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Henri de Toulouse-Lautrec: un petit homme e un grande artista della Storia dell’Arte

Henri de Toulouse-Lautrec Troupe de Mlle Églantine 1896 litografia a colori, 61,7x80,4 cm © Herakleidon Museum, Athens Greece

Henri de Toulouse-Lautrec Troupe de Mlle Églantine 1896 litografia a colori, 61,7x80,4 cm © Herakleidon Museum, Athens Greece

Henri de Toulouse-Lautrec

Henri de Toulouse-Lautrec è uno dei grandi protagonisti nella scena artistica di tardo Ottocento. È un bohémienne anticonformista, un artista che partendo dalla sua origine aristocratica, esplora con la sua arte e pittura la Parigi di fine Ottocento fino ad arrivare ai suoi bassifondi. Se le sue opere sono famose in tutto il mondo, forse si conosce meno la sua vita familiare – e la sua malattia. Questo approfondimento è volto a dare uno sguardo a quella che è stata l’infanzia e la sua storia familiare – per capire più a fondo questo grande Maestro della Storia dell’arte.

Henri de Toulouse-Lautrec: l’arte nel sangue

Henri de Toulouse-Lautrec nacque il 24 novembre 1864 ad Albi, nel sud della Francia. La sua famiglia era di origini nobili: discendeva da Raimondo V conte di Tolosa. L’arte del dipinto e l’amore per le Belle Arti fa parte del Dna di questa stirpe. La nonna di Henri diceva: «Se i miei figli a caccia prendono un uccello, ne ricavano tre piaceri: sparargli, mangiarlo e disegnarlo» (fonte: Matthias Arnold, Toulouse-Lautrec, Taschen.)

Henri de Toulouse-Lautrec, Alphonse de Toulouse-Lautrec alla carrozza (1881); olio su tela, 38.5×51 cm, Petit Palais, Parigi

Una famiglia aristocratica

Il padre di Henri era il conte Alphonse-Charles-Marie de Toulouse-Lautrec-Montfa e sua madre la contessa Adèle-Zoë-Marie-Marquette Tapié de Céleyran. Come voleva la tradizione per preservare la purezza del sangue blu, i suoi genitori erano cugini primi. I due genitori erano caratterialmente incompatibili. Il padre era un dongiovanni dedito all’ozio e all’ippica  e sua madre era una donna devota, amorevole (sopratutto con Henri) ma ipocondriaca e isterica. Al di là dei dissidi, il matrimonio tra consanguinei portò conseguenze legate alla nascita dei figli. Il secondogenito Richard morì piccolo e Henri nasce con la picnodisostosi, una malattia genetica delle ossa che porta manifestazioni cliniche simili al nanismo.

Fotografia scattata nel 1894 raffigurante Henri de Toulouse-Lautrec

La dura malattia: la picnodisostosi

Quando i genitori – pur mantenendo lo stato di matrimonio – si separarono (dopo la morte del secondogenito), il giovane Lautrec andò a vivere con la madre. La sua infanzia fu felice, molto amato dalla madre – tra castelli e i grandi lussi dell’aristocrazia Francese. La sua passione per il disegno si manifestò già a quattro anni. Finita questa parentesi di vita serena e spensierata, a dieci anni la sua malattia iniziò a manifestarsi causandoli fortissimi dolori. Le cure termali adottate dalla madre non servirono. Toulouse-Lautrec camminava male, i suoi lineamenti divennero vistosamente grotteschi e la sua lingua iniziò a dargli problemi che portarono a difetti di pronuncia. Ad aggravare la già anomala crescita, furono due ossa rotte: il femore sinistro e – quando aveva l’apparecchio ortopedico alla gamba sinistra, cadendo in un fossato Henri si ruppe anche l’altra gamba. Queste due fratture non guarirono mai e le sue gambe non crescevano normalmente: rimase alto solo 1,52 m. 

Henri de Toulouse-Lautrec, Un angolo al Moulin de la Galette (1892); olio su tavola, 100×89,2 cm, National Gallery of Art, Washington D.C.

La convalescenza e la pittura

I periodi di convalescenza furono indubbiamente lunghi e difficili per il giovane Henri – ma proprio in questi periodi approfondì la propria passione per la pittura – soprattutto soggetti equestri: «i cavalli, se non poteva cavalcarli, voleva almeno saperli dipingere!» Matthias Arnold. Finito il liceo, Henri comunicò ai suoi genitori la sua scelta di diventare pittore – e loro lo assecondarono. Il padre in particolare, che sognava per il figlio una vita aristocratica come la sua (tra caccia, feste e fasti) – accettò la vocazione del figlio e lo incoraggiò. Da qui inizia il suo percorso di studio e sperimentazione artistica che lo porterà a diventare uno degli artisti più significativi del tardo Ottocento.

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Un bohémienne a Montmartre

Dopo una fase di apprendistato, lo ritroveremo a Montmartre, un sobborgo decisamente colorito, tra cabaret, café-chantants, e case di tolleranza e di locali di dubbia fama, quale era Montmartre. I genitori non tolleravano questa scelta sicuramente moralmente discutibile. Fu proprio il padre ad imporre ad Henri di firmare le sue prime opere con pseudonimi (come Tréclau, anagramma di «Lautrec»). Ma Toulouse-Lautrec, è uno spirito indomito, è il petit homme [ometto] anticonformista, un bohémienne, ormai frequentatore del Moulin de la Galette, del Café du Rat-Mort, e del famoso Moulin Rouge. È qui che trova la linfa vitale che traduce sulla tela e sulle sue opere. Toulouse-Lautrec morirà giovane a 37 anni (il 9 settembre 1901 a Saint-André-du-Bois) a causa della sifilide a dell’alcolismo. Ci Lascia in eredità straordinari capolavori: 31 manifesti, 350 litografie e più di 600 dipinti.

Henri de Toulouse-Lautrec, La toilette, 1896, olio su cartone, 67×54 cm, Musée d’Orsay, Parigi

“L’amore è quando il desiderio di essere desiderato ti fa stare così male che senti di poter morire.” (Henry de Toulouse-Lautrec)

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