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WHAT A WONDERFUL WORLD: la mostra che interagisce col pubblico al MAXXI di Roma

WHAT A WONDERFUL WORLD - MAXXI_WWW_FranklinEvans_perpetualstudio Franklin Evans, perpetualstudio (2022) Courtesy the artist 
Credit Musacchio Ianniello Pasquialini

MAXXI_WWW_FranklinEvans_perpetualstudio Franklin Evans, perpetualstudio (2022) Courtesy the artist 
Credit Musacchio Ianniello Pasquialini

WHAT A WONDERFUL WORLD

È WHAT A WONDERFUL WORLD, il nuovo allestimento della Collezione Arte del MAXXI – tecnologico, sperimentale e interattivo – a cura di Bartolomeo Pietromarchi, Direttore del MAXXI Arte con Eleonora Farina, Luigia Lonardelli e Anne Palopoli aperta al pubblico fino al 12 marzo 2023. Una mostra fuori dal comune: un percorso espositivo di grandi installazioni con cui il pubblico interagisce. L’innovazione di quest’esposizione sta nel dispositivo interattivo formato da touchscreen per mappare, visualizzare e condividere le sensazioni del pubblico nella sua relazione con l’opera d’arte. Dietro questo lavoro – che mette in comunicazione la mostra con pubblico, le opere d’arte con la percezione e riscontro dei visitatori, troviamo  un dispositivo interattivo basato su un software di Intelligenza Artificiale progettato dal centro di ricerca HER: She Loves Data, creata da Salvatore Iaconesi e Oriana Persico – due visionari artisti che continuano a sperimentare in modo innovativo l’uso dell’IA in relazione all’arte e ai Big Data.

Gli artisti in mostra

Il progetto espositivo si sviluppa in un flusso di grandi installazioni immersive, tra nuove importanti acquisizioni e opere commissionate ad alcuni tra i maggiori protagonisti della scena artistica internazionale: Micol Assaël, Ed Atkins, Rosa Barba, Rossella Biscotti, Simon Denny, Rä di Martino, Franklin Evans, Thomas Hirschhorn, Carsten Höller, Liliana Moro, Olaf Nicolai, Jon Rafman, Tatiana Trouvé, Paolo Ventura, James Webb.

Ed Atkins, The Worm (2021)
MAXXI Exhibition View Credit Musacchio Ianniello Pasqualini
Ed Atkins, The Worm (2021)
MAXXI Exhibition View
Credit Musacchio Ianniello Pasqualini

’Ecosistema Relazionale Digitale

Parte integrante della mostra è il prototipo dell’Ecosistema Relazionale Digitale, dispositivo interattivo progettato dal centro di ricerca HER: She Loves Data fondato da Salvatore Iaconesi e Oriana Persico e basato su un software di Intelligenza Artificiale. Lungo il percorso di mostra, i visitatori sono invitati a interagire con le opere esprimendo impressioni e suggestioni. I dati così generati vengono poi mappati, visualizzati e condivisi in tempo reale all’interno della mostra consentendo al pubblico, per la prima volta, di scrivere insieme al Museo la vita delle opere.

La parola a Giovanna Melandri, Presidente Fondazione MAXXI:

“Questo nuovo progetto fa parte del filone di ricerca sul rapporto tra arte, scienza, intelligenza artificiale e tecnologie digitali su cui stiamo lavorando intensamente. In particolare, poter mappare e visualizzare le relazioni che si creano intorno a un’opera d’arte, in questo caso della Collezione pubblica nazionale del MAXXI, significa contribuire tutti – artisti, curatori, pubblico – a delineare il profilo e le funzioni del museo del futuro, in grado di confrontarsi con il ‘mondo nuovo’ che nascerà dalla crisi globale che stiamo vivendo”.

La parola a  Bartolomeo Pietromarchi

“La nostra Collezione è un corpo vivo, con opere che cercano risposte alla complessità e alle contraddizioni del nostro tempo. I lavori esposti non sono oggetti isolati, ‘cose statiche’ da guardare, ma dispositivi che creano relazione, entrano in connessione con le persone e generano impressioni, emozioni, idee, riflessioni. Ecco allora le tecnologie digitali più avanzate e sperimentali che non solo contribuiscono alla creazione artistica (come nelle opere ad alto tasso tecnolgico di Ed Atkins, Jon Rafman, Simon Denny), ma anche alla fruizione dell’arte, come avviene con l’ecosistema relazione digitale che qui sperimentiamo. L’esperienza museale si fa così ancora più ricca e partecipata”.

