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Passione Novecento da Paul Klee a Damien Hirst: la mostra a Palazzo Medici Riccardi

Passione Novecento da Paul Klee a Damien Hirst - Ottone Rosai, Circo, 1933, olio su cartone, 71x100x2cm (senza cornice) 123x93x6 cm (con cornice)

Museo Novecento In occasione della FLORENCE ART WEEK presenta

PASSIONE NOVECENTO. Da Paul Klee a Damien Hirst. Opere dalle collezioni private

24 settembre 2022 – 8 gennaio 2023 Palazzo Medici Riccardi

Dal 24 settembre 2022 all’8 gennaio 2023 Palazzo Medici Riccardi, dove è nato il collezionismo moderno all’epoca di Cosimo il Vecchio e di Lorenzo Il Magnifico, ospita una prestigiosa selezione di opere di maestri del XX secolo provenienti da collezioni private fiorentine e toscane. “Passione Novecento da Paul Klee a Damien Hirst. Opere da collezioni private” è un progetto di Museo Novecento, a cura di Sergio Risaliti, promosso da Città Metropolitana di Firenze e organizzato da MUS.Econ l’intento di collegare la grande tradizione rinascimentale del collezionismo e mecenatismo alla passione per l’arte del Novecento ancora coinvolgente nella nostra epoca.

A dimostrazione di una continuità di pulsioni e sentimenti, di desideri e ambizioni che distinguono senza interruzione lo stato d’animo del collezionista, colui che secondo Benjamin si assume il compito di trasfigurare le cose, il vero inquilino dell’interieur, dove trova asilo l’arte. Si tratta di un viaggio nell’arte del Novecento costruito sulla base di un amore per le opere moderne e contemporanea che non deve sorprendere in una città come Firenze, culla del Rinascimento. Si farebbe torto infatti alla storia della città in cui le vicende artistiche e quelle del collezionismo privato si sono intrecciate nei secoli, seminando nel territorio una predisposizione sensibile alle avanguardie e alle sue più avanzate sperimentazioni. Un fil rouge lega le antiche famiglie dei Sassetti e dei Tornabuoni, dei Medici e dei Doni, dei Gondi e dei Rucellai ai collezionisti privati di oggi. E oggi come ieri il cuore del collezionista batte per i grandi innovatori, artisti che hanno dato vita a nuovi linguaggi e a nuove pratiche, a ricordare come tanto l’arte quanto il collezionismo siano sempre contemporanei. In mostra si potranno ammirare rari capolavori di Paul Klee e de Chirico, di Morandi e di Savinio, accanto a quelli di Martini e Melotti, Fontana e Burri, per spaziare nei nomi più celebri del contemporaneo come quelli di Warhol e Lichtenstein, di Alighiero Boetti e Daniel Buren, fino a Damien Hirst e Cecily Brown, Ai Weiwei e Tracey Emin. Grazie al collezionismo e al mecenatismo, nato in particolare nelle ‘camere’ e negli studioli di Palazzo Medici, si è affermata l’autonomia delle opere d’arte, apprezzate per se stesse, curate, contemplate, collezionate. Dalle raccolte private, dagli studioli e dai salotti dei gran signori, sono poi nati i primi musei moderni. Dall’amore per l’arte, dal culto degli antichi, dal desiderio di emulazione è anche nata una delle prime accademie d’arte, quel mitico giardino di San Marco patrocinato da Lorenzo il Magnifico, che fu la palestra artistica del giovane Michelangelo. Da quell’epoca, Firenze ha esercitato un preciso mandato nei secoli, una funzione necessaria alla strutturazione del sistema dell’arte moderna. La città nei secoli è stata luogo del fare arte, della critica d’arte e dell’investimento in arte: una vocazione, quest’ultima, ininterrotta anche nell’Ottocento e nel Novecento, quando le grandi famiglie borghesi e industriali hanno perseverato in questa logica collezionando e investendo in bellezza e cultura. Tra i celebri collezionisti del passato merita ricordare Stefano Bardini, di cui quest’anno si celebra il centenario della nascita, antiquario e mercante tra i più eclettici e raffinati del suo tempo, dal cui gusto e capacità imprenditoriale è scaturito quel gioiello di museo che ancora oggi porta il nome del grande mercante fiorentino. E poi, l’eclettico Frederick Stibbert e lo storico dell’arte Herbert Percy-Horne, le cui collezioni sono un pezzo importantissimo della storia fiorentina. Nelle sale di Palazzo Medici sarà un susseguirsi di capolavori, opere che possono raccontarci storie bellissime, di grandi appassionati d’arte, perfino identitarie, al punto di specchiare il collezionista, la sua vita, il suo gusto, i suoi ideali in un gioco di suggestioni e di significati riposti.

