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Angelo Accardi a Venezia, il sogno di Icaro vola sugli anni Ottanta

ANGELO ACCARDI, Blend-2024-165x270cm-painting on frames composition Foto di Gennaro Verdoliva

ANGELO ACCARDI, Blend-2024-165x270cm-painting on frames composition Foto di Gennaro Verdoliva

Erano gli anni ’80 quando Carlo Lizzani e Gian Luigi Rondi riportarono la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia in una posizione di prestigio e, parallelamente, la Biennale d’Arte continuò a essere uno degli eventi culturali più importanti. Artisti di fama mondiale come Joseph Beuys e Bruce Nauman esibirono le loro opere in questo autorevole contesto.

È in una calda Venezia di fine estate che si colloca la dedica di Angelo Accardi alla cultura pop degli anni ’80. Un periodo capace di influenzare, positivamente o meno, ogni aspetto della vita quotidiana. È stato, infatti, il decennio della commercializzazione di massa, dell’esplosione dei media, dell’edonismo e dell’estetica, ma anche della genesi del materialismo e del consumismo nel mondo globalizzato. Un momento contraddittorio, interpretato dall’artista tra omaggi e critiche sottili. I protagonisti dell’epoca sono rimasti impressi nella memoria collettiva.

Palazzo Donà dalle Rose ospita “Icarus’ Dream”, un raffinato labirinto tra tele di grandi dimensioni e sculture messe in gabbia, insito nel percorso dedicato alla 60esima edizione della Biennale d’Arte. Icone del cinema e della tv, animali, elementi iconografici e marchi di moda sono interpretati con l’inconfondibile stile dell’artista, padrone nell’uso dei colori e nelle composizioni di immagini.

ICARUS’ ANGELO ACCARDI
Foto di Samuele Seguso

La serata inaugurale del 4 settembre ha visto la partecipazione anche dell’artista Gianpiero D’Alessandro, noto in Italia e all’estero per la sua collaborazione con Justin Bieber come direttore creativo di Drew House. I due artisti italiani hanno lavorato a quattro mani alla creazione di alcuni dipinti. Uno degli inconfondibili orsetti di Gianpiero appare raffigurato tra gli ambienti domestici e gli struzzi di Accardi con una bomboletta a spray, arma del delitto.

Angelo Accardi, nativo di Sapri, in provincia di Salerno, racconta con le sue opere pittoriche e scultoree le icone e i miti della cultura popolare: Magic Johnson, Rambo, Jessica Rabbit, Michael Jackson. Ma un tributo speciale viene dedicato al made in Italy e a ciò che ha rappresentato per i decenni successivi: dalle invenzioni creative di Gianni Versace e Giorgio Armani alla Transavanguardia di Achille Bonito Oliva, fino alla musica di Giorgio Moroder.

ICARUS’ ANGELO ACCARDI_Foto di Samuele Seguso

A cura di Nino Florenzano, “Icarus’ Dream” è una riflessione sul desiderio innato dell’uomo di “volare alto”, del suo bisogno di riconoscimento. Perché solo chi sogna può volare. L’eccessiva fiducia e la testardaggine, però, possono tradire se stessi e, come successe a Icaro, possono portare a una tragica caduta. Angelo Accardi utilizza temi ricorrenti della sua produzione, come quegli struzzi presenti anche nella serie “Misplaced”, con la quale esordì alla Biennale d’Arte nel 2011. Gli struzzi sono il marchio di fabbrica dell’artista, simbolo delle forze contrastanti di libertà e controllo. Le grandi sculture di struzzi neri, i guardiani della soglia, si contrappongono agli struzzi confinati in voliere dorate, metafora dei sognatori intrappolati in una realtà scintillante ma limitante.

È il sogno di Icaro, ma è anche il sogno di Angelo Accardi. Una raccolta di desideri dell’artista campano, tra quelli già realizzati e quelli ancora nel cassetto. La realtà si intreccia con la fantasia in un racconto di idee, immagini, personaggi e storie che hanno segnato un passaggio epocale per lo sviluppo della società contemporanea. La mostra rimarrà visitabile sino a domenica 24 novembre, nel frattempo Angelo Accardi sta già lavorando su future esposizioni, con uno sguardo su Napoli e su Miami.

 

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