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Atipografia presenta Rhizoma: la mostra personale di Josh Rowell

Josh Rowell - The Temptation of St.Anthony, detail

Josh Rowell - The Temptation of St.Anthony, detail

Atipografia presenta Rhizoma

Mostra personale di Josh Rowell a cura di Andrea Maffioli

7 ottobre 2023 – 20 gennaio 2024

Atipografia, Piazza Campo Marzio, 26 – Arzignano, Vicenza

Atipografia presenta Rhizoma, mostra personale dell’artista britannico Josh Rowell (Kent, 1990) a cura di Andrea Maffioli, ospitata da sabato 7 ottobre 2023 a sabato 20 gennaio 2024 negli spazi della galleria ad Arzignano, Vicenza. La mostra, attraverso una serie di installazioni multimediali, dipinti e disegni, approfondisce la connessione simbiotica tra regno naturale e universo digitale, evidenziando gli schemi condivisi, le sinergie e le interdipendenze fra i due mondi.

Rhizoma: la mostra personale di Josh Rowell

Rhizoma si propone di esplorare l’intricata relazione tra natura e tecnologia, indagando i parallelismi che esistono tra le reti esistenti in natura e i sistemi di informazione digitale come Internet. Per far emergere queste corrispondenze, la mostra prende forma dal concetto di rizoma: in botanica, il rizoma è una struttura vegetale che cresce sottoterra con un’espansione multidirezionale, dando vita a una vera e propria rete vivente fra le piante. Negli anni Settanta, il termine subì uno slittamento dalla botanica alla semantica, quando venne adottato da Gilles Deleuze e Felix Guattari, teorici postmoderni, per descrivere un modello semantico acentrico e non gerarchico, un processo di esistenza e crescita da opporre ai tradizionali modelli ad albero, imperniati sui concetti di centro e gerarchia. A distanza di alcuni decenni, il rizoma offre una calzante metafora della Rete.

Josh Rowell

La mostra mira a colmare il divario tra due mondi disparati, il regno naturale e l’universo digitale, svelando i fili nascosti che in realtà li connettono. Gli esseri umani navigano sempre più in un paesaggio connesso digitalmente, per cui diventa fondamentale riflettere sui parallelismi con il regno naturale. Traendo ispirazione dalle reti miceliali presenti nei boschi, che fungono da sistema essenziale di comunicazione e distribuzione dei nutrienti per piante e alberi, la mostra cerca di illuminare le affascinanti somiglianze con i meccanismi della sfera digitale.

Josh Rowell, nel corso della sua produzione artistica, si è sempre concentrato sul mondo digitale esplorando i modi in cui la tecnologia sta plasmando la realtà che ci circonda. Al contempo, ha sempre mantenuto al centro del suo lavoro il principio dell’handmade, proprio per enfatizzarne l’utilità in un mondo digitale in rapida evoluzione. Come risultato di anni di ricerche sull’influenza della tecnologia nelle nostre vite, e come risposta alla sua recente decisione di trasferirsi in un ambiente rurale lontano da paesi e città, Rowell sta ora spostando il focus del suo lavoro per accogliere tematiche più ampie e complesse, relative a reti e sistemi, sia naturali che artificiali.

 

Josh Rowell

JOSH ROWELL

Josh Rowell fonda la visione artistica sulle innovazioni tecnologiche che plasmano la nostra vita quotidiana, traducendo entro i confini delle arti visive le interazioni umane sempre più mediate dal digitale. L’artista bilancia le tecniche tradizionali con la natura istantanea dell’era digitale, generando un linguaggio che esplora e rimodella le informazioni e celebra l’“hand-made” in un’epoca sempre più avvolta dal virtuale. Nato nel 1990 nel Kent, in Inghilterra, Rowell si è diplomato alla Kingston Art School nel 2013, dove ha conseguito un BFA (Bachelor of Fine Arts) con lode.

Ha seguito un corso di critica d’arte al Central Saint Martins College e, nel 2015, è tornato alla Kingston Art School per un MFA (Master of Fine Arts).
Le sue opere sono state esposte a Londra, New York, Miami, Seattle, Basilea, Hong Kong e Messico e le sue opere fanno parte di collezioni pubbliche, tra cui la Galleria degli Uffizi di Firenze, la Gregorian Foundation di Washington, la Kingston University di Londra, a collezione d’arte contemporanea della Kingston University di Londra e la collezione Matilda di San Miguel De Allende. Nel 2017-2018 ha tenuto la sua prima mostra museale al Palacio Nacional de Guatemala, ha vinto il premio Public Choice al VIA Arts Prize 2017 ed è stato incluso in Future Now, la pubblicazione annuale di Aesthetica che elenca i 100 artisti emergenti più interessanti dell’anno. Nel 2019 è stato selezionato per la Royal Academy Summer Exhibition di Londra. Nel 2020 è stato nominato vincitore congiunto del Dentons Art Prize ed è stato invitato a partecipare a “False Memory”, una mostra collettiva al Rugby At Museum curata da Lindsay Seers. Le sue opere figurano in collezioni private in Regno Unito, Stati Uniti, Canada, Cina, Germania, Francia, Spagna, Italia, Svizzera, Olanda, Monte Carlo, Australia, Irlanda, Russia, Kuwait, Bermuda, Ungheria, Giappone, Messico, Dubai e Perù.

ATIPOGRAFIA

Atipografia ad Arzignano, in provincia di Vicenza, riapre nel maggio 2022 con spazi completamente rinnovati e con un progetto culturale inedito. L’antica tipografia arzignanese dà vita a un programma che coniuga la dimensione commerciale con la vocazione culturale, attraverso la duplice azione di una associazione culturale e di una galleria commerciale. Questa dimensione ibrida integra e completa il lavoro che Elena Dal Molin ha condotto per anni a sostegno e sviluppo delle arti e degli artisti, dando vita a un crocevia del contemporaneo nel cuore del Nord-Est. La nuova identità si colloca nel segno della prosecuzione di luogo per gli artisti, per le persone e per le idee che da sempre Atipografia ha voluto disegnare.

Mentre infatti prosegue l’attività storica dell’Associazione, iniziata nel 2014 come no-profit per residenze d’artista e progetti site-specific, l’apertura della galleria d’arte contemporanea proporrà una nuova stagione di progetti espositivi e una propria scuderia di artisti di diverse generazioni e provenienza geografica. Il progetto di Atipografia riprende così il suo corso con una rinnovata energia, scandita anche dagli ingenti lavori di adeguamento funzionale iniziati alla vigilia della pandemia, realizzati dallo studio AMAA che si è occupato del progetto di restauro, realizzando ambienti di grande fascino in cui fare ricerca, esporre, incontrarsi e persino abitare.

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