WORLDBUILDING – GAMING AND ART IN THE DIGITAL AGE
FIFTEEN-ANNIVERSARY EXHIBITION OF THE JULIA STOSCHEK COLLECTION
5 JUNE 2022 – 10 DECEMBER 2023
WORLDBUILDING: tra Gaming e arte
Il 2022 segna quindici anni dall’apertura al pubblico del primo spazio espositivo della JULIA STOSCHEK COLLECTION a Düsseldorf, cui è seguita l’apertura dello spazio berlinese nel 2016.
Essendo una delle collezioni private più complete al mondo incentrata sull’arte basata sul tempo, la JULIA STOSCHEK COLLECTION ha organizzato più di quaranta mostre, nonché attività aggiuntive e progetti di collaborazione internazionali dedicati alla presentazione pubblica, alla conservazione e alla ricerca di opere d’arte provenienti da dagli anni ’60 ad oggi. Curata da Hans Ulrich Obrist per celebrare il quindicesimo anniversario della JULIA STOSCHEK COLLECTION, la mostra collettiva WORLDBUILDING: Gaming and Art in the Digital Age apre questo giugno a Düsseldorf.
WORLDBUILDING esamina la relazione tra gioco e arte multimediale basata sul tempo con un viaggio attraverso i vari modi in cui gli artisti hanno interagito con i videogiochi e li hanno trasformati in una forma d’arte.
Sebbene a nostro avviso bisogna sempre aver chiaro la differenza tra arte ed espressione artistica – è indubbio che una mostra incentrata su gaming e arte sia un’occasione per esplorare l’interazione e sperimentazione della creazione di lavori per videogames da parte di artisti – con occhio sia critico che analitico – per osservare un’estetica che sicuramente non manca di stupirci.
La parola al curatore Hans Ulrich Obrist
“Nel 2021 2,8 miliardi di persone, quasi un terzo della popolazione mondiale, hanno giocato ai videogiochi, trasformando un passatempo di nicchia nel più grande fenomeno di massa del nostro tempo. Molte persone trascorrono ore ogni giorno in un mondo parallelo e vivono una moltitudine di vite diverse. I videogiochi sono per il ventunesimo secolo ciò che i film sono stati per il ventesimo secolo e i romanzi per il diciannovesimo secolo.”
L’estetica dei giochi è entrata nella pratica artistica decenni fa, quando gli artisti hanno iniziato a integrare, modificare e sovvertire il linguaggio visivo dei videogiochi per affrontare i problemi della nostra esistenza all’interno dei mondi virtuali. Esplorare il binomio gaming e arte ci porta anche a scoprire come alcuni artisti hanno anche portato alla luce una critica ai giochi dall’interno del sistema stesso, evidenziando aspetti discriminatori e stereotipati delle logiche commerciali e di gioco. Più recentemente, gli artisti hanno iniziato a sfruttare il potere mainstream dei giochi per comunicare nuove forme di coinvolgimento che raggiungono il vasto pubblico di questo settore globale senza confini. Dalle opere video a canale singolo agli ambienti site-specific, immersivi e interattivi, WORLDBUILDING comprende oltre trenta opere d’arte dalla metà degli anni ’90 ad oggi. Le opere della JULIA STOSCHEK COLLECTION, alcune delle quali appositamente adattate per la mostra, saranno affiancate da nuove opere commissionate. Compresi video, realtà virtuale (VR), intelligenza artificiale (AI) e opere basate sui giochi, la maggior parte delle opere sono interattive e invitano apertamente i visitatori a immergersi nella moltitudine di realtà alternative create dagli artisti, che abbracciano passato, presente e futuro.
WORLDBUILDING – tra gaming e arte – riunirà pionieri dei processi artistici come JODI, Peggy Ahwesh, Cory Arcangel e Sturtevant, che hanno modificato i video e i giochi per computer esistenti per i propri lavori dagli anni ’90, e più specificamente opere interattive delle pioniere Suzanne Treister e Rebecca Allen, che ha un legame speciale con la città di Düsseldorf grazie alla sua collaborazione con la band Kraftwerk. Installazioni basate su giochi su larga scala immergeranno i visitatori nel lavoro di artisti di nuova generazione come Danielle Brathwaite-Shirley, Keiken, LuYang, Lawrence Lek, Gabriel Massan e l’Institute of Queer Ecology, che riflettono in modo critico sull’identità socio-identitaria problemi con visioni utopiche e mondi futuri, mentre altri puntano a un’interazione diretta in cui i confini tra opera d’arte e dimensione sociale dei videogiochi o del metaverso si fondono, come nel lavoro di Lual Mayen, Cao Fei, Frances Stark, Angela Washko e LaTurbo Avedon, che è sia un avatar che un artista anonimo. I componenti estetici che provengono direttamente dal mondo della programmazione di giochi, inclusi 3-D e VR, troveranno un posto speciale nelle opere d’arte multimediali basate sul tempo di Ed Atkins, Meriem Bennani, Ed Fornieles, Rindon Johnson e Jakob Kudsk Steensen, mentre il video funziona con un’enfasi decisamente più narrativa di Harun Farocki, Larry Achiampong & David Blandy e Sondra Perry offrirà informazioni su altri aspetti dell’industria dei giochi.
Con opere i cui componenti software saranno ulteriormente sviluppati e una serie di programmi di screening, la mostra dell’anniversario cambierà costantemente nel corso della sua corsa di un anno e mezzo. Questo sarà accompagnato da un programma vario, sia online che in loco, oltre a un opuscolo e un catalogo completo della mostra che indagherà varie prospettive sul fenomeno del gioco.
Il libretto della mostra che esplora il binomio gaming e arte, includerà contributi di Rahel Aima, Kathrin Beßen & Agnieszka Skolimowska, Giampaolo Bianconi, Sasha Bonét, Irene Bretscher, Sophie Cavoulacos, Tamar Clarke-Brown, Mike Connor, Raphaëlle Cormier, Travis Diehl, Rebecca Edwards, Marion Eisele, Mary Flanagan , Richard Grayson, Tamara Hart, Kathrin Jentjens, Rindon Johnson, Adèle Koechlin, Aude Launay, Malte Lin-Kröger, Toke Lykkeberg, Aïcha Mehrez, Anika Meier, Ana Ofak, Christiane Paul, Anna-Alexandra Pfau, Sarah Rifky, Tina Rivers Ryan , Elisa Schaar, Elena Vogman e Joni Zhu. Il catalogo, che uscirà all’inizio del 2023, includerà saggi e domande e risposte con gli artisti sul concetto di gioco.
La mostra viaggerà al Centre Pompidou-Metz da giugno 2023 a gennaio 2024. Maggiori info: www.jsc.art