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Alla Fondazione Nicola Del Roscio: la mostra “Paul Thek. Italian Hours”

Peter Hujar, Hand Sculpture from The Tomb, 1967_2010, Courtesy Pace Gallery New York

Peter Hujar, Hand Sculpture from The Tomb, 1967_2010, Courtesy Pace Gallery New York

Paul Thek. Italian Hours – A cura di Peter Benson Miller

28 Ottobre 2022 – 28 Gennaio 2023

La Fondazione Nicola Del Roscio presenta, da giovedì 28 ottobre 2022 a sabato 28 gennaio 2023, un nuovo progetto espositivo dedicato a una figura fondamentale della storia dell’arte contemporanea: Paul Thek (New York, US 1933-1988). “Paul Thek. Italian Hours”, a cura di Peter Benson Miller, nasce dalla collaborazione tra la Fondazione Nicola Del Roscio il Watermill Center, Alexander e Bonin, New York, e l’Estate di George Paul Thek. Una serie di recenti studi ha gettato nuova luce sul complesso e duraturo rapporto che Paul Thek ha intrattenuto con l’Italia e sull’impatto fondamentale che il Paese ha avuto sul suo lavoro, caratterizzato da una pratica innovativa, che sfida i generi, attingendo a una grande varietà di media differenti.

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Tenendo conto di queste premesse, “Paul Thek. Italian Hours” che presenta il lavoro di Paul Thek in Italia per la prima volta dopo il 1995, riunisce una selezione di dipinti, disegni e sculture – comprese le vestigia della sua opera più celebre, oggi perduta, dal titolo The Tomb – realizzate sulla scorta delle influenze tratte dalle sue esperienze a Roma, in Sicilia e sull’isola di Ponza tra il 1962 e il 1975. Facendo ritorno in Italia ripetutamente, Thek rielabora gli stimoli derivanti dalle sue scoperte italiane, dalla visita ai siti archeologici, alle pratiche funerarie ancora in essere, dalle spettacolari processioni religiose, agli elementi che caratterizzano il paesaggio italiano, producendo una risposta barocca alla Pop Art e al minimalismo e alla loro predilezione per la produzione industriale, che dominavano la scena artistica a lui coeva.

Il lavoro di Paul Thek evidenzia inoltre un dialogo significativo con un gruppo di altri artisti contemporanei che lavoravano in Italia in quel periodo, tra cui Cy Twombly e Piero Manzoni. Queste connessioni cosmopolite, incoraggiate dal rapporto di Thek con la mecenate e gallerista Topazia Alliata, sono spesso state tralasciate nel tentativo di inserire Thek in una corrente del Secondo dopoguerra esclusivamente americana. Questa mostra, dimostrando la versatilità di Thek come artista e la sua duratura eredità, esplora il ruolo dell’Italia come catalizzatore di vari momenti chiave della sua carriera.

BIOGRAFIA
Paul Thek (1933-1988) è stato uno scultore, pittore e artista multimediale.
La pratica artistica di Paul Thek spaziava dall’ermetico allo spettacolare. Lavorando in modo collaborativo, Thek ha costruito installazioni ambientali estese e surreali, re-immaginando collettivamente i musei come luoghi di trasformazione e la vita delle mostre come cicli di nascita, maturazione, morte e rinnovamento. In solitudine, fondeva elementi del suo corpo, frutto della natura, o rappresentazioni di cera di carne cruda, e li sigillava all’interno casse di plexiglass che chiamava “reliquiari tecnologici”. Ha creato astrazioni esuberanti su giornali e tele, oltre a paesaggi resi con sensibilità; il sublime nella natura.
Durante la sua vita, Paul Thek è stato un frequente collaboratore di Robert Wilson, uno stretto compagno del fotografo Peter Hujar e dell’autrice Susan Sontag che gli ha dedicato il suo volume di saggi seminali “Against Interpretation”. Ha realizzato installazioni per il Moderna Museet, Stoccolma, The Stedelijk Museum, Amsterdam, e Documenta V, Kassel, a cura di Harald Szeeman. Thek è morto di AIDS nel 1988.
Nel 2010-2011, la retrospettiva postuma, DIVER, è stata presentata al Whitney Museum, New York, al Carnegie Museum of Art, Pittsburgh e all’Hammer Museum, Los Angeles. Una selezione delle sue opere è inclusa nell’esposizione permanente del The Watermill Center.
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