Jon Rafman
Counterfeit Poasts 2022
Courtesy the artist and Sprüth Magers

WHAT A WONDERFUL WORLD: tra sfide e speranze

Il titolo WHAT A WONDERFUL WORLD evoca, in maniera anche ironica, il nostro tempo di sfide e di incertezze, di conflitti e di speranze, in relazione alle molteplici possibilità umane e tecnologiche di grandi evoluzioni e spinte verso il futuro. Gli artisti ci invitano così – con i loro sogni, speranze, critiche, ipotesi ed esercizi – a riflettere su alcuni dei grandi temi contemporanei e su ciò che oggi percepiamo e intendiamo come ‘mondo’. Quali sono le dinamiche che definiscono lo spazio fisico e dell’informazione tra grandi flussi migratori che segnano le nuove geografie e percorsi invisibili nelle città metropolitane (Biscotti, Barba)? Come incidono sulla nostra nozione di esperienza i flussi di dati che determinano ciò che vediamo e ciò che percepiamo tra realtà e finzione (di Martino, Hirschhorn, Evans, Webb)? Qual è oggi il posto dell’essere umano in relazione alle altre specie viventi (Höller, Moro)? Quale mondo (o mondi) e quale essere umano si prospettano negli ecosistemi digitali tra inconsci tecnologici, derive algoritmiche e crypto sistemi (wonderland) (Rafman, Denny, Atkins), e in relazione all’ambiente fisico in cui abitiamo, sempre più incerto e ristretto (Nicolai, Ventura, Trouvé, Assaël)?

Questi e altri temi si intrecciano nelle opere in mostra, restituendo un panorama articolato e complesso che propone un’esperienza dell’arte che è riflessione, incontro, relazione e vicinanza. L’arte diventa quindi una privilegiata lente d’ingrandimento attraverso cui guardare fatti e cose del mondo attuale e i suoi possibili sviluppi futuri.

Jon Rafman
Counterfeit Poasts 2022
Courtesy the artist and Sprüth Magers

IL PERCORSO Della MOSTRA: WHAT A WONDERFUL WORLD

L’accesso in mostra è un’immersione totale nello studio dell’artista americano Franklin Evans con l’operaperpetualstudio, realizzata appositamente per il MAXXI: una data room fisica, materiale e non digitale, abitata da tele, disegni, stampe, fotografie, citazioni, testi, nastri adesivi ed elementi vari che narrano della ricerca dell’artista e ci fanno entrare in un mondo fluido, coloratissimo e meraviglioso. Uscendo dal perpetualstudio, si incontra il Pixel-Collage n.86 di Thomas Hirschhorn, entrato da poco in Collezione: potente, spiazzante, impressionante, è uno dei 118 Pixel-Collage recentemente esposti al MAXXI. Nati dal lavoro di ricombinazione di foto pubblicitarie e immagini di corpi mutilati, sono un invito a responsabilizzare i nostri sguardi, troppo assuefatti a “pixellare” la realtà.

Carsten Holler, Aquarium
Credit Photo Alessandro Zambianchi
Courtesy the Artist and MASSIMODECARLO

Senso di spaesamento e alterazione del reale è quello che si prova interagendo con l’Aquarium di Carsten Höller, opera in corso di acquisizione: un dispositivo che costringe il visitatore a invertire il normale punto di vista osservando un acquario dal basso verso l’alto, in una prospettiva rovesciata e per questo immersiva. Free Post Mersy Tunnel è la grande scultura di Rosa Barba che il pubblico può attraversare, un intreccio di tubi in metallo che diffondono il suono urbano, il ronzio del traffico che si mescola al rumore del sistema di ventilazione del tunnel sotto il fiume Mersey a Liverpool, dove l’audio è stato registrato. L’installazione Sub di Micol Assaël sembra coinvolgere il visitatore in un esperimento scientifico: un’esperienza sensoriale tra il pericolo e la fascinazione con un generatore Kelvin da cui, a contatto con l’acqua, scoccano improvvisamente scintille blu.

Simon Denny, Dotcom Séance (detail 2022) – netmorf.com
Courtesy the artist, Galerie Buchholz Berlin and T293

Con Les Indéfinis di Tatiana Trouvé entriamo in una dimensione più immateriale. Casse per spedizioni in plexiglas e piedistalli vuoti da cui pendono etichette con i dati delle opere dell’artista evocano assenza, memoria, ricordo, perché le opere, come nota Trouvé, “sono arricchite dalla nostra memoria di esse”. The Worm è l’opera video di Ed Atkins interamente digitale, realizzata durante il lockdown e acquisita grazie agli Amici del MAXXI: il suo avatar, “surrogato virtuale dell’essere umano” creato con tecnologia CGI (computer generated imagery) parla al telefono con la madre che lo incalza, ma le sue risposte, affidate a un software di riconoscimento e assistenza vocale, sono minime ed essenziali, emblema delle relazioni alienate dell’uomo contemporaneo.