Un viaggio nel Novecento artistico a partire da De Chirico, Morandi, Savinio, Burri, passando per la Pop art di Warhol e Lichtenstein, e approdando a nomi tra i più celebri nello scenario attuale, come Damien Hirst e Ai Weiwei, e molti altri ancora: con ‘Passione Novecento’ Palazzo Medici Riccardi ospita un’esposizione di altissimo livello che esalta il valore del collezionismo e del mecenatismo. Per la Vicesindaca e assessora alla Cultura del Comune di Firenze si tratta di un progetto di grande levatura che a buon diritto ha preso forma nella nostra città. Qui infatti possiamo dire che il mecenatismo si è sviluppato durante l’epoca rinascimentale con la famiglia dei Medici, centrale per la promozione culturale italiana e si è consacrato poi nei secoli a venire con la presenza di figure del calibro di Stefano Bardini e Frederick Stibbert. E proprio grazie al collezionismo ora è possibile ammirare questi capolavori, in uno straordinario percorso di riscoperta e approfondimento dell’arte del Novecento.

Per la consigliera della Città Metropolitana di Firenze delegata alla Cultura il collezionismo privato e legale rappresenta un grande giacimento, la cui ricognizione è indispensabile per dare compiutezza a una visione complessiva degli artisti e delle loro opere come anche delle scoperte archeologiche. Palazzo Medici Riccardi testimonia in sé questo interesse che è anche virtuoso, a partire dalle campane nel Cortile di Michelozzo che raccolgono in sé antiche iscrizioni che altrimenti sarebbero andate smarrite e che ora sono fruite pubblicamente. La mostra che sarà ospitata nella casa dei Medici unisce visione e una selezione artistica legata al tempo recente fino alla contemporaneità, con grandi autori che emozionano.

“Ecco allora chiarirsi le ragioni di questo progetto scientifico e delle sue e ramificazioni culturali” spiega Sergio Risaliti, Direttore del Museo Novecento di Firenze e curatore della mostra. “Va sottolineato altresì che la mostra Passione Novecento aprirà in concomitanza con la Florence Art Week e la Biennale Internazionale dell’Antiquariato che dopo la pausa dettata dall’epidemia riporterà a Firenze i grandi protagonisti del mercato antiquariato, assieme a collezionisti provenienti da tutto il mondo e figure rappresentative del sistema dell’arte e dei musei. Nella stessa settimana verrà riproposto anche il premio Rinascimento+alla sua terza edizione, un riconoscimento assegnato a sei eminenti personalità mondiali del collezionismo e del mecenatismo. Va inoltre ricordato che in questo stesso Palazzo ha avuto luogo anni fa un’importante mostra dedicata anch’essa al collezionismo Stanze segrete: gli artisti dei Riccardi. I ‘ricordi’ di Luca Giordano. Esposizioni, come quella odierna, che raccontano l’amore per l’arte, la cultura e le più audaci sperimentazioni. Ringrazio vivamente il sindaco della Città Metropolitana Dario Nardella, l’Assessora alla Cultura Alessia Bettini, il Capo di Gabinetto Giovanni Bettarini, la Consigliera Delegata alla Cultura Letizia Perini, gli uffici della Città Metropolitana di Firenze, il personale di MUS.E, e sinceramente, con grande stima, i collezionisti che con generosa disponibilità hanno consentito l’esposizione temporanea di straordinari capolavori”.

La mostra Passione Novecento da Paul Klee a Damien Hirst. Opere da collezioni private ospita opere di: Giorgio de Chirico, Giorgio Morandi, Alberto Savinio, Arturo Martini, Fausto Melotti, Lucio Fontana, Alberto Burri, Paul Klee, Andy Warhol, Roy Lichtenstein, Louise Burgeois, Alighiero Boetti, Daniel Buren, Damien Hirst, Cecily Brown, Ai Weiwei, Tracey Emin e altri.

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