Alla scoperta dell’Orto Botanico e dell’Erbario dell’Università di Siena

Nella splendida Siena, si trova un’oasi di flora e silenzio: stiamo parlando dell’Orto Botanico dell’Università di Siena. Con una superficie di 25450 mq, l’Orto Botanico occupa quasi tutto il lato Sud-ovest della vallecola di Sant’Agostino, posta dentro l’antica cinta muraria. Per accedere all’Orto si entra da Via P.A. Mattioli 4, da un cancello in ferro con la scritta ”Regio Orto Botanico” e incorniciato da due vasche di piante acquatiche spontanee. Proprio la posizione strategica di questo Orto Botanico – protetto dai venti del nord – ha permesso la coltivazione a cielo aperto di piante diverse: dalla palma nana (Chamaerops humilis), alla sequoia (Sequoia sempervirens),  al faggio (Fagus sylvatica).

 

La Storia: le antichi origini

L’Orto Botanico di Siena ha origini antichissime: fu creato infatti nel 1588 quando a Siena fu istituita la cattedra dei “Semplici” all’Ospedale di Santa Maria della Scala. Nel 1784, il Granduca di Toscana Pietro Leopoldo, incaricò Biagio Bartalini di trasformare quello che fino ad allora era stato un Orto dei Semplici, in un Orto Botanico dell’Università. Con l’arrivo di Giuseppe Giuli – che succedette a Bartalini nella gestione dell’Orto – furono introdotte e coltivate nuove piante esotiche (da 200 a 300) e fu redatto e pubblicato il primo Index Seminum senese, con un elenco di ben 900 specie di semi e spore.

Una nuova ubicazione: verso un grande Orto Botanico

Con la nuova missione dell’Orto Botanico come struttura di supporto all’insegnamento e alla ricerca botanica e quindi l’incremento del numero di piante coltivate, si rese necessaria la ricerca di una nuova collocazione per questo Orto. Fu Giuseppe Campani, nel 1856, a prendere in mano la situazione e a spostare tutte le piante nella sede attuale. Proprio in quell’anno fu creato anche l’Erbario dell’Università di Siena [SIENA, acronimo internazionale], con i campioni di piante raccolti dallo stesso Campani e un team di botanici senesi. Nella sua nuova – e decisamente più ampia – collocazione, il giardino trovò una sua nuova dimensione. Con l’arrivo di Attilio Tassi furono introdotte molte piante e una serra calda in ferro e vetri colorati. Successivamente con Biagio Longo fu costruita una villetta, destinata ad essere l’Istituto di Botanica. I direttori dell’Orto che successero negli anni seguenti, continuarono il lavoro di ampliamento dell’Orto: l’Orto raddoppiò così la sua dimensione, fu creato un nuovo edificio, che inglobò la sede dell’Istituto di Botanica, e quindi fu modificato l’accesso dividendo l’aiuola della “Scuola” in due parti e aprendo l’accesso dalla strada principale: Via Mattioli.

La Mission: la conservazione della Biodiversità

 

 

Questo Orto Botanico ha dunque cambiato la dimensione e ubicazione nel corso dei secoli. Da piccolo Giardino dei Semplici nel Cinquecento, oggi questo Orto e Erbario sono identificati nel Museo Botanico e dal 2012 fanno parte del Dipartimento di Scienze della Vita. Accanto alle continue ed importanti attività di ricerca ed educazione ambientale, questo giardino oggi ha una grande valenza nella conservazione della Biodiversità indigena. Qui infatti sono coltivate un cospicuo numero di specie spontanee della Toscana, che hanno trovato un habitat perfetto in ambienti a loro dedicati. Ne sono un esempio le splendide Orchidee spontanee della Toscana centro meridionale. Il grande lavoro di conservazione delle piante autoctone e di tutela della flora, ha fatto in modo che la Regione Toscana si attivasse e con la legge 56/2000 si è arrivati a riconoscere gli Orti botanici della Toscana come Centri per la conservazione Ex-Situ della flora(C.E.S.FL.).

