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Le opere del Maestro Fabrizio Plessi, “l’aborigeno del digitale” in mostra alla Tornabuoni Arte

Fabrizio Plessi, Cascate d'oro #T103, 2021, programma digitale e sonoro, cm 98x175x6

Fabrizio Plessi, Cascate d'oro #T103, 2021, programma digitale e sonoro, cm 98x175x6

Tornabuoni Arte dedica a Fabrizio Plessi, uno dei più importanti artisti italiani di videoarte, la mostra  PLESSI. Emozioni Digitali. Appuntamento mercoledì 21 settembre 2022, alle 18.00, nella sede fiorentina della galleria, in lungarno Benvenuto Cellini 3.

Fabrizio Plessi, Acqua che sale #T116, 2021, programma digitale e sonoro, cm 163x163
Fabrizio Plessi, Acqua che sale #T116, 2021, programma digitale e sonoro, cm 163×163

Fabrizio Plessi: “l’aborigeno del digitale”

Una mostra che mette in luce oltre trenta lavori di Fabrizio Plessi: dai progetti dagli anni Settanta agli anni Novanta, fino alla produzione video più recente dell’artista. L’artista è considerato un pioniere, tra i primi sperimentatori del digital in Italia, tanto da essere definito “l’aborigeno del digitale”. Plessi ha saputo coniugare natura e artificio, arte e tecnologia, dando vita a creazioni poetiche di grande impatto evocativo, dove ricorrono costantemente gli elementi primordiali quali l’acqua, il fuoco, i fulmini, la terra, in un flusso inarrestabile di immagini.

“Mi confronto con delle vie nuove ogni volta, e questa via del digitale, che ai miei tempi chiamavamo elettronica, è sempre stata per me un modo di dare vita alla materia” racconta Plessi a Serena Tabacchi, direttrice e co-fondatrice del MoCDA, Museo d’Arte Contemporanea Digital Art, Londra, nell’intervista pubblicata nel catalogo, realizzato appositamente per questa occasione. “Mentre tutti dipingevano o facevano sculture, io pensavo a come il canale televisivo si potesse plasmare, grazie ai suoi pixel e alla sua immateriale consistenza.”

La mostra: PLESSI. Emozioni Digitali.

Al piano superiore della galleria si potranno ammirare alcuni progetti su carta degli anni Settanta, con disegni e immagini ricchi di annotazioni, che testimoniano quanto il suo lavoro sia sempre frutto di uno studio rigoroso e attento alla tradizione del disegno manuale. Insieme ai progetti, sono presenti alcune opere della serie Cariatidi, dei primi anni 2000, alcune su carta, altre invece sculture, dove la fisicità degli oggetti e dei materiali (paglia, anfore, sassi) si combina in modo armonico con le immagini digitali.

Fabrizio Plessi, Fuoco #T125, 2020, programma digitale e sonoro, cm 97×57

Al piano inferiore, la mostra prosegue con i lavori video più recenti, divisi per temi, in una sequenza che restituisce agli spettatori l’essenza degli elementi ritratti: dalla fluidità e la forza dell’acqua che scorre e travalica i perimetri tangibili dell’opera, al bagliore dei lampi che illuminano brevemente il buio della notte, all’incandescenza del fuoco che si manifesta anche nella striscia segnata dal passaggio della lava. A queste installazioni, connotate di un carattere di “meraviglia”, si aggiungono anche quelle regali delle “Cascate d’oro”, visioni che recuperano la preziosità dell’arte antica, così come la serie “Mosaico”, dove la tradizione artistica della tecnica a tasselli dorati acquista una resa visiva estremamente contemporanea. Plessi usa la tecnologia come materia da plasmare, così come uno scultore farebbe con il marmo. Non si ferma alla mera riproduzione dell’immagine o documentazione della realtà ma, come sottolineava Achille Bonito Oliva, “gioca con tematiche complesse come il rispecchiamento ed il doppio, il narciso e la memoria, con la produzione di immagini sofisticate capaci di evocare per il loro virtuosismo la “sprezzatura” manierista.”

La parola alla storica dell’arte Sonia Zampini – dal testo NATURA MANIFESTA,  in catalogo

“Ogni opera è frutto di un lungo lavoro che si basa su disegni preparatori a cui Plessi dedica particolare attenzione. Studi di annotazioni grafiche e cromatiche, creano una fitta selva di osservazioni strutturate e concrete a cui affidare lo sviluppo della successiva opera, intesa come visione tangibile del progetto iniziale. I video riprenderanno successivamente questa ideale struttura a foglio o composizione a più fogli che, con misure aumentate, si definiranno come delle finestre ideali in grado di mostrare una condizione che si pone oltre la fisicità che la contiene, una sorta di filtro tra due ipotetici mondi e visioni.

Gli NFT di Plessi

Tornabuoni Arte presenta, inoltre, una sezione dedicata agli NFTs, una collezione che l’artista ha creato negli ultimi anni, i cui soggetti rimangono quelli della Natura, e che completa la sua produzione artistica. Plessi è uno sperimentatore, e ha voluto percorrere anche la strada dell’unicità del digitale e l’utilizzo della tecnologia blockchain, attualizzando ulteriormente il suo linguaggio. Nel catalogo, a cura di Tornabuoni Arte, che accompagna l’esposizione, oltre ai testi di Serena Tabacchi e Sonia Zampini saranno ripubblicati L’arte di Fabrizio Plessi di Achille Bonito Oliva, tratto dalla mostra Plessi Videocruz al Museo Espanol de Arte Contemporaneo, Madrid, 1990,  e The Art of Fabrizio Plessi di John G. Hanhardt, scritto per la mostra Fabrizio Plessi, Guggenheim Museum Soho, New York, 1998.

PLESSI. Emozioni Digitali rimarrà aperta fino al 18 novembre 2022 e aprirà in occasione della Biennale dell’Antiquariato e della FLORENCE ART WEEK.

Who’s Who: Fabrizio Plessi

Fabrizio Plessi è nato a Reggio Emilia nel 1940. Vive e lavora tra Venezia e Palma di Maiorca. Ha partecipato ad importanti rassegne come Documenta di Kassel, e a quattordici edizioni della Biennale d’Arte di Venezia. Ha esposto in prestigiosi sedi internazionali tra le quali il Guggenheim di New York, le Scuderie del Quirinale di Roma, il Museo Pushkin di Mosca. Al Passo del Brennero nel 2013 è stato inaugurato il Plessi Museum, progettato dall’artista come un’opera di architettura, scultura e design.

 

 

 

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