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Lettura di un’opera: I coniugi Arnolfini di Jan van Eyck

Jan van Eyck

Portrait of Giovanni(?) Arnolfini and his Wife © Copyright The National Gallery, London 2020

Considerato uno dei capolavori dell’artista fiammingo, “Ritratto dei Coniugi Arnolfini” è un dipinto olio su tavola (81,80×59,40 cm), realizzato da Jan Van Eyck nel 1434. L’opera è firmata («Johannes de Eyck fuit hic») e datata 1434.

Portrait of Giovanni(?) Arnolfini and his Wife © Copyright The National Gallery, London 2020

“Ritratto dei Coniugi Arnolfini”: la storia

Il dipinto è stato commissionato da Giovanni di Nicolao Arnolfini, un ricco mercante di Lucca, che si era trasferito nel 1421 a Bruges, nelle ricche Fiandre. L’opera ritrae  lo stesso Giovanni di Nicolao Arnolfini insieme alla seconda moglie Giovanna Cenami – e non insieme alla prima moglie come spesso viene erroneamente indicato. La coppia rappresenta il tema del matrimonio – l’unione dei due protagonisti – e non è un’allegoria o rimando alla gravidanza di Giovanna Cenami. La moglie non è incinta, come spesso si è pensato, ma alza il vestito a gonna lunga con un gesto sicuramente moderno – forse rimandando ad una futura prosperità. Lo specchio riflette l’immagine di due personaggi in piedi, dei quali uno potrebbe essere lo stesso Van Eyck.

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Il capolavoro di Jan Van Eyck

Cioè che ha reso questo quadro un’opera tra le più importanti nella storia dell’Arte è la maestria con la quale è stato dipinto e la sua ricca simbologia. Jan Van Eyck era profondamente interessato agli effetti della luce: la pittura ad olio gli ha permesso di rappresentarla con grande raffinatezza ogni dettaglio di questo dipinto, in particolare possiamo ammirare il suo virtuosismo sul luccicante lampadario in ottone. La luce fredda che pervade il dipinto è stata considerata come un elemento che immobilizza tutta la scena, contribuendo a sottolineare la solennità della postura dei due coniugi.

dettaglio – Portrait of Giovanni(?) Arnolfini and his Wife © Copyright The National Gallery, London 2020

L’interpretazione del dipinto di Jan Van Eyck: simbologia

Un dipinto ricco di simbologia: per questo motivo ancora oggi, guardando questo doppio ritratto ci perdiamo ad osservare i dettagli di quest’opera. La maggior parte degli oggetti simbolici che qui troviamo rimandano all’ambito famigliare. Il cane, ad esempio, è l’animale che rappresenta la fedeltà. La stanza da letto si caratterizza per la dominanza del colore rosso, simbolo della passione carnale. I due zoccoli che vediamo in basso a sinistra sono calzari tipici fiamminghi e rimandano ad un senso di quotidianità e famiglia – ma altresì anche alla vita laboriosa. I coniugi Arnolfini sono qui scalzi in segno di rispetto nei confronti della sacralità del luogo in cui si trovano (la camera da letto) e dell’unione coniugale.

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La ricchezza degli Arnolfini

Gli abiti appaiono estremamente lussuosi, guarniti di pellicce e molto eleganti, quasi esagerati per un’ambientazione del genere (la camera da letto) – chiaro rimando alla ricchezza degli Arnolfini. Anche il tappeto e la vetrata della finestra sono particolari volutamente inseriti nel quadro per indicare la ricchezza della coppia. La presenza di frutti contribuisce ad arricchire il quadro di ulteriori simbolismi; le arance stanno a indicare la ricchezza dei coniugi, che possono permettersi il lusso di disporre di alimenti provenienti dal sud Europa, e il ciliegio che si intravvede dalla finestra indica la natività.

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Lo specchio

Un posto di centralità nel dipinto è occupato dallo specchio convesso che riflette le immagini dei due coniugi da dietro e una terza figura, che viene identificata nel pittore stesso. Capolavoro indiscusso è la cornice con la rappresentazione dei 10 episodi della passione di Cristo. Tramite questo espediente – lo specchio che riflette – Jan van Eyck ci regala una seconda prospettiva di vista al dipinto – una tridimensionalità che ci porta ad entrare nella stanza per osservare meglio i due coniugi e tutti questi meravigliosi dettagli che ancora oggi ci incantano.

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