Le Trump Card
Quest’anno sotto l’albero qualcuno potrebbe trovare gli NFT di Donald Trump. O almeno questo era il regalo di Natale consigliato dall’ex presidente degli Stati Uniti, che giovedì 15 dicembre ha lanciato la vendita delle sue “Trump Card”, NFT “da collezione”, al costo di 99 dollari l’una. Critiche e scherno gli sono piovuti addosso da avversari e sostenitori. Steve Bannon, ex consigliere e stratega di Trump, ha detto chiaramente che secondo lui “chiunque abbia preso parte al progetto dovrebbe essere licenziato”. Intanto, però, le Trump Card sono andate a ruba, e tutti i 45.000 esemplari sono stati venduti nel giro di 12 ore, per un guadagno complessivo di oltre 4,45 milioni di dollari.
Iconografie e premi
Soggetto delle immagini è Donald Trump, raffigurato in vari aspetti “della sua vita e della sua carriera”, come recita il sito web dedicato all’iniziativa: ecco allora, tra gli altri, Trump come Superman, Trump come Hulk, Trump nello spazio… sempre magro e tonico, con sguardo truce e capelli dorati. L’acquisto delle card dava diritto a partecipare all’estrazione di alcuni premi, come giocare a golf con The Donald, presenziare a una videochiamata Zoom di gruppo o individuale con l’ex presidente… Ma chi acquistava almeno 45 card si guadagnava la partecipazione a una cena di gala con Trump nel sud della Florida.
Cosa sono gli NFT
“Sono come delle figurine di baseball, ma le puoi collezionare sul tuo computer o smartphone. Tutto quello che ti serve è un indirizzo email e una carta di credito.” Così descrive le immagini in vendita il sito web collecttrumpcards.com. Ma allora perché si parla di NFT? Sono delle immagini digitali? Non proprio. L’acronimo NFT sta per Non Fungible Token, ovvero token non fungibili. In altre parole, gli NFT sono certificati digitali che attestano l’unicità e la proprietà di un oggetto digitale. In questo caso delle Trump Card. Questi certificati sono creati tramite tecnologia blockchain, una registro digitale immutabile e decentralizzato. Nel mondo dell’arte digitale, dove la riproducibilità dell’oggetto artistico è facile e potenzialmente infinita, ciò è fondamentale per attestare e garantire la proprietà di un qualsiasi asset digitale.