Da un confronto di mezza estate tra due ragazzi è nata l’idea della seconda edizione del progetto culturale Nexus, pochi mesi dopo l’esordio genovese a Terrazza Colombo, in Torre Piacentini. Edoardo Rossi e Pietro Cattai sono gli autori di un programma volto a sensibilizzare il pubblico all’arte digitale che, aiutata dalla tecnologia della struttura, crea un dialogo dinamico tra artisti di fama internazionale e il territorio.
I propositi e la passione dei due giovani hanno trovato un sodalizio perfetto nella collaborazione con il giovane curatore casertano Pietro Battarra, con cui hanno lavorato a stretto contatto per la realizzazione di una mostra, anche lui incuriosito ed euforico per la possibilità di mettere la firma sulla scelta del protagonista di questa edizione, confermando la fascinosa location.
È questo il prologo che ha portato all’inaugurazione ufficiale della mostra “Echoes of the Mediterranean” di Debora Hirsch lo scorso 20 settembre. L’artista internazionale, nota da anni nel mondo tradizionale. sa da sempre ammaestrare le tecniche e i linguaggi innovativi al passo con la contemporaneità. Arte, intelligenza artificiale e natura si fondono nelle sue opere testimoniando il percorso universitario ingegneristico e l’attitudine verso temi delicati ma degni di una risonanza maggiore.
Alla serata inaugurale ha partecipato anche Rebecca Pedrazzi, curatrice e storica dell’arte, che ha lasciato un prezioso contributo durante il talk per chiarire al pubblico l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nel mondo dell’arte e le connessioni tra il digitale e le tematiche ambientali. Debora Hirsch, invece, ha avuto la possibilità di raccontare la genesi del suo lavoro e la collaborazione vincente con i due curatori, Pietro Battarra e Pietro Cattai, oltre che con l’altro fondatore di Nexus, Edoardo Rossi. Un saluto speciale è stato lasciato anche da Sarah Strufaldi, Senior Private Banker di Fineco, main partner dell’evento. Una realtà che da anni investe nella digitalizzazione e nell’innovazione nell’arte e nella cultura.
Per Terrazza Colombo Debora Hirsch ha adattato al maxischermo esterno di 150 metri quadrati, posizionato a 120 metri d’altezza, il suo capolavoro Plantalia, che sarà proiettato sino al 20 ottobre in slot orari variabili durante l’intero arco della giornata. L’installazione è il simbolo dell’evento e rappresenta la perfetta fusione tra natura, tecnologia, architettura e paesaggio e accompagnerà i visitatori alla scoperta della biodiversità mediterranea, tanto cara all’artista italo-brasiliana. L’esposizione di Plantalia è stata gentilmente concessa dalla galleria Hutchinson Modern & Contemporary di New York, in cui Debora terrà una personale il prossimo 21 novembre. Ma l’opera si inserisce in un progetto di ricerca più ampio, Plant, in cui l’artista ha deciso di registrare su blockchain le piante e i fiori estinti o in via d’estinzione, garantendo loro un’esistenza virtuale eterna e fungendo da memoria simbolica di ciò che l’umanità rischia di perdere.
“Echoes of the Mediterranean” abbraccia la bellezza e la fragilità delle specie vegetali tipiche della macchia mediterranea, con una particolare attenzione verso la biodiversità ligure. Nelle composizioni di Debora Hirsch ogni elemento è parte imprescindibile di un tutto. Se viene a mancare un’unità, tutto si sgretola, si infrange. Allo stesso modo avviene nell’ecosistema naturale in cui l’uomo deve acquisire la giusta consapevolezza.
La mostra prosegue nella sala immersiva del trentesimo piano con una serie di opere di videoarte che riprendono il percorso di Plantalia e focalizzano l’attenzione degli spettatori su tre fiori in particolare, degni di una riflessione approfondita: le due specie liguri Anacamptis Palustris e Marcus-Kochia triloba e la specie sarda Aquilegia Barbaricina. Un trittico poetico e suggestivo calato in un’ambientazione studiata nei minimi dettagli.
I fiori e le piante rappresentate, liberate dai confini fisici del proprio habitat naturale, vivono in composizioni che mettono in risalto la loro bellezza intrinseca e la loro rilevanza ecologica, facendo trasformare Terrazza Colombo a Genova in un giardino sospeso, un ponte tra mare e terra, simbolo della sottile separazione tra mondo fisico e digitale.
Il progetto non finirà qui. Nexus conferma la volontà di continuare il filone intrapreso nello scorso maggio con la prima mostra ufficiale, per rendere ogni evento un’occasione di incontro e di divulgazione ricorrente e (perché no!) con un occhio oltre i confini liguri.