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Chris Soal al MAXXI: ecologie sensibili tra materia, percezione e scarto

Chimera, 2024, Discarded Beer Bottle Caps threaded onto Electric Fencing Cable, held in Polyurethane Sealant on Board, with Burnt and Unburnt Bamboo and Birch Wood Toothpicks_Photographer_ Matt Slater, Courtesy Piero Atchugarry Gallery and the Artist

Chimera, 2024, Discarded Beer Bottle Caps threaded onto Electric Fencing Cable, held in Polyurethane Sealant on Board, with Burnt and Unburnt Bamboo and Birch Wood Toothpicks_Photographer_ Matt Slater, Courtesy Piero Atchugarry Gallery and the Artist

Dal 19 ottobre al 27 novembre 2025, il MAXXI di Roma ospita nei suoi spazi del Corner la prima personale italiana di Chris Soal, tra le voci più rilevanti della scena artistica sudafricana contemporanea. La mostra, intitolata Spillovers: Notes on a Phenomenological Ecology, propone un percorso immersivo di opere inedite e site-specific, dove materiali industriali e residui urbani si trasformano in organismi scultorei, innescando riflessioni sulla materia, sull’ecologia e sulla percezione.

Scultura come proliferazione del vivente

Soal lavora con materiali poveri – stuzzicadenti, tappi di birra, cemento, carta vetrata – che non si limitano a essere riutilizzati, ma trascesi. La sua pratica non è semplicemente una poetica del riuso, ma una riflessione stratificata sulla trasformazione biologica della materia. Le sue opere evocano forme cellulari in proliferazione, strutture geologiche in sedimentazione, microcosmi viventi che sembrano emergere da una materia apparentemente inerte. Attraverso un processo di accumulazione e stratificazione, l’artista conduce lo spettatore in un’ecologia percettiva, in cui il confine tra scultura, biologia e architettura si dissolve. Il termine spillover – che dà titolo alla mostra – non è solo riferimento al fenomeno di “tracimazione” materiale e simbolica, ma anche chiave concettuale per intendere una condizione di fluida interconnessione tra i sistemi viventi e inorganici.

Fractured into form_Photographer_ Matt Slater, Courtesy Piero Atchugarry Gallery and the Artist

Materia e trasformazione: oltre l’oggetto

Il lavoro di Soal parte dalla realtà urbana, dai residui di consumo e scarto, ma ne rovescia il senso. Il quotidiano diventa metafora biologica. I materiali non vengono nobilitati, ma trasformati attraverso la loro stessa insistenza fisica. In questo, la pratica di Soal si allontana sia dalle retoriche estetizzanti del riciclo, sia da una semplice dichiarazione ecologista, e si colloca in una dimensione radicalmente fenomenologica.

L’opera non rappresenta la natura: diventa natura, nel senso più complesso del termine. E così la mostra si configura come un vero e proprio ecosistema miniaturizzato, un laboratorio poetico e formale in cui materia e percezione si fondono, restituendo al visitatore una visione critica – ma non moralistica – del nostro rapporto con il mondo materiale.

Tra ecologia e percezione

La curatela di Cesare Biasini Selvaggi – insieme alla produzione della Fondazione D’ARC e la collaborazione di Montoro12 Gallery e Piero Atchugarry Gallery – costruisce un dialogo serrato tra spazio, opere e pubblico. Il percorso si sviluppa come un’esperienza sensoriale e analitica: la scultura non si impone, ma si espande nello spazio, sollecita l’osservazione ravvicinata, invita a un confronto rallentato. La materia, da semplice supporto, si fa agente attivo di senso. E nel superamento della funzione originaria degli oggetti impiegati, la scultura diventa processo, soglia, luogo di trasformazione. In un momento storico in cui l’arte si confronta sempre più spesso con le urgenze ambientali, Soal offre una visione non ideologica ma densamente percettiva e critica.

Chris Soal Studios – 19_08_2025 – Portrait review 18 – Courtesy Piero Atchugarry Gallery and the Artist

Chris Soal: pratica artistica come riflessione ecologica

Classe 1994, con base tra Johannesburg e Città del Capo, Chris Soal si è affermato rapidamente nel panorama internazionale, con mostre in istituzioni come il Brooklyn Museum, la Norval Foundation, il Singer Laren e il FRAC MECA. La sua è una scultura di frontiera, in bilico tra rigore formale e visionarietà organica.

In un contesto artistico sempre più attento all’intersezione tra arte, scienza ed ecologia, la mostra al MAXXI restituisce la portata attuale della sua ricerca, che sfida le categorie tradizionali e propone una riflessione sulla ciclicità vita-morte-rinascita, mettendo in crisi le logiche del consumo e dell’obsolescenza.


INFORMAZIONI MOSTRA
Spillovers: Notes on a Phenomenological Ecology
Corner MAXXI, Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo
Roma, via Guido Reni 4/a
19 ottobre – 27 novembre 2025
Ingresso gratuito
Orari: martedì-domenica, 11.00 – 19.00 (ultimo ingresso ore 18.00)

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