Ed Atkins, The Worm (2021)
MAXXI Exhibition View
Credit Musacchio Ianniello Pasqualini

L’installazione sonora ambientale In Onda di Liliana Moro, nuovo lavoro che entrerà in Collezione, accoglie il visitatore nella profondità del mare invitandolo all’ascolto della vita negli abissi e riflettendo con poesia sul fragile ecosistema marino aggredito dall’inquinamento acustico.
Ancora il mare è al centro dell’opera di Rossella Biscotti, che in The Journey propone una mappa geopolitica del Mediterraneo, privando il mare nostrum di ogni retorico romanticismo.
August 2008 è la videoinstallazione di Rä di Martino con l’attrice Maya Sansa e il musicista Mauro Remiddi che, sullo sfondo di una villa fin de siécle immersa nel verde, cantano una serie di news della BBC dell’agosto 2008 riflettendo in questo modo sul bombardamento di notizie oggi e la loro conseguente obsolescenza, più che mai attuale. Per questa occasione, l’artista ha ideato la performance April 25th 2022, che verrà ripetuta live una volta al mese per tutta la durata della mostra da Mauro Remiddi e la cantante Costanza Alegiani. Primo appuntamento mercoledì 22 giugno.

Un messaggio di resistenza e di speranza è quello dell’opera There is a light that never goes out (Arabic) di James Webb: una gigantesta scritta al neon di 7 metri che cita il titolo di una canzone degli Smiths, tradotto di volta in volta in una lingua non latina, in questo caso in arabo. Con Positi. Rome version Olaf Nicolai, ispirandosi a un costume dell’Impero bizantino, crea con un intervento minimalista sul pavimento, uno spazio di meditazione e interazione: due lastre di marmo collocate l’una di fronte all’altra dove sostare, creare dialogo e relazione. Le immagini della serie Il Mago di Paolo Ventura, che uniscono fotografia, scenografia, travestimento, ci trasportano in una dimensione senza tempo, di attesa e mistero, e ci fanno riflettere su temi quali identità, memoria, rapporto con l’altro.

Concludono il percorso due opere ad altissima tecnologia digitale. Counterfeit Poasts, viaggio negli abissi del deep web, è l’ultimo film di Jon Rafman realizzato appositamente per il MAXXI: un’immersione totale in una realtà simulata fatta di scenari visionari e immaginari tecno-utopici abitati da avatar e corpi animati, un’esplorazione del subcosncio collettivo che scaturisce dal mondo online e trascina il visitatore in una realtà distopica e surreale. NFT, A.I., criptoarte sono al centro della ricerca di Simon Denny che con l’installazione Dotcom Seance ‘ridà vita’ ad aziende fallite con la crisi speculativa finanziaria delle Dot-com del 2000 mettendo così in discussione i modelli sociali ed economici del turbocapitalismo contemporaneo.

L’ECOSISTEMA RELAZIONE DIGITALE

WHAT A WONDERFUL WORLD è anche un progetto sperimentale e in progress che nasce dalla consapevolezza che un’opera d’arte è molto più di un oggetto o di qualunque forma ne contraddistingua l’identità fisica o immateriale. L’opera è piuttosto un ecosistema che vive ed evolve grazie a tutti i rapporti che nascono e si sviluppano intorno ad essa: chi la cura, la conserva, la racconta e la fruisce.
Attraverso un dispositivo interattivo basato su un software di Intelligenza Artificiale progettato dal centro di ricerca HER: She Loves Data, che ha lavorato a stretto contatto con i diversi team del museo con il coordinamento di Sofia Bilotta, responsabile Public Engagement del MAXXI, viene mappato e reso visibile questo ecosistema dinamico, continuamente arricchito dal lavoro del Museo e anche e soprattutto dallo sguardo del pubblico.

WHAT A WONDERFUL WORLD: l’interazione con le opere esposte

Attraverso l’interfaccia grafica su 4 touchscreen collocati lungo il percorso di mostra, il visitatore può interagire con le opere esposte esprimendo in forma anonima e personale le proprie idee, percezioni ed emozioni seguendo quattro tracce tematiche (spazio, tempo, relazione, significati). I dati così generati vengono interpretati, aggregati e visualizzati in tempo reale nell’Ecosistema restituendo un universo relazionale di voci ed esperienze.
Al termine del percorso di mostra, è stato creato un piccolo auditorium dove i visitatori possono sostare ed esplorare l’Ecosistema in tutta la sua ricchezza. Le più evolute tecnologie digitali contribuiscono così a un’idea di museo fondato sulla partecipazione e proiettato nel futuro.

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