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Alla scoperta della Biblioteca dell’Abbazia di Farfa: tra manoscritti e codici miniati

Manoscritti e codici della Biblioteca di Farfa © Ministero dei Beni Culturali e Ambientali

Biblioteche d’Italia

Prosegue l’iniziativa Biblioteche d’Italia, un viaggio alla scoperta della bellezza di libri e manoscritti. Sui canali social del MiC ogni settimana un reportage per conoscere il patrimonio delle biblioteche statali: questa settimana il MIC ci porta alla scoperta della Nazionale di Firenze, polo mondiale dei libri d’artista

La Biblioteca di Farfa

Con la Biblioteca statale del monumento nazionale di Farfa prosegue il racconto delle meraviglie del patrimonio librario italiano che ogni settimana accompagna i visitatori in un viaggio virtuale alla scoperta delle 46 biblioteche dello Stato grazie a una serie di reportage promossi sui canali social del Ministero della Cultura guidato da Dario Franceschini.

Tra i più antichi e importanti siti del Medioevo, l’imponente monastero in provincia di Rieti conserva all’interno dell’Abbazia anche la Biblioteca statale del monumento nazionale di Farfa. Passata al patrimonio dello Stato nel 1964, la Biblioteca rappresenta una preziosa testimonianza della vita monastica scandita dalla Regola benedettina che contemplava la presenza di testi per la formazione, lo studio e la preghiera. Così, già nell’VIII secolo – sotto l’Abate Alano –  l’Abbazia di Farfa si dedica anche alla produzione di testi attraverso il lavoro degli amanuensi, che nello Scriptorium del monastero realizzano una grande quantità di manoscritti.

Lo Scriptorium ebbe il suo massimo sviluppo nel secolo XI sotto l’abate Ugo I e che usò una scrittura caratteristica che è classificata dai paleografi come scrittura romanesca farfense: “si tratta di una specie di corsivo che aveva fondamentalmente i caratteri della scrittura romanesca – spiega nel video don Andrea Eugenio Gargiulo, direttore della Biblioteca statale del Monumento nazionale di Farfa – molti codici sono stati copiati dagli amanuensi e purtroppo ne restano pochi, in particolare uno dell’XI secolo, un innario in cui c’è una miniatura in cui si ravvisa la prima immagine della Madonna di Farfa”.  

Ad oggi la Biblioteca possiede un patrimonio di circa cinquantamila volumi, tra cui ottomila volumi del fondo storico e un fondo manoscritti che ne conta 350 in volumi e 234 sciolti. E poi 46 incunaboli, 581 cinquecentine e 2.198 opuscoli, oltre a circa duecento titoli di periodici italiani e stranieri. “Per la mole del materiale librario depositato abbiamo realizzato un ampliamento della Biblioteca stessa, che è quasi ultimato, e un riordino di tutto il materiale. Il nostro patrimonio – spiega il direttore nel video – non è solo custodito come un cimelio, ma lo rendiamo disponibile agli studiosi, e a tutti quegli studenti che vogliono venire qui per approfondire alcune materie”. Le opere più significative della Biblioteca sono fruibili grazie a una sala espositiva che viene resa accessibile anche al pubblico attraverso visite guidate. “E per le scolaresche – conclude Don Gargiulo – organizziamo anche dei laboratori di scrittura che si sono interrotti a causa della pandemia, ma che certamente presto rifioriranno”.

Il documentario sulla Biblioteca statale del monumento nazionale di Farfa parte della serie di reportage promossi dal Ministero della Cultura e disponibili sui canali social istituzionali e sul profilo Instagram @bibliotecheditalia – (fonte © MIC)

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