreaconcas.com