Il grande Mosaico Medievale della Cattedrale di Otranto

Il Mosaico Medievale della Cattedrale di Santa Maria Annunziata di Otranto è un’opera d’arte di immenso valore che ancora oggi incanta il visitatore per la sua sontuosità e ricca simbologia. Questo mosaico costituisce uno dei più importanti – e grandi – cicli musivi del medioevo italiano.

©Yoruno. Con licenza CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia Commons

Il Mosaico della Cattedrale di Santa Maria Annunziata di Otranto

Entrando nella Cattedrale di Santa Maria Annunziata di Otranto, la prima cosa che colpisce è il mosaico pavimentale: un vero capolavoro ricco di significati. Fu realizzato dal monaco Pantaleone, tra il 1163 e il 1165, su commissione del Vescovo di Otranto. E’ stato prodotto con delle tessere policrome di calcare locale e si estende per ben 16 metri. Questo grande mosaico medievale si sviluppa lungo la navata centrale e le due navate laterali fino ad arrivare all’abside e al presbiterio. Lo stile è romanico con elementi di cultura bizantina e simboleggia la lotta tra il bene e il male, tra peccato e redenzione.

La Ricca Simbologia del Mosaico Medievale di Otranto

Osserviamo ora il mosaico: vi troviamo raffigurati l’Albero della Vita (o secondo le ultime ricerche: l’Albero del Bene e del Male), scene dall’Antico Testamento (Adamo ed Eva) e altre raffigurazioni – come ad esempio figure di animali. Sotto la cupola troviamo il Demonio sottoforma di serpente, posto tra Adamo ed Eva e proseguendo possiamo ammirare i Dodici mesi (rappresentati con Dodici cerchi ognuno dei quali raffigura un tema). Proseguendo troviamo il diluvio universale con Noè e la costruzione dell’Arca e la salita degli animali – per poi finire con il ramoscello di ulivo che simboleggia la pace ossia la fine del diluvio. E ancora: Alessandro Magno, Re Artù, tanti diversi animali, Caino e Abele. Questo è un mosaico di rara bellezza da ammirare in ogni sua parte – e ogni singolo dettaglio è carico di significato.

Photo Credit @ Stijn Nieuwendijk

Chi era Pantaleone?

Ad oggi non abbiamo purtroppo molte informazioni riguardo la vita e storia di Pantaleone ma studi approfonditi ci hanno permesso di avere delle valide ipotesi circa la sua preparazione artistica e discendenza. Sappiamo per certo che Pantaleone viveva e lavorava nel 1165 – grazie anche alla menzione che troviamo sotto la raffigurazione dell’Arca di Noè – ossia la scritta commemorativa del mosaico (navata centrale della Cattedrale). Era un membro del clero secolare (aveva ricevuto l’ordinazione sacerdotale) – e se consideriamo che questa carica non veniva ricoperta prima dei 30 anni – possiamo dedurre che Pantaleone era nato entro la prima metà del XII secolo. Il nome Pantaleo deriva dalla forma latina del nome greco Πανταλέων, ma il nome era diventato comune nel Meridione quindi – non per forza indica un’origine greca. Piuttosto, analizzando l’iconografia e lo stile del mosaico  – più che ad una formazione bizantina, si è spesso ipotizzato che Pantaleone avesse una vasta conoscenza della cultura normanno-cavalleresca. Quel che per certo sappiamo è che Pantaleone era un Artista del mosaico – tecnica che sapeva padroneggiare alla perfezione – ed era uomo di chiesa dotato di una conoscenza teologica approfondita e poliedrica.

Immagine copertina – Photo Credit: flickr @ Claudio Nichele (@jihan65 on Twitter)

Rebecca Pedrazzi
Rebecca Pedrazzi
Classe 1982, laureata in Storia e Critica dell’Arte presso l’Università degli Studi di Milano con la tesi “Il Mercato dell’Arte nel decennio 1998-2008”. Dopo la laurea viaggia in Europa e si trasferisce a Londra. Rientrata a Milano, la sua città natale, lavora come Art-Advisor e commerciale nel settore Luxory. Ha collaborato con diverse testate, online e cartacee, con articoli di approfondimento sull’arte. Dopo aver conseguito il patentino da giornalista pubblicista, fonda nel 2017 NotiziArte, website di notizie d’arte e cultura. É autrice del libro "Futuri possibili. Scenari d'arte e Intelligenza Artificiale" edito con Jaca Book nel 2021.