Le Collezioni: Uno sguardo all’Orto Botanico

In questo splendido Orto Botanico, abbiamo visto come, nel corso dei secoli, il numero di piante e specie sia cresciuto esponenzialmente. Da esemplari di piante esotiche (alloctone) rappresentative dei vari biomi, si sono aggiunte le specie autoctone (indigene), coltivate nelle aiuole rappresentative i piani di vegetazione: pianura, collina e montagna. Le piante Officinali e alimentari si trovano nella “Scuola“, allestita in terrazze artificiali nei primi anni del Novecento. Il  Parco, cuore dell’Orto Botanico, accoglie specie esotiche e indigene nelle sue aiuole di impronta Ottocentesca, ivi comprese le meravigliose orchidee spontanee della Toscana. Nel giardino roccioso troviamo invece le specie erbacee e arbustive caratteristiche di substrati diversi: calcare, serpentino, e arenaria. Non mancano, in questo giardino, le piante acquatiche, che troviamo coltivate in laghetti, piccoli stagni e vasche. Ultima, ma non per importanza, la scarpata umida o felceto, che dal 2000 è destinata ad accogliere le piante indigene di ambienti umidi e freschi, principalmente appunto felci. Inoltre sono presenti 4 serre: Antica serra o serra equatoriale/tropicale, Tepidario (la sede delle piante del deserto), Limonaia e Serra sperimentale. 

Per gli addetti ai lavori è presente a questo link l’Index Seminum , dove sono elencate tutte le specie di semi e spore, che sono scambiabili tra le istituzioni scientifiche.

Alcune informazioni sull’Erbario

Dedichiamo ora qualche riga per parlare dell’Erbario: Herbarium Univeritatis Senensis [SIENA è l’acronimo riconosciuto a livello internazionale). Qui troviamo, ben conservati, antichi Erbari del XVIII secolo e Erbari personali del Novecento. Dall’Erbario dei “Cappuccini” di S. Quirico d’Orcia a quelli più recenti di studiosi del ‘900 come Nannizzi, Cucini, Andreucci, De Dominicis, ecc. Inoltre sono qui conservati tutti i campioni delle ricerche, tesi, e lavori applicati svolti nei vari Dipartimenti dell’Università di Siena . Questo ricco Erbario, proprio per la sua storia e particolarità di raccolte e informazioni, ha elaborato sia il Progetto Geographical Information on the Flora of Tuscany (GIFT), per la digitalizzazione e geo-localizzazione delle informazioni contenute in alcuni Erbari della Toscana, per un gruppo di piante: le Pteridofite; che ANARCHIVE FOR BOTANICAL DATA, un programma di catalogazione, consultabile on-line, di tutti i campioni vegetali conservati negli erbari aderenti, iniziato nel 2002, con la preziosa collaborazione dell’Università di Perugia e Camerino e la ditta informatica Aspix (www.anarchive.it ).

Informazioni Utili:

L’Orto Botanico di Siena è aperto tutti i giorni dell’anno secondo il seguente calendario:

  • 29 marzo – 1° maggio: 10.00 – 17.30 con uscita entro le ore 18.00;
  • 2 maggio – 15 settembre: 9.30 – 18.30 con uscita entro le ore 19.00;
  • 16 settembre – 15 ottobre: 10.00 – 17.30con uscita entro le ore 18.00;
  • 16 ottobre – 14 febbraio: 10.00 – 16.00 con uscita entro le ore 16.30;
  • 15 febbraio – 28 marzo: 10.00 – 16.30 con uscita entro le ore 17.00.

L’accesso è a pagamento secondo un particolare tariffario.

L’Erbario di Siena è aperto per ricercatori e studenti dal lunedì al venerdì: 9,30-16,00.

Per maggiori informazioni visitare il sito:http://www.simus.unisi.it/it/musei/mb/

Foto Copertina: Tradescantia cerinthoides Kunth (al momento nel Tepidario) – Fam. Commelinaceae   Per tutte le Fotografie: photo credit: @Orto Botanico di Siena

Rebecca Pedrazzi
Rebecca Pedrazzi
Classe 1982, laureata in Storia e Critica dell’Arte presso l’Università degli Studi di Milano con la tesi “Il Mercato dell’Arte nel decennio 1998-2008”. Dopo la laurea viaggia in Europa e si trasferisce a Londra. Rientrata a Milano, la sua città natale, lavora come Art-Advisor e commerciale nel settore Luxory. Ha collaborato con diverse testate, online e cartacee, con articoli di approfondimento sull’arte. Dopo aver conseguito il patentino da giornalista pubblicista, fonda nel 2017 NotiziArte, website di notizie d’arte e cultura. É autrice del libro "Futuri possibili. Scenari d'arte e Intelligenza Artificiale" edito con Jaca Book nel 2021.