NotiziArte

Sul Golfo a tempo di danza: a Napoli l’installazione sociale di Marinella Senatore

Courtesy Comune di Napoli

“Napoli Contemporanea” riparte da Marinella Senatore. La cultura pop, le luci, la musica, incontrano l’arte di strada, l’arte della gente, l’arte per tutti. Affacciata sul lungomare Caracciolo, alla rotonda Diaz, è approdata l’installazione “Io contengo moltitudini”. L’opera entrerà a far parte del patrimonio cittadino grazie alla gentile donazione dell’artista e si inserisce nel programma di progetti site specific pensati per luoghi pubblici e siti museali della città.

Marinella Senatore compie un’azione politica, estetica e concettuale in un prolungato momento di crisi ideologica e sociale. L’attento utilizzo della luce è essenziale nella sua poetica. Le installazioni luminose sono, infatti, realizzate in maniera artigianale con lampadine a led e materiali riciclati. Sono catalizzatori di energia e creano spazi temporanei per socializzare e riunirsi con un’evidente ispirazione per le decorazioni luminose tradizionali e le feste patronali del Sud Italia.

“Io contengo moltitudini” è un dittico luminoso, due sculture unite da un dancefloor e uno spazio che invita alla partecipazione collettiva. La prima scultura riproduce la struttura di un coro ispirato alle scenografie effimere barocche; la seconda, alla base, ha una pedana di forma quadrata, su cui si innalza una costruzione ad albero composta da sedici insegne disposte a cono. Alcune riportano frasi ricorrenti di Marinella Senatore, come “We rise by lifting others” oppure “Dance first think later”. I due interventi scultorei sono raccordati da una piattaforma composta da un tappeto danza attraversato da impronte e da passi.

La sensibilità dell’artista brilla per il pensiero di solidarietà nei confronti della comunità di Scampia, da pochi giorni vittima del cedimento di un ballatoio nella Vela Celeste. Marinella ha, infatti, deciso di destinare, proprio alla città di Scampia, una delle due sculture, realizzata insieme con gli studenti dell’Istituto d’Istruzione Superiore Melissa Bassi. “I ragazzi hanno contribuito con frasi evocative e pensieri creativi e testimoniano la loro partecipazione nel riflettere la storia locale, nell’immaginare il futuro, nell’incarnare l’arte e la poesia come strumenti di cambiamento”, ha raccontato Marinella Senatore.

Courtesy Comune di Napoli

Dal 25 luglio è, dunque, partito il primo appuntamento di Napoli Contemporanea 2024, il programma di installazioni e mostre volute dal sindaco Gaetano Manfredi e curato dal critico e storico dell’arte Vincenzo Trione, consigliere del sindaco per l’arte contemporanea e l’attività museale. Il palinsesto è stato promosso dal Comune di Napoli e nel 2023 ha visto tra i protagonisti Antonio Marras alle rampe del Salvatore e al vico di San Pietro a Majella con l’opera “Questi miei fantasmi”. Ma l’anno passato è stato anche quello del doloroso episodio legato a un altro illustre protagonista, caposaldo dell’Arte Povera, Michelangelo Pistoletto, che aveva presentato una versione originale, in scala monumentale, della “Venere degli stracci” a piazza Municipio. L’opera fu bruciata per un atto inconsulto da un clochard, ma grazie alla solidarietà della comunità napoletana qualche mese dopo la Venere fu riprodotta dall’artista, ancora una volta in maniera inedita e originale, E ancora Francesco Vezzoli ed Ernesto Tatafiore tra i nomi di prestigio che hanno partecipato alla scorsa edizione.

Il progetto del sindaco Manfredi e del curatore Trione è volto a sensibilizzare la città di Napoli e rafforzare la sua vocazione alla cultura e all’arte contemporanea con iniziative pensate appositamente per gli spazi pubblici. Le visioni profetiche e sensibili degli artisti permettono di ripensare l’identità di alcuni luoghi della città e innescare processi di riqualificazione urbana.

Il prossimo evento del 2024 avverrà nei primi giorni di ottobre e coinvolgerà l’intervento di Gaetano Pesce – anche lui presente lo scorso anno – a piazza Municipio con la sua ultima opera autografata prima della scomparsa.

Exit mobile version