“Erano i Giganti grandi di statura,
che da’ lampi de’ fólgori percossi ruinavano a terra… “[G. Vasari]
Ci sono due parole che descrivono lo stato del visitatore quando entra nella meravigliosa Camera dei Giganti a Palazzo Te: Stupore e straniamento. In questa stanza, si è circondati dal mito della caduta dei giganti, raccontato con incredibile ingegno da Giulio Romano. L’audace ambientazione pittorica è davvero eccezionale – Giulio Romano reinventa lo spazio: gli angoli sono smussati in modo da creare un ambiente che avvolge lo spettatore a 360°. La Camera venne eseguita tra il 1532 e il 1535, e narra la la vicenda della Caduta dei Giganti, tratta dalle Metamorfosi di Ovidio.
«Non si pensi alcuno di vedere mai opera di pennello più orribile e spaventosa,
né più naturale di questa. E chi entra in quella stanza, non può non temere che ogni cosa non gli rovini addosso.»
(Giorgio Vasari, Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori, 3-1)
La caduta dei Giganti
In questo ambiente, a nostro avviso il più spettacolare di Palazzo Te, vediamo rappresentata la storia della Caduta dei Giganti, nel momento della vendetta divina di Zeus che con gli dei e sua moglie Giunone. Zeus scatena la sua ira contro i Giganti che hanno, invano, tentato di scalare l’Olimpo. I Giganti sono possenti e massicci, e vengono qui rappresentati come enormi uomini annientati, con i volti terrorizzati a tal punto da sembrare grotteschi. Alcuni giganti vengono travolti dal crollo di architetture e dal precipitare della montagna, altri in balia della forza dalle acqua. E in questo continuum rappresentativo, senza angoli delle pareti, siamo avvolti anche noi da questa incredibile scena.
Due piccole curiosità: le scimmie e il fuoco
In questa magistrale rappresentazione della Caduta dei Giganti troviamo raffigurate delle scimmie sulla parete Est. Nelle Metamorfosi di Ovidio non sono però mai menzionati questi animali. Probabilmente il testo in mano di Giulio Romano non era la versione originale (come sostiene Guthmüller) ma una traduzione che riportava un errore di trascrizione. La seconda curiosità riguarda l’elemento fuoco: l’impatto dello spettatore/visitatore in questa stanza era reso ancoro più drammatico dalle fiamme del fuoco di un camino realizzato sulla parete tra le finestre.